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Premio di Poesia Poeti dell'Adda 2011
XVI Edizione

Ultimo aggiornamento: 04 Giugno 2012
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

  • Clicca qui per vedere l’Antologia del Premio I Poeti dell’Adda 2011 – Spedizione ultimata il 23 aprile 2012 – Spedite le bozze in data 09-01-2012 – Inviata in data 20-09-2011 la comunicazione agli autori ammessi all’Antologia del Premio della sezione poesia, nella quale verranno pubblicate le opere migliori che hanno partecipato al Concorso.
  • Resi noti i risultati in data 29-11-2011
  • La premiazione si è tenuta sabato 28 gennaio 2012 alle ore 15:00 presso l’Auditorium «Recagni» della Scuola Sociale Accademia delle Arti in via Marconi 21 a Melegnano con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale Assessorato alla Cultura e Identità. Direzione artistica a cura di Fabrizio Ferrari, performances artistiche a cura di Fabrizio Ferrari, Cristina Petriccioli e Davide Milani. Online le fotografie della manifestazione nella sezione Gallery a cura di Emilio Ferrari: Prima parteSeconda parte I vincitori sono stati tempestivamente avvisati a mezzo posta e tutti i partecipanti riceveranno una copia della rivista Il Club degli autori con i risultati del concorso.

Risultati

La Giuria della XVI Edizione del Premio di Poesia Poeti dell’Adda 2011, presieduta da Massimo Barile, rende noti i risultati:


  • Autrice 1^ classificata con l’opera «Tristezza» Liliana Rocco, Bresso (MI). Questa la motivazione della Giuria: «La poesia “Tristezza” di Liliana Rocco rappresenta la lenta immersione nella continua ricerca d’una agognata “oasi di pace” che possa sanare le ferite dell’anima inferte dalla vita. Il percorso pare inseguire miraggi sommersi da menzogne. Liliana Rocco propone un viaggio lirico nell’essenza d’una visione multiforme che pare fluttuare e, infine, adagiarsi su parole che vogliono essere sostanza stessa della vita: frutto dolce–amaro da gustare, giorno dopo giorno». Massimo Barile
    Vince Targa Poeti dell’Adda – Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla Casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori, sull’Antologia del Premio e sul sito Internet del Club degli autori – Attestato di merito.
  • Autrice 2^ classificata con l’opera «Le illusioni» Angela Catolfi, Treia (MC). Questa la motivazione della Giuria: «Angela Catafi offre un simbolico percorso dell’Uomo, pulviscolo cosmico che vaga in un “indecifrabile andare”. L’Uomo, con le sue illusioni, viene messo a nudo davanti all’universo dell’esistere: e si incarna in illusa creatura, in umile vagabondo tra “tranelli e abbagli”, in attesa di chissà cosa, costantemente indifeso nel groviglio del naturale divenire». Massimo Barile
    Vince Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla Casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori, sull’Antologia del Premio e sul sito Internet del Club degli autori – Attestato di merito.
  • Autore 3° classificato con l’opera «Dissolvenze» Mauro Domenella, Castelfidardo (AN). Questa la motivazione della Giuria: «Mauro Domenella catapulta la sostanza umana in una dimensione atemporale, tra sospensione e dissolvenza. L’anima è presa nella morsa della precipitazione d’ogni cosa, tra frenesia e consuetudine, tra l’ombra del disincanto e rari sussulti d’amore. Si assiste al lento cupio dissolvi delle passioni, che si perdono nella polvere del tempo, nello svanire della materia, negli abissi del Nulla. Nel minimo solco lasciato dall’essere umano non rimane che “cercare di far crescere un seme” che instilli valore alla vita». Massimo Barile
    Vince Pubblicazione di un Quaderno di 32 pagine edito dalla Casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori, sull’Antologia del Premio e sul sito Internet del Club degli autori – Attestato di merito.
  • Autrice 4^ classificata con l’opera «L’ombra del predatore» Claudia Nicchio, Vigonza (PD). Questa la motivazione della Giuria: «La simbolica porta che permette il superamento della linea di confine d’una realtà ormai perduta permette di passeggiare all’ombra della propria personalità. La poesia di Claudia Nicchio deflagra, al di là del coraggio delle emozioni, oltre lo stesso presunto confine, per giungere al sigillo finale:”Nel labirinto delle sensazioni/come un faro d’inverno/vendo sogni di un predatore/nel cortile di un foglio”». Massimo Barile
  • Autrice 5^ classificata con l’opera «Poesia» Luisa Foddai Guspini (VS). Questa la motivazione della Giuria: «La poesia è nuda offerta, “avida amante” che avvolge fremente come apoteosi d’una dolce condanna alla quale è lieve soccombere. La parola di Luisa Foddai si insinua nella mente, penetra nella carne viva, trafigge sull’invisibile altare d’una lirica crocifissione». Massimo Barile
  • Autore 6° classificato con l’opera «L’ombra della vita» Filippo Finardi, Bologna. Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Filippo Finardi, con originalità, offre un recupero memoriale d’un breve amore “eppure lungo quanto una vita”: le sue parole innalzano la sostanza invisibile che, un tempo, aiutava a sostenere il peso della faticosa e sofferta esistenza, che illuminava nel silenzio d’una stanza, che conduceva oltre le false apparenze e le illusioni. Erranti pensieri che cercano di frantumare la solitudine quando “declina veloce l’ombra della vita”». Massimo Barile
  • Autore 7° classificato con l’opera «Cadranno le stelle» Chris Mao, Ormea (CN). Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Chris Mao si sviluppa sulla linea di confine tra esperienze spirituali e l’amor terreno. Il giardino luminoso della chiesa, il profumo d’incenso, la “caduta delle stelle in un frastuono d’inferno”. Nella sua poesia è racchiuso l’intero percorso: gli occhi che brillano come benedizione, la promessa, l’atto di fede e la caduta. La carne ha il sopravvento». Massimo Barile
  • Autrice 8^ classificata con l’opera «E m’hanno visto bambina» Maria Frida Luccarini, Trezzo sull’Adda (MI). Questa la motivazione della Giuria: «Nel recupero memoriale di immagini ed emozioni, tra sofferti silenzi e faticose conquiste, v’è la condizione di donna che osserva il lungo e travagliato cammino, fino a “tappezzare gli occhi con sottili trame di sogni”. Le sue parole rendono fedelmente le profonde emozioni che diventano carne lirica». Massimo Barile
  • Autore 9° classificato con l’opera «Progetto improprio» Salvatore Scollo, Verona. Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Salvatore Scollo trae la sua forza dalle pieghe della vita: la visione della realtà circostante rimane sospesa nel tempo come se l’inerzia si impadronisse della mente. I frammenti esistenziali e le realtà osservate con indifferenza, sono simboliche constatazioni della propria condizione sospesa: “il basilico a cui non bado”, “le foto sparse negli album” e “lo sbrego nel muro non richiuso”. La mente desidera soltanto volare verso “impegni immaginari” perché, come scrive nella chiusa della poesia: “sino a quando tutto è da finire/sarò destinato a non morire”». Massimo Barile
  • Autrice 10^ classificata con l’opera «Paradiso» Rita Redaelli, Bergamo. Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Rita Redaelli è il sogno di una vita incantata, è la vibrante attesa di un “sorriso del giorno che si allarga dentro il cuore”. Nella lirica deflagra la voglia di vivere, di essere semplice creatura nella natura, di sentirsi presenza nella meraviglia del vivere: il cuore d’una simbolica dea pulsa della stessa bellezza “d’ogni cosa che vive” e splende come l’acqua, sostanza vitale “d’una gemma che sarà fiore”, respiro universale che diventa canto paradisiaco». Massimo Barile


Dal 4° al 10° classificato vincono: Attestato di merito – Pubblicazione della poesia sulla rivista Il Club degli autori, sull’Antologia del Premio e sul sito Internet del Club degli autori


