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Premio Letterario Internazionale Il Club dei Poeti 2011
XV Edizione

Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio 2012
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:
  • La premiazione si è tenuta sabato 28 gennaio 2012 alle ore 15:00 presso l’Auditorium «Recagni» della Scuola Sociale Accademia delle Arti in via Marconi 21 a Melegnano con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale Assessorato alla Cultura e Identità. Direzione artistica a cura di Fabrizio Ferrari, performances artistiche a cura di Fabrizio Ferrari, Cristina Petriccioli e Davide Milani. Online le fotografie della manifestazione nella sezione Gallery a cura di Emilio Ferrari: Prima parteSeconda parte I vincitori sono stati tempestivamente avvisati a mezzo posta e tutti i partecipanti riceveranno una copia della rivista Il Club degli autori con i risultati del concorso.
  • La Giuria rende noti i risultati in data 07-04-2011 – la valutazione delle opere pervenute è iniziata in data 17-02-2011
Risultati

Risultati XV Edizione del Premio Letterario Nazionale Il Club dei Poeti 2011


La Giuria della XV Edizione del Premio Letterario Nazionale Il Club dei Poeti 2011, presieduta per la Poesia dalla dotto.ssa Olivia Trioschi e per la narrativa dal dott. Massimo Barile, rende noti i risultati:


Sezione Poesia:

  • Autore 1° classificato con «Dovremo pur morire di qualcosa», Marco Galvani, Gaggiano (MI).
    Questa la motivazione della Giuria: «Eccoli qui, i confini entro i quali ci muoviamo: cammino e meta, ricordo e rimorso, desiderio e miraggio, pesantezza e leggerezza. Ed è certo che, alla fine, “dovremo pur morire di qualcosa”: una constatazione, finalmente priva di dolori e angosce, che restituisce alla dimensione umana nettezza di contorni e coraggiosa consapevolezza. È bello leggere una poesia che chiama le cose con il loro nome, e che non ha paura di misurarsi con la fatica del passo, senza elevare lamenti o cercare a tutti i costi certezze retoriche quanto illusorie. Qui non c’è illusione, forse non c’è neppure speranza, ma c’è una domanda che vale più di tante risposte: le quali, naturalmente, dipendono da ciascuno di noi. Ma se esiste la domanda, allora il senso del cammino sta proprio lì, in quell’uncino sospeso tra la spiaggia e il mare, tra una riga di poesia e il foglio bianco. Tra il poeta e noi, che accogliamo con gratitudine il dubbio, vero dono del cielo in tempi di troppe sicurezze». Olivia Trioschi
    Vince Targa Il Club dei Poeti – Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Pubblicazione dell’opera premiata sulla Rivista Il Club degli autori e sul sito Internet del Club degli autori – Attestato di merito.
  • Autore 2° classificato con «Coordinate», Stefano Tonelli, Milano.
    Questa la motivazione della Giuria: «Le coordinate danno sicurezza: ci dicono dove siamo, quale punto occupiamo sulla superficie terrestre; ci ancorano, insomma, da qualche parte. Però sappiamo benissimo, tutti quanti, che conoscere la propria collocazione spaziale non impedisce di sentirsi ugualmente un po’ persi e smarriti in mezzi a tanti altri piccoli punti come noi. A quali coordinate fare riferimento, allora? Da questa lirica arriva una possibile risposta, musicale e semplice. Gli estremi si toccano, l’odio è amore col segno meno davanti, il tempo è curvilineo, e il passato non si dimentica di noi, per quanto noi ci sforziamo di dimenticarci di lui. Per orientarsi esistono altre due coordinate, e una condizione: ”intelligente pietà e viva compassione / che sprofondino dalla mente allo stomaco”. Una traiettoria che porta dalla razionalità all’emotività (alla passione, anche), che unisce la lucidità all’empatie, e che ci fa trovare dove siamo in noi stessi, prima ancora che rispetto all’esterno. Senza queste coordinate rimaniamo là, “nella nebbia e nelle sabbie immobili”, “anime già morte o non ancora note”. È possibile questa conciliazione? Si può vedere gli altri, ma nello stesso tempo sentirli con l’anima? Difficile, ma poesie come questa ci aiutano». Olivia Trioschi
    Vince Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Pubblicazione dell’opera premiata sulla Rivista Il Club degli autori e sul sito Internet del Club degli autori – Attestato di merito
  • Autrice 3^ classificata con «Ritorno», Angela Catolfi, Treia (MC).
    Questa la motivazione della Giuria: «Leggere questa poesia è come sfogliare un album di fotografie, di quelle un po’ consumate dal tempo, dalle mani che le hanno sfogliate e, forse, da qualche lacrima che ne ha bagnato gli angoli. C’è, nella prima strofa una dichiarazione di volontà (“voglio stare qui”) che prelude a un attimo di sospensione, come un respiro trattenuto prima di aprire un album fatto di velluto e ricordi. Poi, d’un colpo, il passato si sventaglia in istantanee che restituiscono oggetti ed emozioni: scarpe troppo grandi e sussurri, cataste di legna e cieli immensi, aerei di carta e sogni. In questi ricordi l’io lirico, così prepotente nella prima strofa, si confonde e si azzera, per lasciare la voce alle cose di un tempo, non alla consapevolezza di ora. Consapevolezza che ritorna, nell’ultima strofa della lirica, a ristabilire la distanza tra quel tempo perduto, che per un istante sembrava aver ripreso vita, e il presente in cui quel passato è solo il ticchettio di un “metronomo nostalgico”. Distanza invalicabile tra le dimensioni temporali e persistenza della memoria sono i due poli tra i quali oscilla questa lirica, senza la pretesa di trovare un’impossibile conciliazione ma con tanta, tanta tenerezza per quelle parti di sé e del proprio mondo che forse sono ancora lì, da qualche parte, dentro di noi». Olivia Trioschi
    Vince Pubblicazione di un Quaderno di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Pubblicazione dell’opera premiata sulla Rivista Il Club degli autori e sul sito Internet del Club degli autori – Attestato di merito


