Andrea Gilardi
Opera 1^ classificata
L’attimo della quiete
Di piombo è il cielo cupo di tempesta
che s’impone e umilia
le pietre giganti.
Sferzate di vento come artigli
grattano la pelle di roccia
e sibilano serpentine
tra i rami d’abeti spettinati e piegati
da rabbie disperate.
Scintille di luce come lame spietate
rompono l’aria nelle gole
e rimbombano lo spavento.
Cascate d’acqua eruttano violente:
anche i sassi nascondono dolore,
pianti antichi e lacrime di fango.
Le anime vive schiacciate nelle tane
pesano l’attesa con sillabe d’ansia
e la tristezza è colore dei volti,
scolpiti come errori perfetti
nella confusione degli elementi.
Poi il silenzio.
Lungo come un bacio,
solenne come preghiera,
frizzante come i prati ricreati di fresco,
bagnati di gocce sospese nell’aria
come punti di domanda
sui drammi della storia:
si può ricominciare a vivere?
Tacciono i giganti dalla dura scorza.
Solo concedono battiti d’ali e canti di grilli.
Nulla più
che a un saggio possa bastare.
Maria Calistri
Opera 2^ classificata
Il mistero della montagna
Camminare con passo cadenzato
su strade sterrate e ciottolose
e sui tappeti erbosi dei prati,
arrampicarsi a fatica su erti sentieri
attratti dal turchino del cielo
con la stanchezza che avvince,
il fiato corto e la mente ebbra d’aria fina
aggrappandosi ai miseri appigli
di una roccia avara,
andare sempre più lontano
immersi in un niveo candore,
osare l’impossibile
per liberarsi d’ansie e affanni
e trovare la pace dello spirito:
è il mistero della montagna.
Mirta De Riz
Opera 3^ classificata
Vivo questa valle
Vivo questa valle
nel silenzio di lunghi bianchi cammini,
accompagnati da siepi di nocciolo
e da prati di miele profumati.
Vivo questa valle
nei leggeri fremiti di bianche betulle
e nel borbottio del vento
tanghero appassionato
di chiome di larici e betulle.
Sorride lo sguardo
allo sbocciar degli iris, d’indaco vestiti,
in acquitrini di vita mossi;
e orchestra il mio leggero pensare
il diurno salmodiar delle rane.
Scorre nell’aria trionfo di vibranti rapsodie,
gareggiano gli uccelli,al tempo degli amori,
poi… tenere preghiere
s’alzano da piume di nidi.
Ha mani usate, sorrisi vagabondi,
occhi e passo di vita sereni
la gente di questa valle.
Qualcuno la sera, all’uscio di casa,
tocca il cielo con lo sguardo
e con mani aperte accoglie
le gocce di pianto delle stelle.
Lacrimano piano le lucciole del cielo,
sciolgono dolore di vite grame, altrove vissute
impazzite dai bagliori di vacue comete.
Ed io vivo qui, giorni che non conoscono tempo.
Roberto Drioli
Opera 4^ classificata
Cercando dentro e fuori di me
È un nuovo giorno, intatto resta ieri.
Musica dentro, nodi di corda nelle mani.
Eppure, tutto questo, mi confonde.
Dove sono,
su appigli di rocce o tra onde di versi?
Sento nel corpo il richiamo di altitudini
e nella mente tempesta di emozioni.
La luce, il vortice.
Entrambe io sono.
Alzo lo sguardo.
La cima mi aspetta.
Stefano Camòrs Guarda
Opera 5^ classificata
Libero di cadere
Socchiudo gli occhi, adagiato sull’erba
scrutando familiari tratti oltre la nube.
Il camoscio ricordo balzella leggiadro
su irti dirupi di dolomia memoria.
Sapiente e tortuoso sentiero eleva coscienze,
allenando il cuore al fremente battito,
preparò lentamente all’ignoto incontro,
svuotando zaini, ostili all’incedere.
Inebrio lo spirito al profumo d’alpe,
ne gusto il ricordo aspro della fatica;
che ora, par dolce soddisfazione
al tepore del sole, sospiro materno.
Allunga le braccia e apri le mani rugose,
riprendimi al petto e cullami.
Aggrappato all’inevitabile parete,
che rifuggo e abbraccio al contempo.
Ridona fiducia al mio cuore dubbioso
avvolto da nebbie vallive,
sperduto spettro di attimi sbiaditi,
smarrito in ombrosi faggeti.
Sorreggimi il peso dei sogni
e liberami da zavorra paura,
lasciami pronto di nuovo a salire;
confortato e ora libero di cadere.
Elide Giuseppina Colombo
Opera 6^ classificata
La quiete e la pace dei monti nello spirito
La quiete e la pace dei monti nello spirito
…e ti ritrovi a respirar l’azzurro
ai piedi di una croce antica
inglobata nell’immenso eterno
di un cielo merlettato d’algide cime
calde di sole
con una percezione trascendente
perfusa in un’anima che aleggia
dove il tempo non ha inizio e fine.
È gioia pura, spirituale, mistica
sereno equilibrio
delle frenetiche istanze giovanili.
E quando le chiome dei tuoi giorni
attinto hanno ormai dalle nuvole il grigiore
quei riverberi screziati d’un oro che mai stinge
ti librano, inerme, oltre il destino
in una dimensione immateriale
che trascolora visioni quotidiane
avvolgendo di splendore gli occhi del cuore.
