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Premio Letterario Internazionale Il Club dei Poeti 2009
XIII Edizione

Ultimo aggiornamento: 14 Luglio 2010
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

ANTOLOGIA – Antologia del Premio Il Club dei Poeti 2009 – La spedizione è stata ultimata in data 12-12-2009
RISULTATI – La Giuria ha ultimato i lavori di valutazione.
PREMIAZIONE – La premiazione si è tenuta sabato 30 gennaio 2010 alle ore 15,30 presso la Sala della Comunità del Teatro San Gaetano in via Olmi, 2 a Melegnano (zona Giardino).

Risultati

Risultati della tredicesima edizione del Premio Letterario Internazionale Il Club dei Poeti 2009


La giuria della tredicesima edizione del Premio Letterario Internazionale Il Club dei Poeti 2009 presieduta per la poesia da Gianmario Lucini e per la narrativa da Massimo Barile, dopo l’analisi delle numerose opere pervenute ha stilato la seguente classifica finale:


Sezione Poesia:

  • Opera 1^ classificata “Precauzioni I – II”, di Salvatore Scollo, Siracusa. Questa la motivazione della Giuria: «Primo posto per il coraggio nell’evocare con serenità il limite, rappresentato dalla morte, maniacalmente evitata in ogni manifestazione della cultura e nella stessa poesia, ed equiparata al nulla e alla dissoluzione dell’essere e del suo sentire. La morte qui invece è rappresentata come parte della vita e dei suoi semplici riti, serenamente, con grande umanità. Il verso è sobrio e sorvegliato, con una cura ad evitare fronzoli letterari e nello stesso tempo attento alla precisione concisione». Gianmario Lucini. Vince Targa Club dei Poeti – Pubblicazione di un libro di 48 pagine edito dalla casa editrice Montedit di cui 100 copie vengono assegnate all’autore – Attestato – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione su Internet www.club.it
  • Opera 2^ classificata “Verrà la pioggia”, di Gino Zanette, Godega (TV). Questa la motivazione della Giuria: «Secondo posto per l’afflato che sostiene il tono della composizione dal primo all’ultimo verso e la notevole musicalità della prosodia che accompagna la lettura, conferendo alla composizione un equilibrato e sorvegliato carattere elegiaco senza eccessi di lirismo o tentazioni di sentimentalismi, conservando un tono sommesso e insieme vibrante». Gianmario Lucini. Vince Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit di cui 100 copie vengono assegnate all’autore – Attestato – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione su Internet www.club.it
  • Opera 3^ classificata “Alice a Parigi”, di Riccardo Fedeli, Villamagna (PI). Questa la motivazione della Giuria: «Terzo posto per la capacità di evocare con versi scevri da tentazioni retoriche, la genuinità e la magia dell’amore della prima giovinezza al suo primo manifestarsi nel semplice e atto del bacio, semplice ma anche carico di simbolismo, con un lirismo allo steso tempo realistico e magico e con un ottimismo ancora immune dalle nevrosi che connotano l’amore nelle difficili fasi del rapporto più maturo. Poesia a suo modo nostalgica ma serena e ottimista, che ricrea il mito dell’origine, della vita ancora da iniziare.». Gianmario Lucini. Vince Pubblicazione di un libro di 32 pagine pagine edito dalla casa editrice Montedit di cui 50 copie vengono assegnate all’autore – Attestato – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione su Internet www.club.it
  • Opera 4^ classificata “Nel tuo giaciglio”, di Chris Mao, Ormea (CN). Questa la motivazione della Giuria: «Apprezzabile in questa lirica il tono discorsivo segnato da scatti nervosi e un verso che a tratti trova impennate di senso e improvvisi rimandi e cambi di scenari. Scrittura decisa e limpida, che non si attarda in tentennamenti, ma procede con scioltezza di lettura nella sua concisione espressiva». Gianmario Lucini
  • Opera 5^ classificata “Quel dolore”, di Luigi Di Legge, Rozzano (MI). Questa la motivazione della Giuria: «Linguaggio diretto ed essenziale che cerca di colpire il lettore per la sua levigatezza e l’accostamento inusuale di due toni: quello elegiaco di quasi tutta la composizione, che viene però chiosato con due versi finali di un tono fra l’irato e l’ironico, con effetto paradossale». Gianmario Lucini


Dal 4° al 10° classificati vincono Attestato di merito – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione su Internet www.club.it – 50 copie in omaggio in caso di pubblicazione di un proprio libro con l’editrice Montedit.