  • Autore 4° classificato con «Gli occhi di mia madre», Pietro Catalano, Roma.
    Questa la motivazione della Giuria: «Parlare di argomenti abusati come gli affetti familiari, e in particolare le madri, è sempre un rischio, o almeno una sfida. In questo caso, la sfida è riuscita: la lirica vibra di serenità e sincerità nel ripercorrere i momenti fondativi della maternità: la nascita, l’allattamento, la calda carezza che unisce meta e traguardo in un unico gesto di tenerezza e dedizione. Ancora più riuscita, la sfida, negli ultimi versi: in quell’incrocio di sguardi tra il padre, la madre e la figlia che verrà, già tutta contenuta in quel momento. Un bellissimo effetto di triangolazione temporale ed emotiva che dà alla lirica il tono e l’atmosfera di una favola d’amore». Olivia Trioschi
  • Autrice 5^ classificata con «Il Pantheon», Tiziana Tomasulo, Rionero (PZ).
    Questa la motivazione della Giuria: «Una passeggiata tra le strade di una Roma assonnata e un po’ imbronciata sotto un cielo pesante di nuvole si trasforma in un cammino dei sensi risvegliati, forse resi più acuti dall’atmosfera solitaria e sospesa tra prolungamento del sogno e realtà: brezze e odori di cibo, nebbie impalpabili e raggi di un sole indeciso, guidano al recupero del tempo perduto ma più ancora all’attesa, vagamente ironica, del tempo non ancora arrivato. Finché, dentro al Pantheon, sotto la sua mole massicciamente rabbiosa, gli ultimi lembi del sonno svaniscono, e il dolore – che non ha bisogno di altro nome, perché è lui, lo conosciamo bene – riprende il suo posto senza chiedere permesso. Ma è l’ironia, non il dolore, a dire l’ultima parola in un finale apparentemente in sordina che ci ricorda quale formidabile arma possediamo, a saperla usare: l’ironia, appunto, da non confondersi con la rassegnazione». Olivia Trioschi
  • Autrice 6^ classificata con «Ombre senza occhi», Claudia Nicchio, Vigonza (PD).
    Questa la motivazione della Giuria: «Una breve lirica per dire e ricordare quanto sia difficile conoscersi e definirsi, e quanto fuorvianti siano gli specchi – persone, situazioni, noi stessi – che rimandano illusioni nelle quali cadiamo prigionieri. Particolarmente felici sono le ultime due strofe: l’immagine della donna chiusa nelle “quattro pareti del mio essere disadorna”, e lo smarrimento nel sogno che chiude la lirica, ci dicono quanto possa essere arduo – o impossibile – avere a che fare, prima o poi, con il nostro autentico sé. Siamo forse tutti “ombre senza occhi”, dice questa lirica, parvenze di realtà che sempre sfuggono». Olivia Trioschi
  • Autrice 7^ classificata con «Disagio», Maria Cristina Perin, Altavilla Vic.na (VI).
    Questa la motivazione della Giuria: «La lettura di questa lirica – ad alta voce, è importante – riserva una sorpresa: il tema dichiarato nel titolo, “Disagio”, è condotto con l’evidente desiderio di giocare con i suoni, affollando rime e paronomasie in pochi versi. Una vera festa di suoni che conduce il lettore, senza parere e come se non avesse tanta importanza, a sprofondare nell’abisso disarmonico che conclude la lirica: “nemmeno più la natura” è una negazione senza speranza, un colpo di mano che spazza via ogni speranza e ogni illusione. Ci sarebbe da sentirsi un po’ imbrogliati, se non fosse che questa corsa festosa verso l’azzeramento è, a guardar bene, la cifra delle nostre vite». Olivia Trioschi
  • Autore 8° classificato con «Il primo buio», Chris Mao, Ormea (CN).
    Questa la motivazione della Giuria: «Paesaggi antichi e suggestioni d’altri tempi segnano il tempo interiore di questa lirica, appesa a un filo che corre tra “questa” notte presente e l’eco di molte altre, fatte di attese e candele nel cui cerchio, a tratti, volti appaiono. Ma i veri protagonisti sono il respiro delle montagne, degli alberi, del vento, l’attesa indefinibile di un segno di vita e gioia. Intanto, laggiù, viandanti si stagliano contro il cielo. Intanto, qui, tutto è sospeso: forse qualcosa di perfetto e unico si compirà, in questo istante che racchiude il destino di ognuno di noi». Olivia Trioschi
  • Autore 9° classificato con «Lontano da qui», Francesco Marmorato, Parghelia (VV).
    Questa la motivazione della Giuria: «Di nuovo il tempo, grande mistero, amico e nemico, odiato e invocato: di nuovo il tempo è il tema da cui muove il desiderio e forse il bisogno di scrivere versi. Qui il tempo è anche spazio: un luogo mitico, un altrove dove di scorgono “notti illuminate, rivoli dorati, calde emozioni”, una fata morgana che ci attrae e ci sfugge, rivelando solo a tratti il senso, il disegno, la trama complessiva degli eventi. Ma no, la mente “cerca trafelata”, ma non trova: non resta che abbandonarsi alla contemplazione di quel luminoso paradiso perduto in cui passato e futuro convivono». Olivia Trioschi
  • Autore 10° classificato con «Sarà giorno», Marco Ceccherini, Livorno.
    Questa la motivazione della Giuria: «“Sarà giorno” è molto più dell’ultimo verso – che non certo per caso dà il titolo alla lirica: è una preghiera e un inno di gioia per la nuova luce che torna sempre, dopo amori e illusioni, dopo paura e pianto. Questa lirica è breve, densa, fluida e pastosa come il sangue e l’acqua evocati nei versi centrali: elementi semplici e vitali che riportano la vita nella sua dimensione di serena accettazione del dolore, nella certezza che “sarà giorno”, sarà chiaro, sarà l’esistenza che si rinnova sempre». Olivia Trioschi


