Assuntina Fiorito
Opera 1^ classificata
Poesia
Il suono di te
distende le fronti contratte
come calore sulle pieghe.
Respiri
anche sotto una campana,
ostinata,
come il tepore delle braci.
In te la meraviglia
del sole a mezzanotte
l’incanto del doppio arcobaleno,
la sorpresa di un regalo
dopo montagne di compleanni dimenticati!
Parola che crea,
disvelando verità taciute, sottese,
o rimaste per troppo tempo sulla soglia.
E ti appartiene l’onestà e lo scherno,
ma anche la cordialità del mare
che restituisce vive pietre dalla mille forme.
Apparente barlume
fra i dubbi sentieri dell’anima mia.
E mi calmi,
come litanie di ninne nanne,
come seno pieno di madre.
Poesia
a te ogni cosa s’arrende!
Epifania Grazia Campagna
Opera 2^ classificata
Cercami
Cercami quando
ti accorgerai
della mia assenza,
quando non sentirai
più il mio battito
vicino, quando
il tuo cercarmi sarà
per te vana speranza.
Cercarmi quando
il vento scompiglierà
i tuoi capelli e
soffierà così forte da
toglierti il respiro.
Cercami nel tuo
silenzio
immaginando arcobaleni
d’amore e solitudine.
Cercarmi nel dolore
dell’amore perché
sarò nei tuoi occhi
per farti luce nei
giorni tristi e bui.
Cercami nel cuore
quando all’unisono
i battiti scandivano
la mia presenza.
Cercami quando
il dolore sarà più
forte della morte,
allora mi troverai lì
ad aspettarti nel sogno dell’infinito
amore.
Camilla Vanni
Opera 3^ Classificata
Perché non diamo colpa
Perché non diamo colpa alla tempesta
quella che infuriava al di là della finestra
e nelle stanze della mente e del cuore:
deposito di polvere, pozzanghere e ricordi
di ciò che una volta chiamasti amore.
Ripercorro quelle stanze in cui alloggiasti
misurando i miei passi tra tavole e chiodi.
Così le attraverso, arrancando sui piedi,
e ivi raccolgo un ritratto di te: effimero
riflesso dello specchio in cui mi riconobbi.
Angelo Taioli
Opera 4^ Classificata
A Simone
È forse ormai
per me soltanto il tuo apparire
sorridente tra i fiori
di plastica appena
prima del curvare secco
della strada che porta alle colline.
E lo sbiadire delle lettere
del nome nel marmo – solo un poco
più alto della terra e del verde
nuovo del grano. (Ogni volta
mi ricorda quelli del campo
dei bambini, dietro le sentinelle
dei pioppi cipressini – i volti
soltanto a riempire
all’infinito ovali di dolore).
E se ritorni nella nebbia,
ti conto con i nomi
che negli anni si allargano sull’acqua
– ad ogni giro sempre
più fioca la memoria della mano
stretta al sasso, del nostro tonfo
antico in questa storia –.
Chris Mao
Opera 5^ classificata
La pazienza del grano
Sotto un cielo di stelle avverse
nella quota ossigeno degli assediati
ecco la nuvola scura
che cela l’inganno
di una finta misericordia
cresciuta dentro le ombre
di un’insidiosa virtù.
Nella notte che brucia
i segreti dei padri
e annuncia
il pericolo delle ore liete
compare una calma intollerabile
che ci corrode nel buio
e rende palese
la nostra diserzione dal mondo.
Nella tremula luce
che rischiara gli anfratti
dell’innocenza perduta
prolifera l’edera maligna
della nostra inquietudine.
Ma sulla schiena di colline generose,
nella gelida pazienza del grano
scorticato dalla bufera,
resiste la nostra forza vitale,
il coraggio vivo e invulnerabile
che abbatte le streghe della paura,
salva dalla forca il condannato
e aspira il veleno
della nostra intolleranza.
Sulla corda tesa dell’orizzonte
appare così la nuvola chiara
che ci schiude gli occhi alla gioia
e nel vento cela soltanto
i grammi di una carezza.
Felicia Maria Aldinucci
Opera 6^ classificata ex aequo
Bellezza
Ah, Bellezza!
Bellezza è la grande Architetta,
che si infonde in maniera linfatica
lungo i rami secchi
dell’esistenza.