Opere Segnalate dalla Giuria con Attestato di merito:

  • “Il dono”, di Chiara Catapano, Monfalcone (GO)
  • “Immaginarmi”, di Pietro Catalano, Roma
  • “La valigia”, di Paolo Tulelli, S. Pietro Magisano (CZ)
  • “Mi risvegliai bambina”, di Fiorella Defons, Lucca


Sezione Narrativa:

  • Opera 1^ classificata: Fredda terra e musica del cuore, di Damiano Fina, Quinto Vicentino (VI). Questa la motivazione della Giuria: «Nel racconto “Fredda terra e musica del cuore”, Damiano Fina esplora tutto ciò che gli occhi “cercano” nelle zone d’ombra, nel silenzio lacerante, alla ricerca d’una risposta che fa sempre fatica ad arrivare e, infine, nella sofferenza del corpo d’un uomo “rinchiuso fra le pareti, condannato a vivere in un incubo infinito”. Il sentimento che si risveglia diventa un “urlo”, un “gemito di liberazione” e la mente ricerca una impercettibile, quasi invisibile, fessura nell’odiata parete che divide. Ecco allora che le labili memorie ritornano in una esplosione che deflagra al momento dovuto, in un tempo in cui le parole sembrano ancora “miraggi”. Si può essere catturati dalle emozioni e, allo stesso modo, dai sogni: la tristezza e la felicità vanno di pari passo e colano dagli occhi e “si fondono nell’immaginazione”. Si può viaggiare verso luoghi lontani e non allontanarsi dal proprio giardino: annientando le limitazioni e le costrizioni. Damiano Fina oltrepassa la soglia d’una visione legata puramente al materiale e la innalza ad una dimensione spirituale». Massimo Barile. Vince Targa Club dei Poeti – Pubblicazione di un libro di 48 pagine edito dalla casa editrice Montedit di cui 100 copie vengono assegnate all’autore – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione su Internet www.club.it
  • Opera 2^ classificata Il collezionista, di Claudio Malatini, Cremona. Questa la motivazione della Giuria: «Il racconto di Claudio Malatini è, allo stesso tempo, affascinante e straziante. Le apparenze ingannano solo coloro che vivono di apparenze e l’Autore ne offre una conferma emblematica. La storia raccontata pare una premonizione che ha il sapore del misterioso destino al quale siamo tutti legati. Il momento del definitivo taglio con questo mondo sarà sempre sconosciuto e la nostra impotenza sarà evidente. Ne “Il collezionista”, uno scrittore incontra casualmente un uomo che è appena uscito dal carcere dopo aver scontato alcuni anni di galera per un omicidio. Nel paese di periferia gli sguardi di disprezzo e i timori si sprecano, ma lo scrittore diventa suo amico. Condivide le passioni di quest’uomo che desidera solo respirare la nascita di un nuovo tempo e il sapore della libertà. Lo scrittore scoprirà la profonda sensibilità d’un uomo che è un collezionista: appassionato scripofilo con una raccolta di azioni, obbligazioni, documenti e tessere d’ogni genere nonché collezionista di foglie con una filloteca così ordinata da fare invidia ad un esperto. Le apparenze nascondono l’imprevedibile mondo d’un personaggio creato dalla fervida inventiva di Claudio Malatini». Massimo Barile
  • Opera 3^ classificata “Frammenti”, di Eleonora Paoletti, Sesto Fiorentino (FI). Questa la motivazione della Giuria: «Il senso della vita racchiuso in pochi frammenti. Nel momento in cui si crea il distacco si può assistere al crollo e non rimangono che i ricordi, piccoli frammenti di cristallo, ai quali aggrapparsi, cercando ancora la presenza d’un amore ormai dissolto. Attraverso gli occhi della memoria, scompare la concezione del tempo e tutto appare così lontano come una “frenesia della rimembranza” come il “profumo della persona amata”. Eleonora Paoletti permea il suo racconto di questo profumo vitale». Massimo Barile
  • Opera 4^ classificata Gran finale, di Giuseppina Zupi, Roma. Questa la motivazione della Giuria: «Giuseppina Zupi racconta dell’amore immenso tra Giulia e Roberto e dell’impensabile manifestarsi della vita che lascia sempre sorpresi. L’idea è sviluppata con una scrittura nitida ed una fluidità narrativa che rendono nel miglior modo possibile le intenzioni dell’Autrice». Massimo Barile