Dal 4° al 10° classificato vincono: Buono valido per avere 30 copie in omaggio in caso di pubblicazione di un proprio libro con la casa editrice Montedit t – Pubblicazione della poesia sulla Rivista Il Club degli autori e sul sito Internet del Club degli autori – Attestato di merito


  • Autrice segnalata con «Per Alda Merini», Paola Curagi, Bollate (MI).
    Questa la motivazione della Giuria: «Ad Alda Merini, poetessa dal tortuoso percorso di vita, particolarmente cara a chi almeno una volta si è sentito ai margini di sé e degli altri, sarebbe piaciuto essere salutata così: con un pianto dorato di foglie, un volo silenzioso e leggero che congiunge finalmente terra e cielo; sole voci, il sussurro degli alberi». Olivia Trioschi
  • Autrice segnalata con «Semer la Paix», Esther Gratton, Montereale Vercellina (PN).
    Questa la motivazione della Giuria: «Seguiamo volentieri l’invito di questa delicata, brevissima lirica, in cui riferimenti colti e semplicità trovano un fortunato equilibrio: raccogliamo petali di fiori che possano profumare le case e purificare gli animi; raccogliamo petali di fiori con cui seminare amore e pace in questo mondo tormentato, dove i conflitti vengono alimentati anche da chi, invece, dovrebbe parlare con parole semplici e universali come queste». Olivia Trioschi
  • Autrice segnalata con «Tre carezze, dentro un’emozione», Floredana De Felicibus, Atri (TE).
    Questa la motivazione della Giuria: «La lirica parte dall’acquisizione di una consapevolezza: “so”, cioè conosco, vivo, ho esperienza del dubbio, dell’incertezza, delle illusioni. Frequento la mia anima, dunque, e proprio lì, “dove dimorano i pensieri” e “s’involano le emozioni”, lì nel cuore di tutto, avviene il punto di contatto tra sé e sé, tra sé e gli altri. “Qui dovremmo giungere / e da qui ogni volta ripartire”, scrive il poeta, in un incessante fluire di energia che conduce molto in alto: lassù, nella metà chiara del volto della luna». Olivia Trioschi


Agli Autori segnalati dalla Giuria verranno assegnati Attestati di merito.


Sezione Narrativa:

