Sara Boccassi
Opera 1^ classificata Giovani
Ti ho cercata in un libro illustrato
Ti ho cercata in un libro illustrato
senza colore, senza parole
scarabocchi di cenere e schizzi d’idee
rimaste a matita.
Ti ho cercata nelle guerre di eroi
prigionieri di un passato.
senza avvenire
dalle armi scarlatte, dal silenzio nel cuore.
Ti vidi forse nella grazia mortale
d’una rosa recisa
dal capo chinato
e la corolla dolente
distesa, distrutta su un letto di gemme.
Ti ho cercata senza luce nè buio
in pagine e pagine di preghiere perdute,
poesie infantili e storie dì navi,
marinai senza meta dalla rotta smarrita.
Ti vidi forse in un giardino incantato
mentre fuori appassiva
il fior dei miei anni.
Nel riverbero leso da una nube
nostalgica ogni tanto pioveva
il mio pianto di vetro
sopra foglie di carta e grafite.
Edoardo Conventi
Opera 2^ classificata Giovani
Sei mesi di te!
Singolo punto di un’importante storia d’amore,
piccolo.
Forza per coloro che hanno scritto di te.
Cuore grandissimo,
unico universo.
Gioia,
vita.
Una bestia nata con te
Ti rapì e ti portò via.
Occhi spenti di madre!
Mi arrendo!
Nulla.
Cancro!
Teodora Dedijèr
Opera 3^ classificata Giovani
Paese dei sorrisi
Il suo nome parla chiaro,
Raffaele, medico senza frontiere.
Insegue un sogno – togliere il dolore.
Però, il bene che fa non fa rumore.
Dove il disagio si tinge di sanguigna,
dì terra d’ombra bruciata, di granata.
un’emozione di tonalità rosso angeiico
silenziosamente l’ha colorata.
Operare un altro labbro con malformazione
è diventata la sua missione.
Sostituire col sorriso stampato
sguardo supplichevole – I’obiettivo prefissato.
Se lo porta dentro per celebrare la vita,
quel «Grazie» dì tante facce di felicità.
Si concederà una sosta dopo la missione riuscita?
Finché sente vagito per lui non è finita.
Nora Zoccolan
Opera 4^ classificata Giovani
Arché
Donna è vita,
sostanza marmorea
di una moltitudine
che aleggia nell’incertezza
di essere e non apparire.
Donna è essenza di vita,
eterna madre del mondo
amante dello spirito
esaltazione del pensiero.
In utero
Vorrei, con la mia mente,
spaziare ai confini del possibile
oltrepassare il muro del vuoto
buio della vita, della morte.
Vorrei volare con il mio pensiero
oltre il corpo spento
per tornare in esso rinata
dando tempo al tempo.
Volo e mi libero
muto e divengo
sono e vivo.
Franca Calcabotta Sirica
Opera 1^ classificata Adulti
Sogno sotto l’antica quercia di Dodona
Sogno sotto l’antica quercia di Dodona…
Respiro nell’assenza di suoni.
Mi avvolgono le essenze d’autunno.
Domani un oracolo prenderà la mia mano.
Trepidante,
aspetterò il suo responso,
il suo racconto del mondo.
Penso sotto l’antica quercia di Dodona…
Guardo la luna vestita di nubi leggere
Trasparenze di luce m’incantano,
seducono il mio sguardo silenzioso…
Tracciano le mie dita il percorso delle stelle.
Qui, fra i boschi dell’Epiro,
lascio correre i miei desideri.
Piango sotto l’antica quercia di Dodona…
Vorrei che il buio m’inghiottisse,
per proteggermi dal dolore del vero.
Vorrei annullare questo posto a me caro,
cancellare la sua storia e il suo mistero,
per non leggere gli orrori dell’uomo,
per non tradurre le parole amare del vento.
Canto sotto l’antica quercia di Dodona…
Aspetto la dipartita della notte.
Sospendo il tempo, abbandono la mia voce,
come una fiamma che non sa più tremare.
Voglio solo ascoltare il fruscio delle fronde.
Nell’aria, che ha l’odore del mattino,
le foglie diffondono melodie presenti.
Claudio Maria Zattera
Opera 2^ classificata Adulti
Appartengono a dio
Ai poeti appartengono le parole
galanti, tra le tazze
d’oro zecchino della
pasticceria del corso,
al momento del tè.
Ai poeti appartengono le strade
senza uscita, i vicoli
che sanno d’osteria,
la rima dello sbronzo:
crepa, vigliacco mondo!
Ai poeti appartengono le pagine
bianche dove adagiare
i sogni, e le pietre
per coprire la morte
dall’assalto del canto.
Ai poeti appartengono le notti
e i fogli neri, drappi
d’una vita descritta
graffiando la vernice,
con chiave di lettura
di per sé stessa univoca.
Ai poeti appartengono le ore
di punta d’attardata
solitudine, pena
in cui lenti s’indugiano
per fede manifesta.