  • Opera 5^ classificata Lo schiaffo, di Giacomo Di Blasi, Nicolosi (CT). Questa la motivazione della Giuria: «Il racconto di Giovanni Di Blasi recupera il ricordo di uno schiaffo ricevuto ai tempi della scuola da una insegnante e quel gesto riesce ancora ad emozionare, a far tornare alla mente un oceano di emozioni che si miscelano al presente. La scrittura di Giovanni Di Blasi è suggestiva ed evocativa: riporta in vita la memoria d’un frammento esistenziale e lo innalza a paradigma di una stagione della vita». Massimo Barile
  • Opera 6^ classificata Vienevà, di Emanuele Marchesini, Arbizzano (VR). Questa la motivazione della Giuria: «La storia di un vagabondo che desidera essere invisibile, quasi a nascondersi in mezzo alla gente. Seduto sulla sua panchina ad “annusare la notte”, disperso nelle sue continue peregrinazioni come ad “andare randagio per il mondo e misurare l’infelicità con le lacrime raccolte in una bottiglia” fino all’incontro casuale con una ragazza e la tragica fine. Un racconto che mette in evidenza l’umanità, la fragilità dell’Uomo che può ritrovarsi ramingo per il mondo eppure portare ancora con sé la capacità di avvicinarsi all’animo dell’Uomo, di comprenderlo nelle profondità, di conoscerlo per ciò che veramente». Massimo Barile
  • Opera 7^ classificata Storia d’altri tempi, di Salvatore Scollo, Siracusa. Questa la motivazione della Giuria: «Salvatore Scollo racconta la storia di un insegnate di lettere al liceo classico ormai a pochi anni dalla pensione dopo una vita passata ad insegnare, un matrimonio finito, un continuo e sottile senso di malessere e la sensazione di fare i conti con la solitudine. Poi, come uno spiraglio di luce che illumina la vita, una studentessa riesce a regalargli un’impagabile soddisfazione. Un gesto affettuoso sarà il sigillo al racconto di Salvatore Scollo: intenso, umanamente sentito e profondamente autentico». Massimo Barile
  • Opera 8^ classificata Al di qua della Ramina, di Rosa Maria Corti, Lenno (CO). Questa la motivazione della Giuria: «In una fredda giornata, una donna ritrova un vecchio album di fotografie e i ricordi riportano alla mente i volti delle persone care, le immagini di momenti vissuti e la figura di Miriam, una compagna di scuola costretta a fuggire ai tempi della guerra perché ebrea, al di là della ramina, la rete di confine italo-svizzera. Maria Rosa Corti, con un racconto intenso e, al contempo, pervaso da una forte umanità, pone in evidenza la fragilità della vita e quel sottile filo che ci unisce e ci permette di rimanere in equilibrio sugli eventi della vita stessa: positivi o tragici che siano. E, magari, dopo qualche anno, durante una passeggiata in quegli stessi luoghi, inaspettatamente, ritrovare quella compagna di classe che diventa simbolo della libertà... questa volta, al di qua della ramina. Rosa Maria Corti, con la limpidezza che contraddistingue la sua scrittura, riporta alla luce una storia densa d’umanità». Massimo Barile
  • Opera 9^ classificata Lo specchio di Virginia, di Maria Gisella Catuogno, Portoferraio (LI). Questa la motivazione della Giuria: «Maria Gisella Catuogno racconta la storia di Virginia, la Contessa di Castiglione, una donna bellissima, una dea dell’olimpo, intelligente e scaltra. Nello specchio risiede tutta la sua vita, la splendida immagine del suo corpo, l’unica conferma desiderata. Purtroppo la bellezza d’un corpo perfetto svanisce presto. Maria Gisella Catuogno condensa in questo racconto, la vanità e l’illusorietà, come a ricordare che la bellezza esteriore è effimera e solo quella interiore rimane» Massimo Barile
  • Opera 10^ classificata L’alleanza, di Marina Bellanti, Badia Pozzeveri – Altopascio (LU). Questa la motivazione della Giuria: «Il racconto di Marina Bellanti è umanamente intenso e pervaso da profondi significati: il senso della vita, l’amore per la terra, la fedeltà a se stessi, la passione per ciò che si fa. Un meraviglioso vigneto sarà il simbolo dell’amore per la terra che non deve disperdersi in mani sbagliate. Non a caso, sarà lasciato in eredità al primo nipote: l’unico che potrà amare il vigneto come un figlio». Massimo Barile