  • Autrice 1^ classificata con «Ritorno a Flavigny», Katia Brentani, Bologna.
    Questa la motivazione della Giuria: «Nel racconto “Ritorno a Flavigny” Katia Brentani riporta lo struggente recupero memoriale d’un uomo che, dopo molto tempo, ritrova un frammento della sua vita. Le simboliche scatole ovali di alluminio contenenti “Anis de Flavigny”, che ogni anno gli venivano inviate dalla Francia fin dal 1945, rappresentano il legame con il passato, il sottile filo della memoria che mantiene vivo il ricordo della donna che lo aveva salvato dall’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale. Nel momento in cui il dolce regalo non arriva più, tutto appare chiaro. Il finale a sorpresa rende ancor più struggente il ricordo di quel breve amore dal quale lui è scappato e fa risplendere l’immenso amore di quella donna salvifica. Con una scrittura limpida, Katia Brentani offre una storia pervasa dalla forza dell’amore, dall’importanza della memoria e dal destino della vita al quale nessuno può sfuggire». Massimo Barile
    Vince Targa Il Club dei Poeti – Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e sul sito Internet del Club degli autori – Attestato di merito – Attestato di merito.
  • Autore 2° classificato con «Strada meditazione (Il viaggio solitario)», Roberto Caselli, Torino.
    Questa la motivazione della Giuria: «“Strada Meditazione” di Roberto Caselli rappresenta un viaggio simbolico d’un uomo solitario nei meandri della vita e dentro se stesso. Ecco il viaggio come riscoperta del proprio sé e consapevolezza della propria condizione esistenziale. La necessità vitale ed inderogabile di “sentirsi liberi”, seppur incompresi dal mondo e giudicati asociali, si accompagna alla volontà di ritrovare nuovi orizzonti e riscoprire insperate prospettive. Roberto Caselli, grazie ad una scrittura fluida e precisa, con il suo racconto è capace di penetrare nel profondo delle sensazioni, nell’essenza dell’esistere del protagonista di questa metaforica narrazione». Massimo Barile
  • Autore 3° classificato con «La messa di Ottiero», Luigi Di Legge, Rozzano (MI). Questa la motivazione della Giuria: «L’inatteso incontro in una chiesa tra un ateo che partecipa alle funzioni “solo per cantare” e un ex compagno di scuola che, al contrario, è un fedele devoto. Il racconto di Luigi Di Legge è giocato tra realtà e finzione, alternando memoria e visione irreale del protagonista che, nel finale, non saprà se quella figura devota è stata presenza illusoria, proiezione simbolica destinata a scomparire per rendere giustificazione del suo modo di “interpretare” e vivere il gesto di fede con l’unico scopo di poter cantare e “sentirsi libero”. Racconto che offre motivi di riflessione con arguzia e divertimento». Massimo Barile
  • Autrice 4^ classificata con «Un incarico in Valle Stura», Roberta Petraglia, Genova. Questa la motivazione della Giuria: «La “necessita umana di ricordare” in un racconto suggestivo che riconduce alla navigazione delle ultime navi a vapore che diventa testimonianza della fine di un’epoca. Roberta Petraglia, con una scrittura densa d’atmosfere legate al tempo andato, offre la sua storia e, tra il salmastro di Genova e il sapore nostalgico, emerge prepotente il valore della memoria». Massimo Barile
  • Autore 5° classificato con «L’Ufficio Memento», Tiziano Vecellio Mancini, Urbino (PU).
