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Premio Letterario Internazionale Marguerite Yourcenar 2022
XXX Edizione

Ultimo aggiornamento: 24 Aprile 2023
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

La scadenza prevista del 30-04-2022 è stata prorogata al 10-06-2022

  • Resi noti i risultati in data 19-10-2022 – La valutazione delle opere pervenute è iniziata in data 28-06-2022
  • Antologia spedizione ultimata il 04-04-2023 – Inviate in data 18-11-2022 le bozze dell’antologia della sezione poesia – la lettera di ammissione è stata inviata in data 07-07-2022
  • La premiazione si è svolta a Melegnano (Milano) sabato 11 marzo 2023 durante l’Open Day del Club degli autori. Online le fotografie

  • Risultati

    Risultati XXX Edizione del Premio Letterario Marguerite Yourcenar 2022


    La Giuria della trentesima edizione del Premio Letterario Marguerite Yourcenar 2022 indetto da Il Club degli autori, presieduta per la sezione Poesia da Maria Organtini, e per la sezione Narrativa da Massimo Barile, dopo attenta valutazione delle opere pervenute, come da bando ha designato le dodici opere finaliste di ciascuna sezione e i rispettivi autori sono diventati automaticamente i designatori dei vincitori. Ciascun finalista (contraddistinto da una lettera dell’alfabeto) ha ricevuto una copia (in forma anonima) delle opere degli altri undici finalisti e, dopo averle lette, ha espresso il suo giudizio sulle opere degli altri concorrenti elencandole in ordine di merito, ed escludendo se stesso dalla classifica.
    Ed ecco la classifica conclusiva decretata dagli stessi finalisti:


    Finalista M – 01° classificato con l’opera «Nostalgia»: Francesco Sonis, Mogoro (Or).
    Vince: Targa Marguerite Yourcenar – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla Casa Editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’Autore – Attestato – Pubblicazione della poesia sull’Antologia del Premio Sezione Poesia e su Internet www.club.it


    Finalista F – 02° classificato con l’opera «In una pioggia di luce»: Dario Marelli, Seregno (MB).
    Vince: Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla Casa Editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Attestato – Pubblicazione della poesia sull’Antologia del Premio Sezione Poesia e su Internet www.club.it


    Finalista L – 03° classificato con l’opera «Eroi»: Serafino Randazzo, Palermo (Pa).
    Vince: Pubblicazione di un Quaderno di 32 pagine edito dalla Casa Editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Attestato Pubblicazione della poesia sull’Antologia del Premio Sezione Poesia e su Internet www.club.it


    Finalista D – 04^ classificata ex aequo con l’opera «Ladri di pelle»: Lucia Lo Bianco, Palermo (Pa).


    Finalista C – 04^ classificata ex aequo con l’opera «Penso…»: Emilia Fragomeni, Genova (Ge).



    Finalista A – 06^ classificata con l’opera «Madleine»: Maria Grazia Di Grazia, Cornaredo (Mi).


    Finalista E – 07° classificato con l’opera «Credevo alla luce»: Chris Mao, Ormea (Cn).


    Finalista G – 08° classificato con l’opera «Istanti di luce»: Pietro Agostino Masotti, Chiasso (Svizzera).


    Finalista B – 09^ classificata con l’opera «Mulinelli di memorie»: Morena Festi, S. Matteo Decima (BO).


    Finalista H – 10^ classificata con l’opera «Lettera di un condannato alla madre»: Irene Moro, Musile di Piave (VE).


    Finalista I – 11° classificato con l’opera «Un giorno di primavera»: Lucio Postacchini, Monsampolo del Tronto (AP).


    Finalista N – 12° classificato con l’opera «Precipitevolissimelvolmente»: Rodolfo Zanardi, Padova (PD).

    Dal 4° al 12° classificati vincono: Attestato di merito – Pubblicazione della poesia sull’Antologia del Premio Sezione Poesia con assegnazione di 2 copie gratuite a ciascun Autore e su Internet club.it


    Questa la tabella con le votazioni dei finalisti della Sezione Poesia:




    Premio Letterario Marguerite Yourcenar 2022 Sezione Narrativa:


    Finalista M – 01^ classificata con l’opera «Sanguinanti e germoglianti»: Anna Tettamanti, Milano (Mi).
    Vince: Targa Marguerite Yourcenar – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla Casa Editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’Autore – Pubblicazione dell’opera premiata su Internet www.club.it – Attestato.


    Finalista G – 02^ classificata con l’opera «Il Panama»: Paola Montagner, Borgo Mantovano (Mn).


