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Premio di Scrittura Creativa dedicato a Lella Razza 2013 IX Edizione |
Ultimo aggiornamento: 16 Aprile 2014 |
Clicca qui per il bando completo del concorso |
- Il concorso è scaduto il 30 Giugno 2013
- La Giuria ha reso noti i risultati in data 11 ottobre 2013.
- La premiazione si è tenuta presso la Sala Girona in viale Partigiani, 47 a Sant’Angelo Lodigiano domenica 10 novembre 2013, dalle ore 15.30 alle 18.00, con aperitivo finale.
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Risultati della IX Edizione del Premio di Scrittura Creativa dedicato a Lella Razza 2013
Per il 9° anno consecutivo è stato bandito il Concorso di Scrittura Creativa intitolato a Lella Razza, docente di Filosofia e Scienze della formazione presso l’Istituto “Maffeo Vegio” di Lodi, attivamente partecipe all’associazione culturale Donne & Donne, deceduta in un grave incidente d’auto nel novembre 2004.
Il Concorso quest’anno 2013 ha avuto come tema Donne diverse e la scadenza del bando è stata il 30 giugno 2013; la premiazione avverrà presso la Sala Girona in viale Partigiani, 47 a Sant’Angelo Lodigiano domenica 10 novembre 2013, dalle ore 15.30 alle 18.00, con aperitivo finale.
L’Associazione culturale D&D ha avuto anche quest’anno la collaborazione tecnica del Club degli Autori, con diffusione nazionale e pubblicazione sull’omonima rivista delle opere vincitrici.
Inoltre hanno collaborato l’Istituto “Maffeo Vegio” di Lodi, il Teatro dell’Improbabile, il Gruppo «Amici di Vidardo», con il patrocinio dei Comuni di Lodi, Sant’Angelo Lodigiano e Castiraga Vidardo.
Informazioni sono presenti anche sui siti web www.donneedonne.it e www.club.it
La giuria del 9° Premio di scrittura creativa Lella Razza, composta da Angelo Colucci, poeta; Emanuela Garibaldi, architetta; Luisella Lunghi, maestra; Enzo Sacco, docente di Ed. motoria presso il Liceo “Maffeo Vegio” di Lodi; Raffaella Sali, libera professionista; dopo aver esaminato i testi pervenuti e avere utilizzato i seguenti indicatori per la selezione delle opere: pertinenza al tema, creatività e originalità, stile, ha così decretato:
Sezione Poesia a Tema «Donne diverse»
- Opera 1^ classificata ex aequo: «Nadia» di Rosarita Ugolini, Rimini
- Opera 1^ classificata ex aequo: «Nata due volte» di Leonarda Giacalone, Erice (TP)
Vince Euro 150,00 – Targa Donne & Donne – Attestato di merito – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e sui siti Internet www.donneedonne.it e www.club.it
- Opera 2^ classificata: «Madre del tempo» di Daniela Gregorini, Ponte Sasso di Fano (PU). Vince Targa Donne & Donne – Attestato di merito – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e sui siti Internet www.donneedonne.it e www.club.it
- Opera 3^ classificata: «Dell’amore-l’incanto» di Carla Noro, Vicenza. Vince Targa Donne & Donne – Attestato di merito – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e sui siti Internet www.donneedonne.it e www.club.it
- Opera 4^ classificata: «A mia madre» di Giovanni Formaggio, Canegrate (MI)
- Opera 5^ classificata: «Donne perse» di Enrico Bonfiglio, Abbiategrasso (MI)
- Opera 6^ classificata: «L’anima delle donne» di Angelo Passera, Castiraga Vidardo (LO)
- Opera 7^ classificata: «Lucciole» di Angelo Passera, Castiraga Vidardo (LO)
- Opera 8^ classificata: «Grazie di avermi tanto amato» di Irene Baldini, Cislago (VA)
- Opera 9^ classificata: «Lei» di Silvia De Angelis, Roma
Dal 4° al 10° classificato/a vincono: Attestato di merito – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e sui siti Internet
www.donneedonne.it e www.club.it
Sezione Narrativa a Tema «Donne diverse»
- Opera 1^ classificata: Emma di Rossella Melotti, Villa Guardia (CO). Vince Euro 300,00 – Targa Donne & Donne – Attestato di merito – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e sui siti Internet www.donneedonne.it e www.club.it