Bellezza è trattenere l’aria,
solo per vedere i raggi del sole
rifrangere
sulla sottile increspatura
dell’acqua salata.
Bellezza è il gabbiano,
che fiero si erge
con sguardo illuminato,
di un’acutezza che quasi sa
di brezza accecante.
Bellezza è il colore degli occhi che
si rivelano al sole,
scintillando di parvente anima
che palpita di languore.
Bellezza è proprio il Sole,
che sfacciato ed elegante
ti ricorda che dopo la lunga
e fredda Notte
prima o poi Lei si insinua
e – spiazzatamente trionfante –
irrompe.
Lucio Postacchini
Opera 6^ classificata ex aequo
Malinconia
Malinconia di un giorno qualunque,
senza oggetti e speranze,
né attese, né scopi di vita,
e dal mondo infinite distanze.
La vita è inane germoglio
sfuggito al nulla e alla sorte,
è assoluto accidente,
è squilibrio di morte.
La fine è immanente
in ogni forma di vita:
tutto la morte riprende
con sua brama infinita.
Maria Colombo LGE
Opera 8^ classificata
Cattedrale celeste
Siamo custodi di beni preziosi,
gonfi, a volte, di nobili aspirazioni
con bisogno di assoluto e di autenticità.
Un chiarore d’alba illuminava il cielo,
mi sentivo stretta nel grande abbraccio,
nell’abbandono totale verso il mistero,
un’alchimia di dolce condivisione,
mai consumata dagli anni…
Non voglio cancellare l’Attesa,
il Visitatore verrà,
il brivido dell’incontro
romperà il buio,
l’offuscamento della mia povertà.
Vedrò il capolavoro sublime,
la cattedrale celeste,
le colonne del cielo.
Sfrecceranno le comete
e supererò il confine dello spazio e della morte
in un sussulto di commozione.
Mara Bachiorri
Opera 9^ classificata
La buia notte e poi…
Sfuma il sole all’orizzonte
s’accomiata dal dì, mutato
in ombre lunghe;
il tramonto lo pennella
dei suoi rossi rubino,
lentamente spegne la luce
tuffandosi nel mare.
Sprofonda la notte
in tormentosi abissi
d’un buio senza stelle,
nella mestizia
d’un cielo senza luna,
nelle veglie stremate
di risposte negate.
Freddo, inquieto
il vento sferza le onde
che la furia del mare gonfia.
So che da te dovrò arrivare,
ma ignota mi è la strada
incerto il passo
provata la fede,
l’anima straziata.
Siccome falena impazzita
volo verso la tua abbagliante visione,
nel cuore, la fiamma ardente
del nostro amore.
Approderò alla tua riva
da un orizzonte diverso,
m’appropinquerò al tuo cielo
senza più notti
e
sorriderà il cuore,
acceso di stelle.
Adriana Centi
Opera 10^ classificata
L’albero della vita
Il campo accoglie nel suo ferace grembo
i piccoli semi, vogliosi di fuggire dalla morsa
delle zolle e dalle tenebre della materna terra.
Il sole saluta i giovani virgulti, teneri,
fragili ma tenaci nella lotta per la vita,
inebriati dalla linfa della giovinezza.
L’autunno si fa prossimo, cadono
le foglie e la pianta appare disadorna,
ma i frutti sono ricchi, ripagano le fatiche
della vita e colmano il cuore di speranza.
Gianni Mascia
Opera 11^ classificata
Tarli
A volte, all’alba,
immagini ritornano
da sogni come
luce che stordisce sensi;
e siamo orgia di colori
che sfumano nel tempo.
Non più tarli
a divorare mente
ossidata dall’agonia
del vivi e lascia vivere:
siamo crisalide
che trasfigura in ali arcobaleno.
Stefano Patera
Opera 12^ classificata
Ti attenderò
Vorrei essere in un luogo
fermato dal tempo
dove ti attenderò
tra la pioggia e il vento,
tra fiumi e monti,
tra strade e ponti.
Ti attenderò,
tra la gente e il silenzio,
tra la gioia e il dolore,
tra gli anni e i compleanni.
Ti attenderò,
tra il sogno e la realtà,
tra la luce e l’ombra,
tra il sole e la luna,
dotato di cuore.
Da qui, la mia attesa si lascia
a una gradevole sorpresa,
la tua presenza.