Ai poeti appartengono le donne
amate, e spogliate
alla luce d’un tocco,
labbra evocate, mute
all’intima bellezza.
Tutti i poeti appartengono a dio,
a chiunque sia posto sulla croce del bivio
con le mani legate,
ad accogliere chiodi e uomini risorti.
Emilia Fragomeni
Opera 3^ classificata Adulti
Scrivo versi
Noi… li credevamo inni, elegie.
Ma sono solo parole di vento,
ballate d’anime in tumulto, che
trasformano la luce della luna
scintillante in buio inquieto e
il canto del mare in urlo acuto
su naufragi dolenti. Ormai
si piegano alla pioggia violenta
solo lacrime sterili e spente.
Nuvole minacciose assillano
i giorni. L’erba s’affolla ai muri
scorticati; l’ulivo secolare è ormai
piegato, trafitto dall’incuria e
l’abbandono.
Si snoda sui pendii dell’esistenza
la strada chiusa al vuoto delle attese,
ardenti aspettative, anime arrese.
Scalfisce il duro argine del tempo,
che attento veglia sospiri affranti
e silenzi che sovrastano pianti.
Intanto il mare canta leggende
o storie vere. Magico effluvio
emana dagli abissi. La notte più
non dà tregua. E piange irripetibile
tormento d’istanti vuoti, inghiottiti
dal buio del silenzio.
Ma io non lascio armonie di luci,
né affondo i miei sogni nell’abisso.
Io mi vesto di luna e bevo vento,
nutrendomi del chiarore delle stelle.
Respiro il peso delle sofferenze,
ma scrivo versi, con cui riempire
il crudele frastuono del silenzio.
Guardo la vita che mi avvolge
intorno e dal dirupo mi sporgo
a nuova sosta, aperta alla speranza.
Teresa Riccobono
Opera 4^ classificata Adulti
Lontane memorie
E si torna a casa
ancora bambini
tra le ginestre fulgide e immense,
ed è tutto un vociare
che si perde per le strade
di portici in corsa,
voci scattate dai giri di chiave
di un viaggio che scioglie memorie,
scritture d’un periplo lucente
che s’annidavano al mio piede
nelle maree dei campi di maggio,
quando le lucciole
a fiocchi nevicavano luce
e i fiori covavano miele,
e si credeva il cielo
avesse un parlare d’uccelli
anche per noi che fuori dal nido
si provava a volare,
e si torna a casa,
qualcuno ha conosciuto le parole
ascoltando il vento perdersi
nella quiete dei coralli,
qualcuno è rimasto dentro
a riguardarsi la vita,
a cercare un’eco
nei vuoti d’azzurro
d’un tempo impietoso
che di nove lune si gonfia
assolve il dolore
quest’alba che cresce
come la sete dolce
di tutto ciò che ha
labbra e luce
e ti scivola addosso leggera
come rugiada
o al fiorir d’un passo.
Lucia Ingegneri
Opera 5^ classificata Adulti
Con la complicità del cuore
Colgo nel recinto del mio vivere
petali colorati di pensieri stipati,
di sensibili silenzi, di parole proferite
o ascoltate, di sogni consumati o
assopiti in attesa di aleggiare come
polvere di stelle nello spazio del mio
fluire, mentre respiro la globalità del
tempo fra argentei bagliori dell’aurora
e vespertini veli nel trapelante cielo,
con la notte schiusa al lucore della luna.
Cerco di ogni evento il suo colore
per scorgerlo come il blu del mare,
il bianco della neve, o che abbia la
fragranza dei glicini per fasciare
la mia anima d’essenza.
Non sempre i grappoli fioriscono
per far sbocciare un sogno o una
speranza, non sempre c’è vento di
levante a sollevare l’odore delle
rose dai giardini assolati.
Realtà incerta, misteriosa, dove io
mi muovo con la complicità del cuore,
con gli occhi dell’amore: profumi di
sorrisi, tappeti di speranze, chiare
albe di pace per un mondo migliore.
Amore universale, fiamma cosmica
che m’illumina lo spirito e lo innalza
verso nuove mete, dolci aure di luce
infinita, porto radioso del profondo
azzurro dei miei voli d’infanzia,
quando per me correvano le stelle a
ricamare, con l’incanto delle favole,
il mio cielo di liete storie senza tempo.
Giuseppe Leccardi
Opera 6^ classificata Adulti
Legna verde
Come pesa sulle spalle
la legna secca degli anni,
sottobosco del tempo trascorso
esposta all’incendio dei tramonti
ed ai fuochi dell’ultima passione.
Non proverei stupore, né rimorso
se diventasse cenere all’istante
ma aspetterei paziente l’occasione
per l’ultimo volo insieme,
grigie spirali dello stesso fumo.
