Augusta Potestà
Opera 1^ classificata
Lisetta
Lisetta era bella
con gli occhi di cielo
dorati i capelli
il corpo perfetto,
ahimé! Però aveva
un solo difetto.
Il naso era lungo
ma ella rideva
ironica e bella
a tutti diceva:
“Lo ebbe Cirano
lo ebbe il gran Dante
e… forse Montale…
E’ segno di gloria
di fama immortale.”
E quando Gigetto
ardente d’amore
le chiese un bel bacio,
Lisetta rispose
con grande ironia:
“Ma non sulle labbra,
soltanto sul naso!”
Poi quando i capelli
si tinser di bianco
e il naso incurvò,
Lisetta, ridendo
così pronunziò:
“E già molto stanco.
Possiamo donargli
un piccolo aiuto
che è quello soltanto
di stare seduto!”
Angelo Passera
Opera 2^ classificata
Iride nel tuo universo
Ti sento vicina
quando guardo il cielo,
con il sole negli occhi
e la notte cala sorniona
con la sua coperta di stelle.
Quando guardo il buio,
la sua luna che ride
e il tempo che passa veloce.
Ti sento vicina
quando guardo il vento,
che spaventa le foglie
e la brina ricama l’inverno.
Quando guardo le nubi,
che mi piangono addosso
e il sorriso mi diventa pensoso.
Ti sento vicina
quando il mare infuriato
schiaffeggia il pontile
e poi gli lambisce le ferite.
Quando abbasso lo sguardo
sul ricordo che resta
dietro il vetro di una cornice
e mi si ferma il respiro.
Ti sento vicina
quando la tua ironia
sa diventare poesia
e fa splendere il sereno
quando c’è il temporale.
Quando pervade uno spirito di pace
nel nostro giardino,
dove gli uccelli lieti con il loro canto
vi rallegrano il giorno.
E ti sento vicina,
più di quando lo sei stata mai.
Voglio sentirmi iride nel tuo universo.
Antonella Rossi
Opera 3^ classificata
Amiche per la vita
Non le parole…
non il rumore,
ma solo quel suono
silenzioso del cuore…
sa dire i mille pensieri
di chi riconosce in te… sé,
di chi percepisce il profumo
dell’anima semplice,
capace di mostrare
l’amicizia più sincera,
oltre l’essere profondamente vera.
Sei tu quel che sento…
più di quel che sei.
Sei tu quel che sei…
più di quel sorriso negli occhi miei.
Christina B. Assouad
Opera 4^ classificata ex aequo
Rido, sorrido
Rido, sorrido
mentre corro in stanze vuote
sapendoti comunque accanto.
Rido, sorrido
ricercando dettagli di te,
nei silenzi chiassosi di abbracci mai chiusi.
Rido, respiro
appoggiando le mani su pareti mai bianche,
su parole partorite da labbra mai stanche.
Sorrido
con il corpo con-fuso in strati di luce,
e la mente che a sorpresa,
non pensa ma vive.
Rido, sorrido, vivo,
inseguo un soffio di-vento
respirandoti anche dove non sei.
Daniela Gregorini
Opera 4^ classificata ex aequo
Vita gimcana
Suoneria fedifraga mi svella dallo spogliatoio
di flanella del mio campo di gioco per condurmi,
in ritardo, ai blocchi di partenza… il ritiro onirico
non mi è bastato… tenendo chiusi ancora
gli occhi, ripasso il percorso che oggi mi attende.
Mio marito mi ricorda che lui c’è… accanto,
spara il via e mi passa il testimone! Parto di scatto,
atleta avvezza alla corsa. E la staffetta comincia
fra i miei quattro affiatati componenti di squadra,
quattro figli da raggiungere, pigliare di baci,
raccomandazioni, sospiri, merende, libri scordati…
da condurre al canestro scolastico fra lo slalom
del traffico mattutino. Serie di ostacoli, il lavoro…
fiato e… via! Uno dopo l’altro a scavalcarli
con disinvoltura, con passione. Sudata, arrivo
a metà gimcana… evidenzio le tappe dell’altra metà…
mi tuffo nel tappeto a riprender fiato con le capovolte
fra i fornelli, nuotata fra la marea dei compiti
da far svolgere ai figli e… quelli degli alunni
da correggere! saltelli a piè pari andata ritorno:
palestra – piscina – musica – catechismo
catechismo – musica – piscina – palestra,
doppi salti mortali spesa e preparazione cena,
altra nuotatina stile libero doccione, boccette…
prova d’equilibrio squadra a cena “come è andata la giornata?”
poi piatti come palle da passare, agilmente,
da una mano all’altra,
rotolamenti pigiami, lettini, ninne – nanna, fiabe,
preghiere, carezze e…
taglio il TRAGUARDO!
Il mio arbitro marito fischia l’arrivo…
anche oggi ce l’ho fatta!
Salgo sul mio caldo podio di lenzuola che mi incorona
Vincitrice. Un buon libro come trofeo.
E l’ultimo pensiero a Dio, mio supremo Allenatore,
per la vita gimcana mia.
Rosarita Ugolini
Opera 4^ classificata ex aequo
L’ecologista
Quando mi alzo la mattina
il pensiero va all’auto: metano o benzina?
E’ giovedì, c’è il blocco del traffico
e allora scelgo il metano benefico;
così abbasso i PM10 nell’aria
per avere una vita centenaria,
e finito il lavoro son stremata
non nel letto ma al supermercato vado in ritirata.