  • Autore Segnalato con l’opera «L’essenza perduta», Filippo Celati, Ferrara. Questa la motivazione della Giuria: «Nel continuo conflitto dell’esistenza, tra ombre e passioni, Filippo Celati “sorvola la vera essenza”, si mette in ascolto di “voci” che provengono dagli abissi dell’anima: la follia della ragione e le emozioni tempestose si annullano in una caduta senza limite, nel profumo d’una salvezza lisergica e nel tormento davanti alle “porte della salvezza”». Massimo Barile
  • Autrice Segnalata con l’opera «Pensa», Floredana De Felicibus, Atri (TE). Questa la motivazione della Giuria: «La vita dopo la vita in un lento navigare nel tempo, abbandonando dietro di sé gli “sguardi stanchi” e le fatiche, salvando i sogni, regalandosi nuove possibilità. Approdare in nuovi mondi e inseguire rinnovati entusiasmi. La molteplicità delle mete, come in un universo da scoprire: il pensiero di Floredana De Felicibus sospinge in una visione sognante che diventa affascinante irrompere nell’ignoto». Massimo Barile
  • Autore Segnalato con l’opera «Mani di fanciullo», Franco Frainetti, Sezze (LT). Questa la motivazione della Giuria: «I “ricordi racchiusi nel cuore” diventano sostanza lirica che offre la temporanea rinascita delle emozioni d’un tempo andato. Franco Frainetti riconduce la sua poesia al lento fluire del tempo: debole luce che si spegne su quelle stesse pietre accarezzate quando era fanciullo». Massimo Barile
  • Autore Segnalato con l’opera «Sulla pagina bianca», Marco Galvagni, Milano. Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Marco Galvagni rappresenta il lento eclissarsi nel rifugio dove “giace inerme” la visione lirica che attende lo spiraglio di luce. La percezione della poesia, nella visione di Marco Galvagni, è palpito intimo, bagliore vitale che guida verso “nuove chimere”». Massimo Barile
  • Autore Segnalato con l’opera «Solamente umano», Andrea Polini, Livorno. Questa la motivazione della Giuria: «Nel sommesso recupero dei ricordi e della “traccia scura” dei rimpianti, nella poesia di Andrea Polini, tutto si perde in una “tenerezza muta”, in echi d’un amore non riconosciuto: riverberi d’un candore che ricerca un senso, il significato dell’umano “giogo del vivere”». Massimo Barile
  • Autrice Segnalata con l’opera «Via Fondazza 71», Silvia Secco, Bologna. Questa la motivazione della Giuria: «Poesia tra odore di salsedine e recupero memoriale d’una condizione esistenziale. La parola poetica di Silvia Secco si deposita, come velo salmastro, sulle immagini dell’intenso ricordo. Il profumo del tempo in cui “annegare” l’anima». Massimo Barile
  • Autore Segnalato con l’opera «Dolore muto», Stefano Tonelli, Milano. Questa la motivazione della Giuria: «Il dolore muto come annientamento, eliminazione della parola, soppressione d’ogni pensiero fino al “sonno di pietra”, nel buio cosmico d’una visione che non conosce la speranza. Stefano Tonelli crocifigge l’Uomo dopo straziante canto di dolore: un “gemito di sangue” che dilania la carne e annienta l’anima». Massimo Barile


Agli Autori Segnalati dalla Giuria verranno assegnati Attestati di merito.



La premiazione si è tenuta sabato 28 gennaio 2012 alle ore 15:00 presso l’Auditorium «Recagni» della Scuola Sociale Accademia delle Arti in via Marconi 21 a Melegnano con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale Assessorato alla Cultura e Identità. Direzione artistica a cura di Fabrizio Ferrari, performances artistiche a cura di Fabrizio Ferrari, Cristina Petriccioli e Davide Milani. Online le fotografie della manifestazione nella sezione Gallery a cura di Emilio Ferrari: Prima parteSeconda parte I vincitori sono stati tempestivamente avvisati a mezzo posta e tutti i partecipanti riceveranno una copia della rivista Il Club degli autori con i risultati del concorso.


Opere vincitrici



Autrice 1^ classificata


Liliana Rocco


Tristezza


Dentro questa gola
ho udito talvolta scorrere
cristalli di ghiaccio su rosso tepore
d’intima essenza che fugge lontano
inseguendo bianche vele fluttuanti
nello sciabordio veloce dell’onda
sulle pietre di banchine assolate.
Ho urlato al vento inclemente
artigli poderosi delle mie brame
voraci impeti che stillano logorio
su nugoli di germogli nelle vene,
qui dove a frotte s’accalcano
memorie pervase d’ampi balenii
che spirano nel vespero lunare.
Oasi di pace vado cercando
ove sanare le ferite dell’anima
risorger fenice dalle ceneri
e scroscianti cascate irrorare
sul greto d’un fiume inaridito.
E inseguo miraggi all’orizzonte
nelle sabbie d’inquietanti deserti
fra cumuli d’abbaglianti menzogne.
Non voglio più imbrigliare la mente
dentro catene di fallaci chimere,
ma cogliere frutti ch’ogni dì mi porge
siano essi succosi o d’amaro sapore.