- Opera 2^ classificata: Io e Girandola di Francesca Torresani, Cavacurta (LO). Vince Targa Donne & Donne – Attestato di merito – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e sui siti Internet www.donneedonne.it e www.club.it
- Opera 3^ classificata: Come farfalle d’autunno di Maria Grazia Distefano, Acicatena (TP). Vince Targa Donne & Donne – Attestato di merito – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e sui siti Internet www.donneedonne.it e www.club.it
- Opera 4^ classificata: La Capitana di Daniela Gregorini, Ponte Sasso di Fano (PU)
- Opera 5^ classificata: Profumo di donna di Rossella Gabriella Campisi, Tremestieri Etneo (CT)
- Opera 6^ classificata: Il nano cucciolo di Raffaele Porfidia, Recale (CE)
- Opera 7^ classificata: Nebbia (anni ’80) di Maria Calistri, Pistoia
- Opera 8^ classificata: Lili Marlen Motel di Chiara Pellegrini, Siena
- Opera 9^ classificata: Aisha e Binah (donne straniere-donne diverse) di Alberto Marcolli, Ispra (VA)
- Opera 10^ classificata: Donne diverse di Mihaela Simion, Seregno (MB)
Dal 4° al 10° classificato/a vincono: Attestato di merito – Pubblicazione dell’opera premiata sui siti Internet www.donneedonne.it e www.club.it
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Leonarda Giacalone
Opera 1^ classificata ex aequo
Nata due volte
A tuo modo mi hai amata
donna senza nome.
Hai lasciato che crescessi in te
Nonostante tutto e tutti,
affrontando forse irte salite
che mai conoscerò.
Voglio pensare
Che ardua e dolorosa scelta
Fu la tua di separarci,
e che almeno una volta nella tua vita
un debole vagito ti abbia toccato il cuore
o che il ricordo di due piedini sgambettanti,
su una culletta anonima,
sia arrivato a sfiorarti l’anima.
Ma tu mi ami, madre,
dal primo istante dei miei respiri,
quando ancora non mi conoscevi
e già mi sentivi tua.
Una donna senza nome mi ha dato la vita.
Ma tu, mamma,
mi hai regalato la mia esistenza,
permettendomi di diventare
la donna che sono.
Grata, ad entrambe, per la vostra scelta,
senza la quale
non sarei nata due volte.
Rosarita Ugolini
Opera 1^ classificata ex aequo
Nadia
Ho scelto quando non c’era scelta
quando il peso del dolore mi spaccava
e l’angoscia, la paura, scuoteva ogni passo.
Ho scelto di camminare nel buio
per arrivare dove non sapevo
ma tutto ciò che tornava, che quadrava,
nulla mi dava, nulla creava.
Sola, senza certezze
sola, senza carezze.
Poi un vagito, un pianto, un respiro,
tanto sporco e sangue che ritorna,
ho ascoltato un istante di follia battere nel cuore,
può da tanto odio generarsi amore?
Daniela Gregorini
Opera 2^ classificata
Madre del tempo
Quante albe ho contato
per ritornare a te.
In quante strade ho vagato
prima di conoscerti ancora.
È bastata una lunga età
per tornare figlia quando ormai
non era più stagione per noi
di grappoli di robinia da cogliere
odorosa di bianco.
È arrivato l’inverno
a farmi gradire la dote
lasciatami dal sole
fra la bruma invecchiata.
E il freddo della solitudine
a ridarmi il tepore
del tuo grembo materno.
E la malattia ad ammorbare
di tenerezza le nostre mani
che si ricompongono.
Ma ormai le stagioni
sono al crepuscolo, sui rami
le robinie vestono la brina,
e le gemme nei nostri animi
germineranno nel tempo
infinito della primavera,
unica perduta stagione
che rimarrà fra noi.
Carla Noro
Opera 3^ classificata
Mamma
Dell’amore – l’incanto
Come ragno paziente
ordivo la tela filo dopo filo
prigioniera nel reticolo
attenta allo strappo più lieve,
le faccende più piccole scontate
con scrupolosa esattezza
mentre il quadrante dell’orologio cambiava le ore
le estati stingevano in pallidi autunni.
Accadde a sorpresa…
lo specchio d’argento di mia madre
rimandò un’altra me stessa
urlava: scappa!
un soffio misterioso arrossava le guance
inondava pascoli arsi d’ombre e silenzi
argini molli cedevano,
allora strappai il corsetto
respirai a fondo per la prima volta.