Quanta abbondanza! La tentazione è grande
ma il cervello mi guida alle naturali vivande
per la salute, a km 0, con l’imballaggio minore,
dell’ambiente io sono buon difensore;
Ah, dimenticavo il detersivo! Ricarica o nuova confezione?
Ricarica senza alcuna obiezione!
Scelgo breve il percorso verso casa
e riduco carburante e inquinamento, son persuasa.
Spengo il motore al semaforo rosso
troppo CO2 in aria mandare non posso,
poi finalmente a casa… e la resa
macchè, dopo un breve relax sistemo la spesa.
La lavastoviglie è pronta dalla precedente sera
se l’accendo ora, poca sarà la spesa,
perché il pannello fotovoltaico lavora
e niente emissioni di CO2, sarò signora!
Ma prima che finisca la giornata
anche i sacchetti vuoto… della raccolta differenziata
che da giorni aspettavano sul balcone
di essere buttati dal distratto padrone,
ma l’organico no, quello non lo butto,
del compost ci faccio dopotutto,
che mi servirà per l’orto, a dar vita
ad abbondante raccolta di natura rifiorita.
E così finisce la giornata
di una donna molto o poco equilibrata
ma soprattutto con l’intima coscienza
che conservare il mondo non è pura fantascienza!
Donatella Vinci
Opera 4^ classificata ex aequo
L’ultimo sonetto
Per liberarmi alfine del gran peso
di quelle cose che non t’ho mai detto
ti scrivo, caro, l’ultimo sonetto,
momento che da tempo ho tanto atteso.
Il verso di un sonetto è molto esteso
e tutto ti dirò… ma cosa aspetto?
Già temo proprio che se non m’ affretto
non finirò il discorso che ho intrapreso.
Mio grande amore, ti volevo dire…
Ma l’attimo fuggente è già fuggito!
Perché non ascoltai in tempo Orazio?!
Con il sonetto anch’io vado a morire:
sta finendo, finisce, è già finito!
Non posso più parlar, non ho più spazio!
Arretri con lo sguardo di chi pensa
che questa cosa non si deve fare.
Baciare un’altra donna sulla bocca?
Poetica, poetica licenza…
Milena Boldi
Opera 8^ classificata
Desiderio
Sei qui accanto a me,
come ogni mattina.
Sdraiato sul mio letto,
ti guardo, distante da me
solo pochi centimetri…
e ti desidero.
Sei ferma, immobile,
mi basterebbe allungare una mano
e saresti mia.
Sei rimasta qui tutta la notte,
fedele, di quella fedeltà cieca
che ogni uomo desidera
e ancora non ti muovi,
bella e provocante.
Ripenso a quando ti ho avuta
la prima volta:
ho provato un capogiro
e una sensazione meravigliosa
si è impossessata di tutto il mio corpo,
penetrandomi nelle venerdì
e ora,
non saprei più fare a meno di te.
Vorrei accenderti,
ma è presto:
la mamma non vuole che fumi al mattino.
Gabriella Scomparin
Opera 9^ classificata
Spigolare
Spigolare è chiedere aiuto
dal fono di un sacco vuoto,
spigolare è saper elevare
un rosario muto,
spigolare è sentire il fischio del dolore
e aspettare che passi,
è percepire il fruscio di una serpe
e scappare prima che arrivi.
Spigolare è sapersi dissetare
ad acqua che non traspare,
è amare chi non sa amare
e non ti amerà, mai.
Spigolare è accogliere spine
di natura ingrata,
è giustificare tormenti, e
stemperarli.
Spigolare è donarsi
a chi non ti cerca,
è andare meditando
sempre,
il nostro nulla.
Cristina Rastelli
Opera 10^ classificata
Tu, donna
In punta di piedi ti svegli per prima la mattina,
silenziosamente lo lasci dormire da brava mogliettina
e con lieve tocco risvegli i tuoi figli
sorridendo dolcemente tra i loro sbadigli;
Poi da donna ti vesti con grazia
ed i figli accompagni a scuola,
alla spesa che manca provvedi senza pigrizia
correndo poi al lavoro civettuola;
All’ora di pranzo poco ti concedi
tanto la sera poi eccedi,
non vorrai mica che si pensi
che alla dieta sempre tu propensi!
E’ già tardi finito il lavoro,
non c’è spazio per palestra o altro ristoro,
e anche se la casa ti aspetta
fai qualche commissione ancora, in tutta fretta;
Adesso sì, inizia la tranquilla serata:
il telefono suona, la vicina che bussa,
ci sono i compiti da controllare, mai che si possa
pensare: sono a casa, eccomi rallegrata!
E per finire lui arriva stanco come sempre,
tutto il giorno ha lavorato poverino,
così un bacio elargisci con fervore
allo sconsolato maritino;
La cena prepari con amore
poi davanti alla TV ricerchi il buonumore
ma sfinita ti accasci sul divano
ed i sogni ti prendono per mano;
All’improvviso a letto i figli vogliono andare
e ti alzi perché in questo momento solo tuo è il compito,
ti accorgi con sgomento!
Ma l’ultima chance ti giochi perché, anche sfinita,
d’amore è fatta la tua vita
e allora ti sciogli in un abbraccio tenero
per lui che è lì e non è effimero.