Francesco Bonecchi
Opera 7^ classificata
L’eco
«Eco, dimmi ciao!» gridai a perdifiato;
m’ero spostato sopra uno degli spuntoni,
godendo dello spettacolo incantato
di cime innevate, di precipizi, di canaloni.
M’ero fermato per una breve sosta,
aspettavo che l’eco mi rispondesse,
attendevo con impazienza la risposta,
sperando che soddisfazione mi desse.
«Eco, ci sei?» m’ero quasi spazientito;
mi calmai avendo notata
poco lontano da dove m’ero seduto
una Stella Alpina, sola, appartata,
quasi nascosta fra i sassi, bella,
solitaria, forse malinconica, infelice,
sempre incantevole come una stella:
m’ero estraniato, nella stupenda cornice.
«Eco, allora?» ancora una volta tentai
ammirando la mia Stella Alpina,
ed ancora un poco, fremente, aspettai,
finché in lontananza sentii una vocina:
«L’eco risponde e ammonisce:
impara! Qui il silenzio si preferisce!»
Capii,
mi volsi; per scendere m’incamminai,
una dura lezione, imparai!
Simonetta Bonetta
Opera 8^ classificata
Al lago Montespluga
Nel silenzio della notte
il tremolio di una timida fiamma
rischiara
un’immagine preziosa
e
riaffiorano
ricordi,
emozioni:
un’onda di nostalgia
Mi travolge.
Noi,
mani intrecciate
e
sorrisi radiosi,
camminiamo
accolti
da un’incantevole
ghirlanda di colori.
Turchino il cielo,
sulle vette
un candido mantello nevoso,
una distesa verdeggiante
avvolge
uno specchio d’acqua
cristallino
dai riflessi danzanti.
Nei giardini dei nostri cuori
risplendono
gemme di felicità:
deliziati,
in questa culla
di quiete ed armonia,
respiriamo l’infinito.
(Nota: rivivo un giorno settembrino della nostra vacanza a Campodolcino)
Rita Pellegrini
Opera 9^ classificata
Approssimandoci
Il sordo fischio di un’aria raffinata
che al nostro apice odierno
ci interroga e assopisce
tra il pietrame e i cespugli
il fischio sordo rapisce le mie immagini
volo di aquila, trattiene la sua preda
grido di aquila, assorbe sensazioni.
Amico mio, catene ci circondano,
ma noi posiamo sul più alto monte
i nostri passi stancati dal sentiero
e il raziocinio si incontra con il cuore.
Doma le nostre fiamme la certezza
del sangue che si sparse sopra il monte
nel fulcro della storia.
Grido finale, riassunse l’universo nel silenzio.
E c’è riposo. Potessimo proporre anche noi due
di innalzare le tende come al Tabor.
Il sordo fischio di un’aria raffinata
tra le guglie di silice e i cespugli
è il canto della nostra cattedrale
tra cui fratelli tranquilli rimaniamo
beati dalla Grazia.
Lasciaci, o Cristo, dormire ancora un poco,
dal centro rosso del mondo più lontani
al diafano schiarirsi del tutto approssimandoci.
Bianca Morelli
Opera 10^ classificata
Montagne
Vette e guglie
non sono cime
che sfiorano l’orizzonte
per sfidarla.
È un accordo armonioso
di richiamo al cielo
per elevarci
al di sopra della realtà
Lo sguardo spazia
e vagando nel cielo
si esalta inebriandoci
per saziare lo spirito
che si adagia in pace.
Pieralda Albonico Comalini
Premio Speciale alla miglior opera che tratta della Valle Spluga
Dall’alto il lago
(è il lago di Montespluga)
Dall’alto il lago è uno specchio calmo
in cui si tuffano montagne
la diga in fondo ci ricorda
la nostra forza e il nostro limite
simbolo è lo stelo
camminando sul sentiero
il respiro si fa leggero
dietro la nostra ombra che si muove
simbolo è la stella
un ritmo lieve di farfalle
nel cuore di un cardo
limpidi geroglifici di bruno e oro
mi trapassa e mi dilata
infinitesimo e infinito
è questo lo spirito, l’ineffabile, lo sgomento?
è questo che muove a ringraziare
per il respiro,
il sole, il cardo, il vento?
Martina Umbrello
Opera 1^ classificata Sezione Giovani
Il respiro della montagna
Il vento volteggiare!
Le nuvole danzare!
Il profumo della legna!
Ecco ciò che vedo e respiro
nell’immensità della montagna.
Aria fresca!
Neve candida!
Aroma di castagna!
Ecco ciò che tocco e che assaporo
nella maestosità della montagna.
Uno strano senso di libertà,
mi pervade,
mi tocca nel profondo,
penetra nel mio spirito,
mi spinge a cercar la quiete;
che in quei posti regna sovrana,
dolcemente mi coinvolge
in un regno di silenzio e pace
e mi narra d’un giorno infinito
trascorso lento ma inesorabile…
Qui ogni attimo è eterno;
ogni mia orma,
ogni mio passo,
ogni mia impronta
rimarrà sempre impressa
nel cammino silenzioso del tempo…