Autrice 2^ classificata


Angela Catolfi


Le illusioni


Le illusioni
sono nuvole in fuga,
fiori giganti
che s’accendono d’oro
e stillano miele
in cima a scale di seta:
non le coglierai,
tranelli logici,
abbagli
di speranze mutevoli.


Si consumano come pietre
che il fiume assottiglia
o si fermano,
cristalli incantevoli,
impigliati tra maglie di ferro.


Con passo suadente ci avvolgono
in veli di tulle,
per riempire
attese senza fine
e allontanare
memorie graffianti.


Siamo a caccia di stelle cadenti
che si perdono nell’impossibile;
ci lanciamo indifesi
nel valzer di colorate lusinghe,
aggrovigliati e confusi
dentro questo indecifrabile andare.




Autore 3° classificato


Mauro Domenella


Dissolvenze


Tempo rendimi il mio oggi,
quasi nulla mi resta di tormenti ed estasi
quando la sera affolla a prelude l’insonnia…
Un transumare frenetico imbriglia stupori
tra le transenne della consuetudine;
attanaglia l’anima qualcosa di informe,
muraglie d’egoismo nella via maestra
tracciata col sudore dei secoli,
i vecchi che si ribaltano nei sarcofaghi.
Serpeggia l’ombra del disincanto,
quando l’euforia del vivere
non dura che il tempo di nascere,
la polvere degli attimi precipita alacre
nell’insidia di una ruga
che incalza senza armistizi,
gli Dei assopiti in sonni perenni.
E il clamore di rari sussulti d’amore,
che scalfisce appena l’apatia del tempo,
poiché fervori e passioni durano
quanto basta a duna rosa per appassire…
Non ci resta che l’inseminare
granuscolo di note nell’esistere,
il breve spartito, il solco, la ruga
che ognuno riempie di stridii o musica.




Autrice 4^ classificata


Claudia Nicchio


L’ombra del predatore


Quello che non sono
è una confusione
nel confine che ho creato.
La porta del coraggio
apre ad uccelli migratori
emozioni perdute.
Passeggio nella vita
solitamente al mattino:
all’ombra
della mia personalità.
Nel labirinto delle sensazioni
come un faro d’inverno
vendo sogni di un predatore
nel cortile di un foglio.




Autrice 5^ classificata


Luisa Foddai


Poesia


Come Sposa adorante persa nei
folli deliri degli astrusi tuoi cieli,
eccoti presta il mio devoto levar!
Oh Poesia…. mia dolce condanna,
avida amante ingorda di versi!
Irriverente mi prendi in muti consensi!
A te che spietata veli mi levi,
nuda mi offro al lirico amplesso.
Di me, inerme tua ancella ne celebri il canto,
il sordo ruggito che mesto rimbalza
su sconsacrati sepolcri di pietra.
Amante irruenta m’avvolgi fremente,
mi scortichi viva e scavi impudente,
corazze fedeli che occultano piaghe
ti diverti a strappar.
Consapevole preda, fiera e silente
suadente mi chino all’invisibile altar.
Sazia con fauci grondanti,
scarnificata mi lasci dinanzi
ai tuoi occhi nudi di pena,
lambiti da versi dannanti!
Ma vinta, dietro ti vengo carnefice amata!
Ti cerco e ti voglio e armata di niente
con mani trafitte ti inizio la lotta.
La notte al varco ti attendo a
destarmi il manto del limbo…
e in orfica danza del tuo seme m’aspergi!
Travaglio sofferto in tiepida aurora,
e creatura di Luce al mattino
in catartiche fasce!
Lazzari vagiti…. diamanti crocefissi
sugli occhi ancor troppo ciechi
di questo piccolo mondo!




Autore 6° classificato


Filippo Finardi


L’ombra della vita


I lenti gesti delle tue mani coronano
il tuo sorriso, che illumina il mio volto
come frammenti di una storia breve
eppure lunga quanto la nostra vita.
Era il tuo fiato o un sussurrato sospiro
che mi alitava lieve a reggere il peso
di una inutile vita trascorsa a contemplare
il mondo e descriverlo, nell’angusto silenzio
di una stanza dove mormorano libri e tomi
a ricordarmi l’imbrunire della sera
e la prossimità della notte, quando, tremando,
forse, passerò il confine di una falsa apparenza
di realtà illusorie, dissolte oscurità, tenebre
immote, dolcezza soffusa, per giungere
ad un silenzio di armonie dove luna e sole
e stelle sono tutt’uno nella minuscola vastità.
Luoghi di vertigine nella lontananza di felici
incontri hanno scandito la mia vicenda
di randagio, fra solitudine interrotta
appena da quell’immensità così profonda
e sofferente in anni ormai perduti
dove s’è frantumato il tutto in grandi
spazi e pure le parole che dicemmo
per concretare amore, lacerate sommergono,
divelte e sole, in voragini di cieli,
dove declina veloce l’ombra della vita.




