Sergio Baldeschi
Opera 1^classificata__
Polvere di clessidra
Nascosto dietro un velo di clessidra,
punzecchio l’intimità delle stelle
e nella commiserazione dell’isolamento,
strimpello alla luna i miei raccogliticci pensieri.
Prigioniero di un presagio inafferrabile,
faccio le veglie a polverosi ricordi
e per non ammuffirmi da eccesso di noia,
addestro l’anima a restare viva.
Oltre le mura dell’anima,
un etereo cavallo di Troia
galoppa nelle mie vene
e sulle pozzanghere di mercurio,
schizza brividi di tormento.
Trafitto da un malefico inganno,
mi getto nell’imbuto della clessidra
a cercare quel grumo di polvere
che redime giorni, scala abissi
e sugli altari sconsacrati,
depone la mia carne inerte e palpitante.
Nell’ellisse del mio mondo,
rotea e sanguina al morso delle redini
il selvaggio zoccolo d’oriente,
lo faccio sbizzarrire nell’intimità,
prima che ceda e s’inchini domo
alla frusta dei miei geni.
Sarà forse la paura che si spezzi la clessidra
o la miseria di essere isolato,
ma dentro l’orbita del pensiero,
c’è sempre qualcosa che m’annulla
e mi fa capire quanto tutto,
sia solo polvere che gira.
Maria Colombo LGE
Opera 2^ classificata
Al calar della sera
Al calar della sera,
quando mille fuochi scoppiettanti
edificano un mondo di immagini
e le ombre della giovinezza,
mai sazie delle antiche battaglie,
sguainano lame di fuoco,
volti pieni di leggenda,
volti teneri, cari al mio cuore,
inclinano la testa e mi guardano.
Con straordinaria dolcezza incontro
le nitide figure:
in mano, il filo odoroso del tempo,
il frizzo pungente dell’aria,
l’alto bastione abbattuto,
le strade accoglienti di case.
Temevo di morire sotto i colpi mortali,
in un sonno pieno di paure,
invece glorificavo la terra in attesa.
Stampato sul volto la curva di un sorriso
e nell’umano occhio
la luce sorprendente della vita.
L’ovale chiaro, le immagini reali
scivolano
nell’aria come gocce d’argento.
Lucia Lo Bianco
Opera 3^ classificata
Quel che resta
Sai, rimane poco alla fine del giorno
o forse niente delle striature violacee
che colorano le sere dipinte all’orizzonte.
È una marcia con ritmi incalzanti
e i passaggi sono frecce inaspettate
lanciate da balestre misteriose
e oscuri e ambigui gli obiettivi.
Resta un barlume di lampi accesi,
scintille luminose che si spengono
ed è energia impalpabile e scattante
a risvegliare gli occhi dal buio.
Sai, le foglie sfuggono i pensieri
e accartocciate si adagiano stanche
su un autunno che lento muore.
È un’attesa in un tempo vuoto
e perduto in una strana clessidra
l’illogico fluire di diffusa evanescenza.
É cieca lotta di elementi senza senso
mentre danzano svuotate le parole
e le mani disegnano cerchi, come luna
raccogliendo dai frammenti quel che resta.
Chris Mao
Opera 4^ classificata
I fiori dell’alba
La prima luce del giorno
s’era dipinta sui muri,
ogni cosa attesa occupava il silenzio
che ci raggiungeva nel vero,
cresceva in noi l’ansia di trovare una scena,
un tempo intero da divorare
per separare il corpo
dalle nebbie del sonno,
per ritrovare un’antica gioia
scolpita nella mente.
Nell’ultima penombra la tua voce…
– Abbracciamo la quiete
che la notte ci ha donato,
restiamo fuori dalla soglia
dove non esiste memoria
e il belato del mondo non arriva – Le dita giostravano sinuose
nell’aria satura dei nostri respiri,
un soffio di speranza le mie parole…
– Siamo come fiori combattenti
accerchiati dall’infida neve,
tentiamo una sortita
contro la natura maligna
che procede e ci precede,
a polsi aperti spalanchiamo
ogni molecola alla vita,
sradichiamoci dalle ossa
la radice dell’abbandono – L’alba, finalmente, ci illuminava.
Mariana Filipova
Opera 5^ classificata
Quanti giorni
Quanti giorni
pieni di questo mondo,
inconsapevolmente
disegnati dalle equazioni
di parabole invisibili,
formano ingenuamente
le sagome dei miei riflessi
nelle trappole logiche,
scomparti a specchi,
moltiplicazione in autentica.