Un vento nuovo spazzava via ciò che un tempo
così urgente stringeva i fianchi in asfissia,
occhi telescopici puntati più in là
videro oltre l’asse da lavare e il manuale delle buone maniere
mi scoprii di un’altra specie, familiare e diversa
la mia voce ascoltando, giorno e notte cullando.
Come ad un naufrago basta un legno
una matita trasse fuori dalla caligine parole nascoste
guidò la mano incerta in un tratto libero,
sulla tavolozza i colori spalancarono finestre
su paesaggi del cuore dove sostare
dentro cieli ripuliti, orizzonti più vicini
opacità e trasparenze, passaggi e passaggi
inventarono nel tempo questa mia quiete,
mi basta il sussurro di una gemma
che apre le vene sopra la crosta secca e scura
e una gioia larga e strana piove nel petto
e dell’amore ancora adesso vivo tutto l’incanto.
Giovanni Formaggio
Opera 4^ classificata
A mia madre
Questa pietra
che guarda zolle scure
rivolta al sole
è diario silente dei tuoi giorni.
È l’impronta del tuo sorriso
delle tue mani
raggrinzite come foglie d’autunno
su panni rivoltati
per noi gente di campi.
Qui, il tuo amore discreto
incontrava
il volto scavato
il sudore di mio padre.
La tua anima
incideva gioie e dolori
confusi tra vasi sbeccati
che curavi come figli
segnando l’arrivo della primavera.
Su questa pietra
che guarda zolle scure
rivolta al sole
una sera di maggio
mi ha consegnato la luce
del tuo ultimo rosario.
Enrico Bonfiglio
Opera 5^ classificata
Donne perse
Donne ferme al rosso di un semaforo che non cambierà colore,
perse nei fari di auto di uomini indifferenti,
sguardi rivolti verso un sole nero che non scalda.
Donne nascoste sulla faccia oscura della luna.
E paura…
Paura di raccogliere semi d’amore,
mani rivolte verso stelle avvitate come lampadine al proprio cuore
che nessuno riuscirà più ad illuminare.
Occhi ciechi che non brilleranno più accecati dal riflesso falso della gioia.
Donne perse che continueranno a camminare senza
accorgersi di calpestare
fiori nuovi sotto i loro tacchi.
Angelo Passera
Opera 6^ classificata
L’anima delle donne
L’anima delle donne è un pozzo profondo,
dove fuoriescono molte emozioni.
Il desiderio di entrare è così forte, che vince ogni paura,
ma sulla soglia mi ricredo, ma è ormai troppo tardi,
e già sento gemiti e lamenti.
Ci sono donne che sognano
ed è preghiera notturna e pianto,
che il mare sia meno salato.
Mute sirene, esse, ascoltano,
nelle pieghe del silenzio,
riecheggianti frasi, poesie d’amore,
promesse, carezze e parole al vento.
Ci sono donne che sperano,
ed è fiducia ingenua, talvolta,
che lui non sia come quell’altro.
Come falene, esse, bruciano,
con ali tese in abbracci fatali.
Calici amari, stordite e confuse bevono ancora.
Sarà vento di parole a soffiare,
sbattendole nell’angolo di un crudo risveglio.
Ci sono donne che vivono
l’amore in maniera devastante,
inseguimenti all’ultimo respiro,
zampate di passione ardente di fuoco,
che si annullano.
Ci sono uomini, pochi uomini,
che vedono la donna come linfa alla loro unione,
vedere così nascere un fiore,
che infonde profumo tutt’intorno,
insieme guardarlo crescere,
balbettare i primi suoni,
sentire il suo amore, condividerlo.
Consolidare così le loro attese, le gioie e le avversità
solido ponte tra le loro anime,
due sponde sul fiume fecondo,
senza sosta, dell’esistenza.
Angelo Passera
Opera 7^ classificata
Le lucciole
C’erano una volta le lucciole,
che splendevano come stelle nella notte,
e creavano quell’atmosfera idilliaca e paradisiaca
a stretto contatto con l’infinito.
Tutto questo donava luce, calore,
riflessione e conforto.
Adesso le lucciole sono donne straziate, svuotate, vinte,
dall’ipocrisia della gente.
La notte è ormai l’unica loro vera compagna,
le aspettano le iene paganti.
Il corpo profuma di rosa,
il volto è truccato da donna,
il seno è un bocciolo di rosa,
è appena una spanna la gonna.