Sarà come un soffio d’amore
più fresco del vento che a marzo
semina fiori profumando l’aria
e spinge le nuvole più in alto
nei leggeri pascoli del cielo.
Come rimpiango ora
il tempo della legna verde
che si beveva il sole a primavera
nei giorni dello studio e dell’attesa,
le strade larghe, aperte a tutti i sogni.
Egidio Belotti
Opera 7^ classificata Adulti
Ombra tra le ombre
«Genova disperata, invano da me implorata.
Genova di tutta la vita, mia litania infinita»
’Litania’ G. Caproni
Questa città smarrita, ombra tra le ombre,
si perde sull’indaco intenso con lo sguardo
appeso al mare di cristallo quasi immobile
nel suo respiro misterioso, adagiata
sulle opache luci della sera nel declinare
stanco di palpitanti echi di memoria:
ed ecco il delicato battito del tempo
che m’inquieta, innocenza ferita,
luce in salita sui tetti malati, improvvisa
stretta al cuore, padre, madre, amore:*
e poi, inaspettato, un suono amico
di mareggiata breve accompagnare stupito
questa vertigine di vento sulle scale
grigie a risvegliare un fremito nuovo,
quell’intima armonia sospesa
sul ritmo incerto di una limpida passione,
mia delizia e mio sofferto cruccio,
che a volte – sospiro di brezza –
lenta scioglie in canto nel dialogare
senza ritorno delle ultime stagioni.
*genitori e moglie di Caproni deceduti a Genova.
Giuseppina Barzaghi
Opera 8^ classificata Adulti
Le stelle più luminose
(a Madre Teresa)
L’umiltà e la semplicità sono le due vere sorgenti della bellezza.
(Johann Winckelmann)
Non porgere ricchezze
il mondo ha sete di carità
di parole sussurrate ai cuori
di pensieri fatti opere
di mani sempre pietose
di ferite umilmente sanate
di vuoti amorevolmente colmati.
Non porgere ricchezze
non lavare la coscienza
la carità è lucidamente folle
allarga l’orizzonte del cuore
oltrepassa ogni frontiera
e pacificamente si ribella.
Cospargiti di povertà
asciuga molte lacrime
avrai gioia e vera bellezza
vedrai le tribolazioni
divenire fiori
vedrai le spine
tramutarsi in rose.
Le stelle più luminose
risplendono nel buio.
Anna Barzaghi
Opera 9^ classificata Adulti
Incanto
Sarà la magia del vento
a rapire gli sguardi incendiati dal cuore
mentre si snodano voli di gabbiani solitari
nelle onde bianche parlate dal silenzio.
In questo giardino incantato di luce
scorrono pensieri come accanite ombre
ad allacciare il tempo al respiro muto della vita.
Mi scivolo addosso nel mio rincorrere strofe nude di memorie
sconfinando tra impronte e sogni
mentre il colore del tramonto
si nasconde nelle tasche del cielo.
Catturo la voce di una nuvola
proprio ora che il mio destino s’allunga sui miei sensi.
Come un abbraccio imbevuto di speranza
regala un domani al lento fluire
di un brivido che danza nella sera.
Si spegne il giorno in un soffio di lacrima
mentre lieve s’adagia una carezza sulle gote della luna.
A raccontare di una poesia che si scioglie nell’anima.
Vanes Ferlini
Opera 10^ classificata Adulti
Volo di rondini
C’era nei tuoi occhi
una trama di filo spinato
e la mano, piccolina
a ghermire un lembo di cielo
Non eri fatta di sola carne,
la tua anima sanguina ancora
nel sonno della belva
come le sue unghie
ti graffiavano il cuore
Bambolina di porcellana fine
e un vestitino leggero
che svolazza all’impeto
del vento gelido e crudo
In questo cielo pieno di falchi
le rondini garriscono spaurite,
tracciano rotte a nuovi soli
e tu, con le ali spezzate
e le manine ruvide d’asfalto
non solchi più l’azzurro
Precipita la ragione,
precipita il cielo nei tuoi occhi
ma tu voli ancora
più in alto di noi
nella-luce che non ha confini
e da lì sussurri parole dolci
ai bambini che ancora possono sognare.
in memoria di Fortuna Loffredo, la piccola vittima di violenze precipitata dal balcone della sua abitazione di Caivano.
Barbara Rabita
Opera Vincitrice del Premio Augusto Robiati
In metrò
La zingara ha tra le braccia
un impulso di vita
con gli occhi imploranti
chiede monete.
Fiocchi rosa
sulla fronte neonata
e copertine calde
avvolgono vagiti
ormai condannati.
Ciabatte sporche
si trascinano stanche
nei vagoni umidi,
Un bicchierino logoro
nella mano libera.
Giovane e molle
è la gitana.
Implora,
tocca il pavimento con il corpo
fredda e ostile è la terra.
Rumori
Nuvole peste come i miei occhi
cadono calde dal cielo
rumori di primavera si affacciano
alla mente assopita