    Finalista A – 03° classificato con l’opera «L’anello di paglia»: Nicola Civinini, Roma Rm).


    Finalista C – 04^ classificata con l’opera «Tra la terra e l’acqua»: Daniela Giorgi, Livorno (Li).


    Finalista N – 05^ classificata con l’opera «Paprika e sambuco»: Sabrina Tonin, Tombolo (Pd).


    Finalista B – 06° classificato con l’opera «Partenze ed arrivi»: Pierpaolo Fiore, Acri (Cs).


    Finalista L – 07° classificato con l’opera «Il treno»: Coalberto Testa, Bologna (Bo).


    Finalista H – 08° classificato con l’opera «Leopoli, Leopoli»: Guido Pegna, Cagliari (Ca).


    Finalista D – 09^ classificata con l’opera «Irina non gioca più alla guerra»: Lucia Lo Bianco, Palermo (Pa).


    Finalista I – 10° classificato ex aequo con l’opera «Cerchi sull’acqua»: Salvatore Riolo, Moio Alcantara (Me).


    Finalista E – 10^ classificata ex aequo «L’erborista»: Patrizia Masci, Roma (Rm).


    Finalista F – 12^ classificata con l’opera «Le donne di Monet»: Roberta Melle, Cinisello Balsamo (Mi).


    Dal 2° all’11° classificati vincono: Attestato – Pubblicazione del racconto in Volume Antologico dei racconti vincitori della sezione Narrativa, edito dalla Casa Editrice Montedit con assegnazione di 3 copie gratuite a ciascun Autore – Pubblicazione dell’opera premiata su Internet www.club.it


    Questa la tabella con le votazioni dei finalisti della Sezione Poesia:




  • La premiazione si è svolta a Melegnano (Milano) sabato 11 marzo 2023 durante l’Open Day del Club degli autori. Online le fotografie



  • Opere vincitrici



    Francesco Sonis


    Opera 1^ classificata


    Nostalgia


    Luogo dei brevi ritorni
    questo paese in pianura.
    Albe oscure nella strada degli addii.
    Attese senza fine nelle stazioni ferroviarie.
    Tormentate geometrie di dolore
    quelle piazze disadorne.
    Paese di un’infanzia mai conclusa
    così caro ai miei sogni di fuga.
    Paese di ricordi e dimenticanze:
    unico rifugio è il tuo nome
    scandito a fior di labbra.
    È come se non fossi mai stato
    ma il vento che ti tortura negli angoli
    mi riporta ogni volta da te.




    Dario Marelli


    Opera 2^ Classificata


    In una pioggia di luce


    Ho scritto per te le parole più belle,
    quelle che non sapevo di possedere,
    non pensavo di potere immaginare.
    Le ho musicate su un rigo di cielo
    e ne sono stato felice.


    Ho indugiato ad ammirare la luna
    sotto una volta turchese di stelle
    e mi sono lasciato andare.
    Al sorriso sicuro, al sapore del sale,
    ai fianchi di grano,
    allo schiaffo del maestrale.
    E tu eri là tra gli dei.


    Sono tornato a riprendermi
    con l’anima assente
    su un bianco ciliegio
    e in un momento di assurdo
    ho creduto di averti.


    Ti ho inventato stanotte,
    mentre volavi nel buio
    fra begonie e roseti
    e ho sentito lo strappo,
    la salvezza tremare.


    Oh, se solo avessi saputo
    che era il tempo perfetto
    per abbracciare l’amore,
    senza sentire ragione.
    Avrei smesso di crearti nel sogno
    in una pioggia di luce
    e avrei in pugno la vita.

    Non questo senso di addio.




    Serafino Randazzo


    Opera 3^ Classificata


    Eroi


    Pioggia
    come fluido pianto
    sui morti di questa terra.
    Gli eroi se ne vanno
    dopo la battaglia …
    E non li appaga affatto
    il nostro silenzio.
    Il cielo piange per gli eroi
    e sugli eroi di ogni tempo…
    Ad ogni stagione
    la pioggia scioglie il loro sangue…
    e le radici lo custodiscono.




