Clara Bianchi
Opera 1^ classificata
Notturno
Ancora la notte mi sorprende
con i suoi misteri celati
dietro un pizzo leggero
di bianche trasparenze
filtro lattiginoso
di sogni confusi e smarriti
oscillanti nei meandri della mente
stretta nell’ultimo assedio del giorno.
Sul prato stellato della notte
raccolgo petali d’amore
da spargere al vento
nei giorni di tempesta.
Nelle notti di Ferragosto
contemplo quei bagliori pulsanti
che improvvisi solcano il cielo
sulle ali dei miei desideri.
Sempre attendo la luna crescente
per seminare fiori di illusioni
nel campo arato di fresco
dal vomere della speranza.
E ancora la notte mi sorprende
nel suo abbraccio voluttuoso
per lasciarmi con una carezza fuggevole
sulle rive trasognate dell’alba.
Laila Tromboni
Opera 2^ classificata
L’oblio della disperazione…
Attanaglia la mente e i deboli passi…
Che si trascinano lenti e inesorabili…
Uno dopo l’altro,
si contano i giorni in cui un unico desiderio si fa strada…
Prendere a pugni la vita… tutto e tutti!!!
Perché no, a questo punto non sembra davvero
esserci alcuna via d’uscita…
Eppure lo so, il sole prima o poi fa capolino tra le nuvole…
Perché non esiste tempesta… senza quiete…
Non esiste alcun dolore senza la gioia infinita…
Le mani tremano…
La voce è flebile…
Il cuore riprende il suo normale battito…
Un raggio di sole all’orizzonte s’intravede…
E la vita a poco a poco ricomincia a fiorire…
Così, le deboli radici s’infittiscono…
Così, penetrano nel mio profondo io…
E la mia anima è più forte…
E non temo più me stessa…
Perché ovunque andrò…
Qualunque cosa farò…
Me stessa sarà sempre con me!
Filippo Inferrera
Opera 3^ classificata
Quel ponte sul fiume destino
I passi madidi di sudore,
le case straniere dietro le spalle,
le tute mimetiche cucite a pelle:
andavano verso il bagliore degli elicotteri,
trascinando nei tascapani lunghe notti d’insonnia.
In sequenza apparivano i loro nomi di battesimo,
i troppi mesi di assenza dalla famiglia,
le mani erano colme di afa e di zanzare.
Camminavano sotto tralicci ad alta tensione,
la radio incollata al petto,
nel silenzio, un mondo fiorito di ricordi.
Paura di morire o, forse, di sopravvivere.
L’ultima cena familiare cristallizzata nell’aria,
la madre, il figlio, la donna sposa fortemente corteggiata.
Vite impegnate nel grido di amore
verso un fratello sofferente, in gesti di solidarietà
per rendere meno dura ogni notte d’angoscia.
E là, impassibile, stagliato sopra un cielo plumbeo,
quel ponte sul fiume destino,
dove erano transitati in fila indiana,
con il sapore del prossimo ritorno a casa,
con l’odore del gelsomino rampicante,
con il suono del ruscello e la voglia di sorridere,
e dove udirono la deflagrazione di membra umane.
Piaceva la musica degli uccelli migratori
a quei corpi straziati dall’odio,
ordinatamente riversi sul pietrisco sabbioso,
osservati come merce da spendere.
Erano ragazzi, resteranno ragazzi.
Che fallaci parole non sfregino
questa vergine giovinezza, se sono soltanto
pagine scritte con cattiva calligrafia.
Adriano Scandalitta
Opera 4^ classificata
Terra dei miei natali
Terra dei miei natali
offrimi il palpito sereno
del tuo verde cuore,
il fresco e sussurrante canto
delle tue risorgive,
il volo largo e solenne
dei tuoi aironi cenerini,
il profumo intenso e inebriante
delle tue fienagioni,
il fruscio cullante delle alte
chiome dei pioppi,
il colore verde-oro
delle turgide spighe di riso,
il velo denso, grigio della tua nebbia
che nasconde misteri che si sciolgono
al primo pallido raggio di sole
… Terra dei miei natali
fa che il mio cuore ti canti
per qualche anno ancora,
fino a quando il vento esile
di un sogno di primavera
mi solleverà, leggero, nel Cielo
di una nuova Alba di vita.