Dal 2° al 10° classificati vincono Attestato di merito – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori – Buono valido per avere 50 copie in omaggio in caso di pubblicazione di un proprio libro con la casa editrice Montedit – Pubblicazione su Internet www.club.it


Opere Segnalate dalla Giuria con Attestato di merito:

  • “Dai diamanti non nasce niente”, di Silvia Marini, Tirrenia (PI)
  • “Un segreto di montagna”, di Luigi Di Legge, Rozzano (MI).


La premiazione si terrà a Melegnano nel mese di gennaio 2010. I premiati riceveranno l’invito a mezzo lettera.

Opere vincitrici


Salvatore Scollo

Opera 1^ classificata

Precauzioni

Parliamo anche del nulla
ma parliamone male.
Paolo Febbraro

I

Il baccalare sa come incantare
piazzato al centro del carrobbio
sgranando a mo’ di rosario
termini arditi mai prima uditi:
Amore, Destino, Morale, Patria…
inducendo a una mite confidenza

mentre la musichetta di sottofondo
esalta il tubare dei piccioni
il borbottio dei tubi di scappamento
il formicolio delle mani
il ronzio d’insetti vari
l’arpeggio del contrabbasso.

Tutto per respingere l’idea della morte.

II

Ho stipato all’inverosimile il guardaroba
ché la Morte non mi colga impreparata:
quando verrà il momento
mi suggerirà che abito indossare.


Gino Zanette

Opera 2^ classificata

Verrà la pioggia

Verrà un giorno la pioggia
Con i suoi calzari di seta
E capelli che profumano di fieno,
Le mani impastate di salmastro
E negli occhi il colore caldo delle dune
Le labbra affabulanti di conchiglie:

Negli orecchi il risuonar festoso
Di fragori scemanti di maree

E nell’anfora antica a tracolla
Impigriti secoli di vento
E d’albe illibate di paura…

Tu la vedrai venir come in un sogno,
Implume donna girovaga sugli orti
D’un imbrunire che si fa perla a stento.

Di quella sera che sarà ebbra di pace,

godo.

Perché sarà pace finalmente vera

dopo.

Perché verrà in quel giorno
Dopo la pioggia
Il tramestio del tutto che ritorna
E muta resta solo per un baleno

in alto

la falce verde della luna.


Riccardo Fedeli

Opera 3^ classificata

Alice a Parigi

Alice guarda la Torre Eiffel,
mentre sfoglia Parigi
come un libro e la neve che cade,
diventa una pagina bianca
da riempire con le sensazioni
tra la Senna che gli scorre nelle vene
e le braccia del suo ragazzo
che gli stringe il cuore,
inspirando l’odore dei Bistrot
lascia impronte tra i Boulevard
e le Champ Elysee,
felice che i suoi 18 anni
parlino francese
e sotto l’Arco di Trionfo
si fa scattare una foto
perché il tempo si prenda una pausa
e un bacio possa lasciare,
il sapore di una vacanza
al di fuori di una stanza.


Chris Mao

Opera 4^ classificata

Nel tuo giaciglio

Il tuo corsivo indigeribile
mi costringe ad immaginarti
con gli occhi spenti,
mentre concentri il pensiero
sulle questioni dell’Amore
da recapitarmi con urgenza
– La bella esposizione del vocabolo
è cosa da copisti senza ingegno,
l’evidenza segreta del mio cuore
passa sulle tue smorfie di lettore infastidito –
Questa filastrocca la ripetevi ad oltranza
mentre cercavamo insieme un’intesa
sulla produzione orgogliosamente eccessiva
dei nostri carteggi.
Era il tempo dell’incontro,
sulle parole pesava solo la tua voce;
non più corruttibile dalle sirene
delle mie implorazioni.
Ora inseguo la tua lontananza
riordinando la misteriosa fantasia
delle tue innumerevoli lettere,
nel giaciglio della tua scrittura
ho messo la chiave dei miei ricordi,
per ritrovarti sempre,
anche dopo l’Apocalisse.