Autore 7° classificato


Chris Mao


Cadranno le stelle


Esistere accanto al divino,
partecipare con l’anima buona
alle sacerdotali esperienze,
come le chiamavi tu,
erano le azioni cardine della tua dottrina,
il principio e la fine d’ogni tentativo
di rendermi degno dei tuoi comandamenti,
nel dopo-messa mi raccoglievi annoiato
nel giardino luminoso della chiesa
dove la fragranza del glicine
smorzava di sonno la mia attesa…


Cos’è questo profumo d’incenso?
Una benedizione fuori programma
che hai orchestrato per incastrarmi
e poi perché negli occhi mi brillano
lacrime di risveglio, son desto e ti rivedo…


Ricordo le discussioni elettriche
sulla nostra diversità e sulla Fede,
mille volte chiamata e rinfacciata,
con i gelati della pace consumati
tra promesse di reciproco rispetto
buttate alle ortiche alla prima carica
dei tuoi devoti confratelli del coro
venuti apposta per allontanarmi da te…
– il giorno del tuo abbandono arriverà –
questo lo credevi possibile nei giorni
intasati dalle nubi e dai presentimenti
– cadranno le stelle in un frastuono d’inferno –
mi dicesti ridendo quella sera
quando furono le tue labbra
a cadere sulle mie.




Autrice 8^ classificata


Maria Frida Luccarini


E m’hanno vista bambina


E m’hanno vista bambina
rotolare sui pendii
con occhi di stagni fissi sulle canne,
colpi secchi di ciottoli
sul granito della chiesa e accumulare proteste sulla tovaglia cerata
tra vapori di verdure di campo
che stagnavano muffa dai silenzi.
E m’hanno vista tra odori di cavalli
gettare stoppie nei fuochi di San Giovanni.
C’era carestia di pane e di vacche,
le mente non sapevano che farsene
più delle coscienze.
E nella fame coglievo fiordalisi
tra scoppi di risa
e frutta appesa troppo in alto.
Le croci erano legno senza nome
infilate alla terra
e la memoria, mutilata da tempo,
restava acerba alla testiera del letto.
M’hanno vista nelle processioni delle vergini
reggere il cero del perdono
mutilare nella fretta braccia di rovi
e cantare con la bocca insanguinata
pestano respiri di more.
E m’hanno vista bambina nel mio nido
conquistare la vita con l’inverno
e tappezzare gli occhi con sottili trame di sogni.
Hanno arato il mio campo col cemento,
le mie croci hanno tutte un nome…
e sono lì…
forse non sanno che esistono
ancora le stagioni.




Autore 9° classificato


Salvatore Scollo


Progetto improprio


Gli abiti dimessi non regalati
le poesie che non mi va di limare
il vaso del basilico cui non bado
la cucina che s’accende a stento
le foto sparigliate nei tanti album
i parenti e amici non contattati
la cannella rimasta a gocciolare
lo sbrego del muro non richiuso


son tutti lavori che non dipano
provo avversione non li esaurisco
c’è solo inerzia voglia di non fare
di passare a impegni immaginari.
L’accumulo, in verità, è scientificamente
calcolato, voluto e perseguitato:
sino a quando tutto è da finire
sarò destinato a non morire.




Autrice 10^ classificata


Rita Redaelli


Paradiso


Per mille anni ho sognato questa vita incantata,
il piede nudo di dea
posato sull’erba nella danza del mattino,
il sorriso del giorno che si allarga dentro il cuore
come una lenta onda sonora,
la semplice, perfetta meraviglia di esserci,
di respirare,
di riempire di sé ogni momento
di questa eternità.


Pulsa forte il cuore del bosco,
l’aria vibra di canti e di profumi;
raggi di sole brillano in mezzo agli alberi,
tesi tra i rami come grandi arazzi lucenti.


La mia è la bellezza dell’acqua che splende
tra i sassi del torrente,
è l’emozione della gemma divenuta fiore;
è la bellezza perfetta di ogni cosa che vive,
la bellezza assoluta del mio respiro che diventa canto.



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