Laggiù, lungo la strada,
l’aspetta la gente perduta,
la gente che crede al piacere
e, sulla coscienza, ci sputa.
La gente che a casa ha una figlia,
che ignora quel loro peccato,
che ha gli anni di quella stessa creatura,
che crede in un padre sensato e posato,
ma che dentro ha un cuore malato
e un’anima ormai sbriciolata.
In quelle stanze si butta sul letto sfinita,
ma è solo una statua di marmo
e sembra, all’orrore, impotente.
Lucciola,
violata dei tuoi intimi segreti,
rimani sola in una camera oscura a espiare
il dolore di un corpo abbandonato
in un groviglio di intricati fili.
Sarai comunque figura bella
a spaziare sotto la volta,
dove a contemplare la tua infinita bellezza
sarà il firmamento.
Irene Baldini
Opera 8^ classificata
Grazie di avermi tanto amato
È giorno caldo, opprimente. È un giorno solenne, quasi inverosimile.
Solenne è la morte che catapulta in un’ illogica immensità;
sconcerto, sfinimento avvolgono in una nebbia di irrealtà incomprensibile
in quanto piccolo è il mondo interiore umano.
Una lacrima traversa lenta il viso ottantenne di Rina,
la mano stanca abbandona per un attimo il bastone,
compagno di tanti passeggi, e si posa tenue
sul legno levigato dell’ultimo giaciglio terreno del suo Renato.
Un bacio, una carezza lambiscono il feretro con la dolcezza
atta a sfiorare la guancia di un neonato,
e poche sillabe fluiscono dalle labbra sottili in sussurro segreto…
«grazie di avermi tanto amato».
Un pugno di parole, il prodigio di mezzo secolo d’amore in una singola intima frase.
Ringraziare di essere amati. Un gesto nobile, d’altri tempi.
L’amore è ormai dovuto, un diritto, un’eredità pretesa.
Rina, nel giorno dei saluti, non si sente abbandonata,
né arrabbiata, non si pone domande, non cerca risposte,
candidamente ringrazia «grazie di avermi tanto amato».
Renato può salpare sulle onde di un mare sconfinato ,
scarcerato dal dolore fisico soffocante,
prosciolto dagli ingiusti limiti umani,
l’ indomito spirito ora veleggia nell’universo dell’oltre.
Ma Rina sa che non andrà lontano senza lei, come in passato.
La mente torna ai tempi di guerra, alle lettere dall’ Albania e dall’ Etiopia
simboli di un amore pulito ed orgoglioso che lo spazio non può sbiadire
Proprio come allora Renato parte e Rina resta in patria;
ora è lui che dovrà attendere paziente,
avvolto dall’incorporeo infinito.
Lei si allontana dal cimitero campagnolo, sorride delicata.
Soffia un bacio al suo guerriero a riposo.
«grazie di avermi tanto amato».
Un filo di parole segrete unisce due anime ,
come tramite impalpabile tra mondi differenti ma paralleli.
È un giorno solenne, incredibile ma non più triste.
È un giorno incredibilmente… magico.
Silvia De Angelis
Opera 9^ classificata
Lei
S’ornava di boccoli ancheggianti
smisurati
per scolorire infelicità remote
nel sé d’un’adolescenza misera
In ogni dove s’imbellettava
rafforzando il dire
nel risolino accentuato
d’un carisma trapelante
voglia d’eccedere sulla linea di gioco
Nella sorte infausta invaghita
d’uomo che conta
inciampa sullo strafalcione
sfoderato fra i denti
nella parola profana
capace gabbare qualsiasi
involucro fascinoso
Rita Cristina Buzzi
Opera 10^ classificata
Donne ma diverse
Donne diverse tra di loro,
ma non nel cuore!
Donne vittime delle tenebre,
private della luce del sole.
Donne piene di storie diverse,
piene di paure e di attese,
che non conoscono la parola “Amore”.
Donne costrette dall’uomo a vendersi
per le strade del mondo,
portate via con la forza dal loro paese d’origine,
ridotte alla schiavitù del piacere.
Donne libere di vivere la vita
senza le catene e non vittime di tratte!
Donne alla ricerca della libertà,
per non diventare, mai più schiave;
dell’uomo crudele!
Donne alla ricerca della loro dignità
e identità di spose e mamme!
Donne in attesa della loro rinascita,
donne bisognose del nostro aiuto e della nostra
comprensione e di molto rispetto,
in cerca di libertà e amore vero!
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