    Emilia Fragomeni


    Opera 4^ Classificata ex aequo


    Penso…


    Io sono qui, all’ombra del crepuscolo
    e sento il mondo sconvolto da misfatti,
    il giorno si fa sangue sulla terra,
    la luna un’onda di gemiti e tormenti.
    Rimango qui, nel grumo del dolore,
    che mi rovista l’anima e la mente,
    porgendo le mie braccia al vento ignoto,
    calpestando pensieri – crudeli,
    sconvolgenti, inafferrabili –. E penso.
    Sì, penso. Ma solo per immagini distinte,
    contrapposte, in questa realtà che
    ci sconvolge. Sandali rossi di sangue,
    scarponi sporchi di fango si posano
    su antiche pietre, che ben altre cadenze
    hanno percosso. Vita e morte vagano
    assieme, tormento crudo e disperato.
    Una donna alla finestra guarda pensosa
    fuori e disegna un cuore con gli occhi
    sbarrati, fissando un’altalena immobile,
    vuota, silente, appesa a larici nudi
    con le braccia vuote e spalancate.
    Un uccello, colpito da un sasso, cade
    a terra, come un bimbo ferito.
    In alto, nero, vorticante come una ruota,
    il cielo: frantuma l’oscurità e le ombre.
    In basso, una dolce carezza sui sacri
    capelli di una bimba che dorme,
    un’illustrazione di Dio, che segna l’unico,
    forse ormai l’ultimo, mondo “umano”.
    E noi, smarriti spettatori, non troviamo
    parole per spiegare. Noi non sapremo
    mai se dalle cose non vengano richiami,
    se dalle case distrutte non si levi un grido,
    se le mura deserte non invochino aiuto,
    muti segnali vani, appelli di pace inascoltati.
    E le immagini irrompono nella poesia.




    Lucia Lo Bianco


    Opera 4^ Classificata ex aequo


    Ladri di pelle


    (Alle donne ucraine, violate)


    Sono giunti ancora quegli sguardi
    tra le foglie accartocciate del giardino,
    vesti nascoste senza forma né colore,
    forme distorte su panni bianchi appesi.
    Sono giunti nel cammino oscuro del destino
    e riluceva il grigio acciaio delle armature
    mentre sbucavano occhi dentro il buio
    come dei topi annaspando sangue altrui.
    Sono arrivati urlando fuoco sotto il cielo
    a lacerare sipari scuri appena issati,
    sotto una pioggia di lampi e di scintille
    e odori acri di brandelli di cemento.
    Han spalancato portoni sull’abisso
    (le amiche stelle restavano a guardare),
    e le parole erano scatole strappate
    abbandonate a galleggiare sopra i fiumi.
    Sono rimasti il tempo per scoprire
    l’arma segreta che sputa la violenza,
    senza lasciare uno spazio per volare
    dentro la camera nascosta in fondo ai sogni.
    Hanno lasciato bambole piegate,
    scalfite a lungo come vecchie porcellane
    e cenci unti, bagnati nel dolore,
    un grigio perla di lacrime disperse.
    Sono partiti: un carico di pelle
    stipato a forza sui carri della morte,
    come bottino di becera follia
    a disegnare di vermiglio l’universo.




    Maria Grazia Di Grazia


    Opera 6^ Classificata


    Madleine


    A piedi scalzi sotto la pioggia, tra lunghi filari di querce,
    Raccogli dentro le sdrucite tasche
    L’acqua che scivola dalle foglie.
    E mentre intingi le dita in una pozzanghera
    Vedi riflessa la tua immagine tra sottili cerchi concentrici.
    Non sorridere alla luna, povera Madleine!
    Riserva le pallide labbra al tuo amore segreto
    E a lui dedica i tuoi folli pensieri
    Mentre ad occhi chiusi gli corri incontro.
    Un giorno passerai oltre quel cancello
    Stringendo al tuo esile petto una croce di legno.
    Ma oggi devi prendere le tue medicine, Madleine,
    E sorridere…
    Perché i matti sorridono sempre quando inseguono un aquilone.




    Chris Mao


    Opera 7^ Classificata


    Credevo alla luce


    Credevo alla luce
    nel dovere preciso della mia esistenza,
    con un bisogno di cure relegato
    nella camera segreta degli occhi,
    il corpo rapido nel sentirsi abbandonato
    dove il sentiero sperato scompare.
    Credevo alla luce
    nella consapevole armonia del saggio
    che possiede eternamente le parole
    evase dal tempio caldo della bocca,
    con la fede nel mio istinto riconosciuta
    nella bellezza calibrata dell’ultimo sole.
    Credevo alla luce
    evaporata dal corpo lieve dell’aurora
    nell’ora distesa sulle barricate del sonno
    prima della grazia silenziosa del giorno.
    Credevo alla luce
    germogliata nella lucida potenza della pioggia
    cresciuta nelle viscere alate delle nuvole
    nell’aria tesa verso il trionfo delle correnti.
    Credevo alla luce
    caduta dalle trame celesti del destino
    sulle sponde variopinte delle mie visioni.
    Credevo alla luce
    madre silenziosa di ogni mio splendore.