    Questa la motivazione della Giuria: «Racconto interessante e decisamente pungente. La fantasmagorica telefonata dell’Ufficio Memento con la terribile convocazione per pagare la colpa di “voler cercare la felicità”: una sorta di prevenzione contro la felicità che potrebbe provocare “insane pulsioni” in coloro che la raggiungono, la perdono o la difendono per non perderla. Tiziano Vecellio Mancini è abile nel destreggiarsi in tale contesto e, in un gioco tra reale e surreale, mette nelle mani del lettore l’ultimo sigillo: estirpare la felicità è un imperativo, l’assenza di dolore è il traguardo». Massimo Barile
  • Autrice 6^ classificata con «A piccoli passi», Gioconda Nadia De Stefano, Carbonara Scrivia (AL).
    Questa la motivazione della Giuria: «Il racconto di Gioconda Nadia De Stefano riconduce all’importanza d’un gesto d’amore prima che sia troppo tardi. Ecco la promessa fatta da una donna all’amica gravemente ammalata. L’offerta di un semplice gesto d’amore può recuperare il tempo perduto e aiutare a comprendere cosa significa “vivere”. L’amore è salvazione». Massimo Barile
  • Autore 7° classificato con «Il ripostiglio», Andrea Polini, Livorno.
    Questa la motivazione della Giuria: «Il ripostiglio dove sono custodite le cose di una vita, dai ricordi d’infanzia ai frammenti di vita ingialliti sopra vecchie foto, assurge a luogo simbolo d’un uomo che, ogni notte prima di andare a dormire, consuma il suo rito profano della visita al ripostiglio. Lo scrigno può far rivivere magicamente i ricordi, le immagini e le emozioni d’un tempo ormai svanito. Il ripostiglio è la ragione dell’esistenza: “la memoria aiuta a vivere” e Andrea Polini, con questo racconto intimista, rende perfettamente l’intenzione narrativa». Massimo Barile
  • Autrice 8^ classificata con «In treno da Milano a Roma», Isabella Coluzzi, Roma.
    Questa la motivazione della Giuria: «Un viaggio in treno da Milano a Roma diventa momento di rivisitazione delle esperienze esistenziali di una donna che ora torna dal padre ammalato. Il ricordo è prepotente e struggente, la vita scorre veloce davanti agli occhi ed il racconto della propria vita si fonde con il viaggio stesso: per ritrovare il padre, per ritrovare una parte di se stessa. Isabella Coluzzi, con estrema delicatezza, rende narrativamente suggestivo tale stato d’animo». Massimo Barile
  • Autrice 9^ classificata con «Tempo di luna», Silvia Marini, Tirrenia (PI).
    Questa la motivazione della Giuria: «La storia di un uomo, ormai giunto all’ultima stagione della vita, che continua a fare sempre la stessa passeggiata sul colle tra i cipressi, in attesa del ricordo, in un sogno “ad occhi aperti”, della donna che aveva amato da giovane ma non aveva seguito, tra mancanza di coraggio e rimpianti senza tempo. Come a nascondere un segreto nell’anima pur vivendo finchè il sogno diventa sempre più forte. Le intuizioni-intenzioni di Silvia Marini sono amorevolmente penetranti e narrativamente intense». Massimo Barile
  • Autrice 10^ classificata con «La finestra sul viale», Antonella Padalino, Alpignano (TO).
    Questa la motivazione della Giuria: «La simbolica finestra sul viale ha permesso di vedere il susseguirsi degli eventi di una parte della vita. Attraverso il recupero memoriale tutto riprende vita con semplicità e Antonella Padalino, con genuinità, offre, a piene mani, un intenso profumo d’umanità, tra sofferta esistenza e piccole gioie quotidiane. L’ultimo sguardo fuori da quella finestra sul viale aiuterà a guardare il mondo con occhi nuovi. Come è giusto». Massimo Barile