Luigi Di Legge

Opera 5^ classificata

Quel dolore

Prendere il dolore a piene mani
il nutrimento
del desco quotidiano

l’eternità di cose semplici
dure,
e la mia anima
al di là della volta celeste.

Per perdonare l’imperdonabile.
Per accettare l’inaccettabile.

Le vene sotto il mento
rigonfie
premute in uno spasimo
e un bercio serrato in gola.

Ora esco
a mangiarmi una rosa.


Adriana Torre

Opera 6^ classificata

Il cane di legno

Striminzito,
le zampe troppo lunghe,
due nodi d’albero
gli occhi
perduti in una triste lontananza:
così ti scolpì,
in un tronco,
l’ignoto artista.
Vivo mi sembri
e mi commuove guardarti.
Come a persona viva
vorrei rivolgerti la parola,
farti una carezza.
Sentiresti tremare la mia mano,
come forse tremò
la mano dell’artista.


Irene Lorusso

Opera 7^ classificata

Distanze

Eravamo sulle sponde del giardino di Allah,
io cercavo di immergermi in acque verdi
alla ricerca di un pesce pagliaccio.
Tu sgocciolavi melograni di pensieri
e ad ogni modo mi sembravi buffo.

Ad un tratto le correnti del mar Rosso
ci hanno imposto di tendere le anime al cielo,
le mani al petto.

Aspettavamo che tutto si asciugasse
– dentro e fuori di noi –
nel frattempo si parlava di predestinazione agostiniana
e la penisola del Sinai s’affogava nel tramonto.
E tutta quella bellezza ci scintillava negli occhi arguti,
scaltramente svegli a non perdere niente.

“perché tutto questo?” m’hai detto,
io ti ho solo cantato un poema sorridendoti
con le labbra all’ingiù.
E non saremo mai più quelli di una volta.


Melania Bortolotto

Opera 8^ classificata

Piedi soli

Chi cammina solo
corre,
non tiene il passo di nessuno.
Il piede
copre la misura dei pensieri
ed il naso
taglia l’aria
senza odorarla.
Si scontra
ma non tocca.
Nessun vestito
avrà un ricordo,
nessun incontro
per rallentare.
Il piede,
fedele a se stesso,
non indietreggia,
non si contorce imbarazzato
davanti ad un piede sperato.

Quello che resta
è solo polvere
e pensieri gettati a terra
incollati a suole consumate.


Giuseppe Perrotta

Opera 9^ classificata

Vecchiaia

Eri birillo tra i birilli
non quei pochi
che sul panno verde temono la biglia
ma quanti sono gli alberi del bosco
che si nascondono alla vista
l’uno dell’altro.
Poi il tempo
cominciò a far dei vuoti
e parlasti con la quercia
e col leccio distanti.
Ormai la foresta è un prato
aperto come il biliardo.
Sei ancora birillo tra i birilli
ma ora son pochi
una volta estranei
ora sono fratelli
ma lontani e silenziosi
e li vedi cadere
ad uno ad uno
finché gli ultimi
un giorno
spariranno tutti insieme.


Franca Canapini

Opera 10^ classificata

Lari

C’è sempre una curva al risveglio
e una piccola ombra che appare
– torna a letto,
fingi di farti svegliare –
Ecco, piano è arrivata
fruga tasche
ti dona una noce
nonna! – sotto il gelso
il tuo viso sudato –

E c’è un’ombra più curva
che schiude furtiva la porta di casa
insinuando l’incerto sorriso
Entra, è aperto, rimani
scalda al fuoco i tuoi anni lontani

Solo tu non riappari
mater dolorosa
Allora ti vedo lo stesso
madonna
il piccolo bimbo accasciato
la bimba ti abbraccia di lato
Sei con loro, finalmente appagata
e li cingi in un cerchio d’amore
– ché nessuno più vi arrechi dolore –

Non chiedo che tu torni per me
ma, ti prego, proteggi la casa


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