    Pietro Agostino Masotti


    Opera 8^ Classificata


    Istanti di luce


    Sinistre nubi dell’incognito
    che si accumulano sulla nostra vita,
    d’improvviso si stemperano
    dinnanzi al tripudio di luce
    del sorgere del sole sopra i verdi poggi
    che scendono alla pianura come dolci declivi.


    Lentamente trascorrono le ore
    e le nubi, come petali di pervinca,
    ora tingono l’orizzonte
    nell’impalpabile illusione del crepuscolo,
    mentre il fulgore del cielo si adagia
    nella luce quieta e profonda che precede la sera.


    Di lì a poco, la luna con un lungo riflesso
    sullo specchio d’acqua dormiente,
    saluta il giorno che si accomiata
    in un sospiro di bruma,
    mentre un soffice velo turchino
    precede l’arrivo della notte.




    Morena Festi


    Opera 9^ Classificata


    Mulinelli di memorie


    Mulinelli di memorie
    danzano sui passi
    di un valzer improvviso.
    Volteggiano ancora
    con illusione di vita
    stracci di ricordi
    sulle ali leggere
    di un vento pietoso.




    Con troppo sale nelle ossa

    Con troppo sale nelle ossa
    e il mio cassetto di calzini spaiati
    sul piolo più alto
    con la spillatrice rossa
    a rammendare l’orlo del tempo.



    In questo mare d’incertezza

    Annega l’anima
    in questo mare d’incertezza,
    domande,
    scialuppe per non affondare
    e annaspi di risposte,
    miraggi alla deriva
    in un’alba
    all’infinito senza sole.




    Irene Moro


    Opera 10^ Classificata


    Lettera di un condannato alla madre


    Oh madre,
    sono stato un figlio crudele.
    Con tante sofferenze ho appesantito il tuo cuore.
    Nelle tue vene ho fatto scorrere pece,
    hai respirato zolfo,
    hai pianto acido.
    Oh madre,
    mi chiedi il motivo di tanta cattiveria.
    Ebbene, me lo chiedo anche io.
    Come tuo figlio,
    avrei dovuto proteggerti, avere cura di te.
    Ti ho abbandonata,
    caricando sulle tue spalle un peso troppo grande.
    Sapevo
    che non saresti riuscita a portarlo,
    ma ho continuato instancabilmente,
    senza mai fermarmi.
    No, non mi sono mai preoccupato di aiutarti.
    Oh madre,
    quanto egoismo ho dimostrato.
    Ti ho strappato la bellezza
    e la purezza che fa parte di te,
    che faceva parte di me.
    Il tuo male
    ora mi distrugge.
    Forse i miei sforzi
    non saranno mai abbastanza
    per recuperare il tempo perduto.
    Mi hai tanto amato,
    mi hai cresciuto, mi hai nutrito.
    Oh madre, perdonami.
    Oh natura, madre mia,
    Nelle mie vene ora scorre pece.
    Respiro zolfo.
    Piango acido.




    Lucio Postacchini


    Opera 11^ Classificata


    Un giorno di primavera


    Poesia che nasce
    Nel vento leggero,
    In un giorno di sole
    Di un marzo che muore,
    Ma che inonda il campo
    Di gentil primavera.
    Si sente l’odore del tempo
    Di passate stagioni,
    D’anime assolte
    E vibranti in farfalle
    Che si posano lievi,
    Come il passo di chi sente
    L’incanto.




    Rodolfo Zanardi


    Opera 12^ Classificata


    Precipitevolissimevolmente


    Presto! Presto! Faremo tardi a scuola!
    All’una in ufficio c’è un cliente!
    Sbrigati, bisogna fare in fretta,
    corri, che l’aereo non ci aspetta!
    Vola, senza sostare un momento.
    Con quale risultato: il fallimento!
    Visto qual è stata la conclusione,
    ne valeva veramente la pena?
    Vivere ogni giorno in altalena.
    E dovrei essere assai contento,
    ridotto come le foglie al vento?
    Seduto sull’argine del fiume,
    guardare il sorgere del sole,
    vedere nel ciel le rondini volare,
    sentire il profumo delle viole,
    e le piccole cose che puoi fare.
    E allora? Vivere la vita con
    tempi di ghepardo o di lumaca?
    Correre affannarsi o indugiare?
    Piano, senza fretta, lentamente.
    Diceva Augusto: festina lente.
    Lentissimevolissimevolmente!



    L'Albo d'Oro:
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