Annamaria Ragni
Opera 5^ classificata
Sera estiva
Sbriciola la sera
nel grigiore sotteso
di crepuscolo estivo
– dispersione veloce
rossa di petali
come sangue al vento.
Scompaiono orizzonti
immobili
in mondo rarefatto
_Ultimi trilli
nel tremolar di foglie
accartocciate
entro nidi dormienti
Vortica l’aria
in nugoli di polvere
scopre improvvisi
sprazzi d’azzurro
e li disperde
in veli di tristezza.
– Fonde argento
luna nascente
su onda tacita
e vibrano su steli
traslucidi ranuncoli.
In muta sospensione
di pensieri
s’adagiano reconditi i ricordi
e scendono sul fondo
Non ha dunque fine l’abisso?
Ma di laggiù
ancora si vedono… le stelle
Ernesto Bertino
Opera 6^ classificata
La forza dell’amor che ci completa
La forza dell’amor che ci completa,
così ha voluto Lui che tanto ha amato,
fatta è per condurci a quella meta
cui il Sommo Fattor ci ha destinato.
La via dell’amor non è di seta,
il successo final va meritato
e l’unico sentir che il cuore allieta
è mai rimpianger quel che s’è donato,
poiché l’amor è un attimo ed è eterno,
sia che duri poco oppur per sempre
esso per noi funziona come un perno:
noi ritroviam riferimento sempre
attorno a lui seppur con fare alterno
per poter rinforzar le nostre tempre.
Simona Pagliari
Opera 7^ classificata
Di luce e d’amore
Ho imparato dal mio scolaro
che la vita è il dramma
di una gomma persa.
Ed è il miracolo
di un fluorescente braccialetto.
Ho deciso di sorridere
anche quando le gote
sono vincolate dal dolore.
Mi sono messa a vivere
malgrado il mio cuore
cessasse di battere
al ritmo della passione.
Leggo il tempo
col pendolo dell’anima
scandito dai ricordi.
In senso antiorario
per gioire del passato.
Alla velocità dei sogni
per vedere il mio futuro.
Ho semplicemente capito
che il sole
è in me.
E vivrò dei suoi raggi
portando calore
a chiunque mi offra
un gesto d’amore.
Giulia Rita Forte
Opera 8^ classificata
Vela
È una vela spiegata la mia vita
quando Brezza leggera la ristora.
A vele gonfie, a volte, essa procede;
poi spiran Bora, Libeccio e Tramontana
e gli ampi squarci fan ammainar la tela.
Mare salato è in quelle fibre mute.
Lampi e burrasche in quelle corde tese!
Libero oceano è l’aria che respira,
porto calmo e sicuro la sua meta.
Simonetta Gini
Opera 9^ classificata
Dentro l’anima
Se Dio avesse occhi,
non so se mi vedrebbe.
Ma Dio ha una bocca,
usa parole universali,
qui, dentro di me,
come un soffio
parla alla mia anima.
Dio si fa sentire,
si muove,
si torce,
il cuore soffre.
Dio non fa attenuare
la sofferenza,
non mi solleva
dalla solitudine.
Mi fa vedere
i giorni che furono,
gli sbagli fatti,
i torti subiti,
rinunce e dolori.
Insinua però
un lieve pensiero,
un suo dolce lascito d’amore.
Dio non mi vede
ma apre i miei occhi,
perché io possa capire
il dono della mia vita.
Paola Bavera
Opera 10^ classificata
C’era una volta…
C’era una volta
la primavera
preludio di una stagione
tinta dei colori vividi del sogno.
C’era una volta
l’amore vero
stupidamente lasciato morire
per inseguire false chimere.
C’era una volta
più futuro che passato
e mille sogni da rincorrere
mille desideri da realizzare.
C’era una volta…
ora nulla è più come prima
gli anni sono volati via
insieme alla meravigliosa
leggerezza di un tempo
e il lieto fine spesso manca.
Momenti di speranza
momenti di sconforto
talvolta sembra impossibile
proseguire il cammino
imparando ad apprezzare
ogni singolo istante
di questa crudele
ma irrinunciabile VITA.