Quante reti
tessuti a forma di strade,
silenziosamente
costellati dai segnali
di direzioni simboliche,
portano inconsapevolmente
la caduta delle mie certezze
nei castelli tridimensionali,
costruzioni mentali,
dissociazione temporale.
Sono solo nuda.
Non mi appartiene
niente di ciò che possiedo,
fatica di questo mondo,
oltre la consapevolezza
di sentire il mio cuore
battere sotto la mia pelle.
Lucia Ingegneri
Opera 6^ classificata
Dolce sentire
L’aria offuscata d’umore nero
mi nasconde qualche volta
l’evidenza della vita
e quel flusso di buone sensazioni
che accendono scintille
sulle fibre del cuore.
Brevi attimi di sbandamento,
inaspettati, presto in fuga
sotto le frecce fiammanti del sole.
Stringo forte al petto la mia vita
avvolta dal mio intimo universo,
fra gente come me
che vuole naufragare
nel cielo della buona umanità.
Vieni con me,
dove le circostanze
si cospargono di trasparenza,
col calore che denuda le pene.
Visione cardinale per tuffarsi
nei contatti cristallini del tempo
e cogliere di animi fior di sorrisi
nella sfera della nostra essenza.
Liberarsi dalla schiavitù
col dolce sentire del cuore,
col dolce capire.
Alberto Pinotti
Opera 7^ classificata
Nel cammino
Nel mezzo della nebbia,
vago, solo, per gli ombrosi
palazzi che immemori
mi rammentano i tempi
perduti nel parlare di impressioni
scompigliate nell’oblio della vita.
Una triste e tormentata
vicenda che ha bloccato,
graduale, la mia ascesa
come uomo, ma che ora riprende
il suo corso trascinante verso
il destino oscuro e ignoto
Rapito da quest’attesa,
mi chino sul selciato ridondante,
alzo lo sguardo
sulle tristi chiome arboree
spoglie, soffrono il gelo,
ora la strada dell’abbattuta solitudine
mi protrae i ricordi sepolti
come il pianto del bimbo
sull’orrendo presagio che incombeva
sull’attimo passato
Tra argentati lacustri
danzo per la città, scorro lungo
l’incanto del tempo
lambito da questa brezza
fantasiosa, separo la vita irta,
ma la foresta delle anime s’ allontana
nella nebbia obliterata..
l’assillo è perso ai suoi attriti
dimenticati, la trama
è terminata in un’ indifferente realtà
Maria Scerrato
Opera 8^ classificata
Po-Etica
Mi sfida la poesia,
all’incontro con l’altra me.
Mi cerca
nei momenti di solitudine
e mi scava pensieri,
rimorsi, sogni frustrati, desideri inappagati,
illusioni e speranze
nei lembi aperti
delle cicatrici della vita.
Sono io a rincorrerla
o lei a trovarmi sempre?
O sono i nostri
semplici giochi di bambini su un prato
a richiamarla?
Fanno capriole e si rincorrono
Come farfalle svolazzanti
e sono fiori che ondeggiano al vento
su uno stelo sottile,
le parole, i versi e le strofe,
gli spazi bianchi e le lettere sulla pagina?
La poesia elettrizza il corpo
e nasce da me.
come partenogenesi obbligatoria
dell’intelletto
e muta autopsia del sentire.
La vita è magma fluido,
cocente e plasmabile,
che si cristallizza
in forme,
io salgo sulla giostra
ma nessuno mi sa dire
quando scendere
dalle invenzioni del fantastico
per precipitare nel silenzio della pietra.
Saverio Rosso
Opera 9^ classificata
Lune di carta
Lune di carta che agognavano palingenesi
bruciano oggi sconfitte in una solitaria landa
dove un claustrofobico silenzio ed ombre nefaste
pitturano angoli aguzzi e scoscesi pendii.
Aliti rarefatti e spazi ristretti
vicoli di luce che scompaiono progressivi
inseguendosi in un beffardo gioco di specchi
ove giostre di fantasmi tumultuano vorticose.
Inerme prigioniero del fato
sospeso sull’orrido dall’inesplicabile infinito anfratto
mentre i prodromi annunciano il vuoto
d’un eterno rollio in quell’approdo sicuro…
…dove soltanto ieri danzavano lune di carta in chimerico assioma.
Attilio Muscolino
Opera 10^ classificata
Io sono
Sono foglia feribile
della ferace terra
gestita in cima a un ramo
dal sole e dalle nubi;
frammento senziente
nel tempio del creato;
buffo osservato che vagheggia
il gioire creatore del vento;
alitare di luce
e assegnato tempo.
Accogli Padre in dono
il mio tremore:
l’eco della marea va cercando.