Dal 2° al 10° classificati vincono Attestato di merito – Pubblicazione del racconto in Volume Antologico dei racconti vincitori della sezione Narrativa, edito dalla casa editrice Montedit, con assegnazione di 5 copie gratuite a ciascun Autore – Pubblicazione sul sito Internet del Club degli autori


La cerimonia di premiazione si terrà sabato 28 gennaio 2012 alle ore 15:00 presso l’Auditorium «Recagni» della Scuola Sociale Accademia delle Arti in via Marconi 21 a Melegnano con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale Assessorato alla Cultura e Identità. Direzione artistica a cura di Fabrizio Ferrari. Gli Autori premiati riceveranno a mezzo posta comunicazione in merito a data e luogo della manifestazione. Tutti i partecipanti riceveranno una copia della Rivista Il Club degli autori con i risultati del concorso.


Opere vincitrici


Marco Galvani


Opera 1^ classificata


Dovremo pur morire di qualcosa


Dovremo pur morire di qualcosa
D’inerzia, forse


Con sforzo si posa
nella sabbia il passo e affonda
Poi di nuovo procede
ma non lascia impronta


Del vento
la risacca
le mie omissioni
e il pretesto dei rimorsi
sciacqua


Ma che cosa è mai questa deriva
che di duna in duna ancora mi sospinge?
Questo riverbero di cielo
adagiato su polvere d’oro?
Questa vertigine azzurra
questo presentimento che sussurra?



Stefano Tonelli


Opera 2^ classificata


Coordinate


Il tempo non è lineare ma curvilineo
e le rette parallele sono destinate ad incontrarsi.


Non ci può essere bene senza male
come il buio vive ai margini della luce.


L’odio è amore col segno meno davanti
in mezzo all’immenso mare dell’indifferenza.


Ci possiamo dimenticare del passato
ma il passato non si dimentica di noi.


La vita ci presenta sempre i suoi (e nostri) conti,
e si riceve sempre quello che si dà (prima o poi).


Questo mondo è solo un’illusione e un giorno
la Creazione tornerà più ricca a se stessa.


Tutto ciò qualcuno lo intuisce forse in olimpica
serenità, con divino stupore, con temeraria intuizione.


Ma senza intelligente pietà e viva compassione
che sprofondino dalla mente allo stomaco


intridendo ogni singola cellula dell’anima
e del corpo, tutte queste Sante Verità


sono accurati progetti per castelli di carta
illuminati dalla fredda luce della luna,


passaporti per vite nella nebbia e nelle sabbie immobili,
cristalline speculazioni di anime già morte o non ancora nate.



Angela Catolfi


Opera 3^ classificata


Ritorno


Voglio stare qui
con gli origami opacizzati
dei ricordi,
che riaffiorano
da spessori di velluto


Borbottio di preghiere
nelle sere d’inverno,
nelle attese impazienti
sospese alle travi
come grappoli d’uva,
nella smania d’indossare
scarpe ancora larghe.


Tutto è rimasto là
ad aspettare:
gli oggetti amati
e poi abbandonati,
l’odore delle stoppie arse,
il cielo con la luna immensa,
il sogno di volare
su aeroplani di carta.


Immagini in bianco e nero
tra cataste di legna
e gocciare di rotte grondaie;
intrecci evanescenti
di erbe sulle soglie
nel silenzio di muri scrostati.


Segnali lontani,
istanti fragili, struggenti
nel ticchettio
d’un metronomo nostalgico.




Pietro Catalano


Opera 4^ classificata


Gli occhi di mia madre


Vorrei avere gli occhi di mia madre
per guardare la sua vita compiuta,
urla di gioia
per il respiro sbocciato al mondo,
notti insonni ad allattare
al chiarore della luna,
mani sottili che accarezzano
capelli di amori perduti
il giorno prima dell’ultimo saluto.
Con i suoi occhi vorrei vedere
gli occhi di mio padre
che la fissano
mentre canta fanciulla alla fontana,
io prima di nascere
ero in quello sguardo.




Tiziana Tomasulo


Opera 5^ classificata


Il Pantheon


Vado in giro tra le ombre indecise
nel sole timido del risveglio.
Un odore bagnato dal mattino
pensoso di caligine mi ricorda
un altro giorno, e m’innamora di nuovo
di un vago amore. O forse è l’amore
che porta con sé
mattini persi nei cambi di stagione.
Così il tempo spalancato è un retrogusto amaro
in bocca alla felicità.


Per le vie di Roma mi sorprendono brezze
come carezze del passato.
Nei vicoli densi un odore saziante
di cibo e di fame.
Poi per tutto il corpo canta una canzone,
come un bacio sulle labbra: un suono agro
di frutto acerbo
come un manto ruvido sulla pelle.


Il Pantheon sembra imbronciato sotto le nuvole
di un cielo indigesto. Entro,
sfidando l’ira innalzata delle sue colonne.
Dal soffitto aperto fuma una pioggia
sospesa di sonno lento.
Ma lo scoppiettio, solo e incredulo,
dell’acqua sul pavimento mi riporta
la carne umida del mio dolore.


Ma poi una cosa penso:
è finito maggio, anche giugno finirà.




Claudia Nicchio


Opera 6^ classificata


Ombre senza occhi


Oggi vorrei dire al mondo
che ho camminato su e giù
per le maree senza incontrarmi mai.
Quante volte ho scostato
i capelli dal mio viso:
ombre senza occhi
nell’aspetto stanco.
Le quattro pareti
del mio essere disadorna
mi vedono curva e china
a pulire i vetri della giornata.
Tuttavia mi perdo
perché non dormo nel letto
ma nel sogno di chi io sono.




Maria Cristina Perin


Opera 7^ classificata


Disagio


Ridurmi a niente
in una posa leggera


Sostare sospesa
con la bocca aperta
sorpresa in attesa
immobile muta
guardata guardare
l’inesprimibile nulla
vuota nel vuoto
nemmeno più la natura




Chris Mao


Opera 8^ classificata


Il primo buio


In questa notte,
l’ascolto di chi veglia
percepisce solo il soffio
di una vita segreta,
volti s’accostano alle candele
per odorarne il primo buio
denso di fumo e d’abbandono;
lo spazio gronda d’una pace sonora
d’alberi scossi
e tu aspetti invano un segno di letizia
dalle rincorse di vento nelle contrade.
Viandanti di pece
tagliano il fondale cobalto,
verso le montagne.




Francesco Marmorato


Opera 9^ classificata


Lontano da qui


Talvolta nel silenzio ascoltiamo il nostro ieri
come il ricordo frantumato di un sogno.
La cornice sbiadita è il riflesso che vedi
di ciò che è stato e adesso ruota intorno.


Poi un ricordo acciuffato d’improvviso senti
nelle mani nostalgiche che rincorrono gli anni innocenti.
Come seme la mente vola in preda a venti semoventi,
si strugge, e poi sorride, e poi cerca trafelata il senso degli eventi.


Lontano da qui si scorgono ancora notti illuminate,
rivoli dorati, calde emozioni.




Marco Ceccherini


Opera 10^ classificata


Sarà giorno


L’amore e l’illusione fanno capolino
nel mio campo di battaglia.
Il sangue e la fede – estuari mai stanchi –,
scorrono sulla vita come fiumi in piena.
Ho lasciato gli occhi a lutto.
Sono uscito dall’espressione di paura
che avevo costruito intorno a me.
Sarà giorno.


28.12.2010



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