Risultati Concorso “Città di Melegnano” 2017
La Giuria della Sezione Poesia presieduta dal Professor Benedetto Di Pietro, rende nota la seguente classifica:
- Opera 1°^ classificata «L’uomo delle rose» di Rossella Amelia Roli, Seregno (Monza e Brianza).
Questa la motivazione della Giuria: «Su una panchina del parco siede un individuo con cappello a cilindro, braccia aperte e una valigia vuota davanti ai piedi, vuota perfino di sogni “O forse i suoi sogni / si sono perduti” a furia di trascinare il bagaglio che ha perso il fondo. Può darsi che l’uomo attendesse una donna che non è arrivata. Così ha deciso di rimanere in quel parco dove ora sono fiorite le rose. Chissà cosa sarebbe avvenuto se quella donna fosse arrivata. Magari la coppia sarebbe emigrata, così “la valigia sarebbe una culla / e la panchina una casa”. Lo spunto probabilmente viene da una di quelle statue che si possono ammirare in alcuni giardini comunali e la poetessa fa rivivere il personaggio rappresentandolo come elemento legato all’amore e all’attesa di chi non verrà per sedersi accanto, se non l’avventore che si siederà per farsi fotografare. Il fenomeno dell’emigrazione è visto nella sua essenzialità: la perdita degli affetti e dei riferimenti. Così l’uomo anonimo della panchina diventa “senza tempo né velo né inganno” e l’autrice abbassa lo sguardo in segno di rispetto. E, quasi a farne omaggio, contempla il giardino delle rose». (Benedetto Di Pietro)
Vince: Targa Città di Melegnano – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia della Sezione Poesia e su Internet www.club.it
- Opera 2°^ classificata «Fine primo tempo» di Cesare Maria Figini, Vertemate con Minoprio (Como).
Questa la motivazione della Giuria: «La vita è la somma degli eventi, belli e brutti, cui una persona dovrà fare fronte nel corso della sua esistenza. Per un’autodifesa innata noi tendiamo a valutare le cose migliori di ciò che sono e a volte invidiamo gli altri senza sapere che l’apparenza inganna quasi sempre. Il poeta, partendo da un evento che gli ha segnato la vita, fa una riflessione sulla caducità e sull’inganno del mondo che noi consideriamo realtà, invece noi cogliamo solo il riflesso confuso del mondo in cui crediamo di essere vivi, ma non ne abbiamo le prove. Potremmo essere tutti morti. Ritorna qui il mito della caverna di Platone: l’uomo scambia per realtà la sua proiezione e rapportata ai giorni nostri la metafora ci mette in guardia dai mass media che influenzano la nostra opinione, mettendosi in mezzo tra noi e la notizia, e presentandoci una realtà ingannevole. Solo la conoscenza attraverso l’esperienza ci permette di distinguere correttamente ciò che è vero da ciò che è falso».(Benedetto Di Pietro)
Vince: Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’autore – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia della Sezione Poesia e su Internet www.club.it
- Opera 3°^ classificata «Figlio» di Federico Furlan, San Polo di Piave (Treviso).
Questa la motivazione della Giuria: «Il poeta si rivolge al figlio mettendolo in guardia contro possibili errori di valutazione e di autostima. Allo stato naturale tu sei come una manciata di sabbia informe che per poter avere una forma viene modellata, “anche accarezzato”, ma in realtà non corrisponde a quello che sei. Tu ancora devi proporti alla società con la tua personalità, evita gli scontri fisici e verbali e proponiti con la forma dell’agape, del bene, dell’amore, perché oggi è l’unica che può dare valore ad ogni granello della sabbia che ti compone. Il poeta scopre che il figlio è già grande, e si dichiara “incapace di capirti / di capirmi”, scoprendo che il legame che li unisce è fatica di comprensione e sofferenza del proseguire nell’ascesa degli anni. Ma è confortato dal fatto di potere camminare insieme. Una bella poesia che rivela il legame consanguineo, ma anche l’empatia che esiste tra genitori e figli. Il messaggio è pedagogico». (Benedetto Di Pietro)
Vince: Pubblicazione di un Quaderno di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’autore – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia della Sezione Poesia e su Internet www.club.it
- Opera 4°^ classificata «Bagnoli: una dismissione da noi stessi» di Carlo Tarabbia, San Donato Milanese (Milano).
Questa la motivazione della Giuria: «Una poesia di carattere socio-pedagogico in cui il poeta dichiara di legare la sua vita a quella dell’acciaieria di Bagnoli, “un monumento al lavoro / un fattore potente di educazione civile”, che viene dismessa dopo un secolo di attività. Nel dialogo con l’impianto siderurgico l’autore promette di fargli compagnia e di tenerlo informato sugli avvenimenti e su quanto una politica becera non sia stata capace di fare per tenerlo in attività. “Ti racconterò del grande inganno” e come ora la nebbia copra ogni cosa. L’ultimo verso è sarcastico: “Allegramente / siamo passati nel nulla”. Non solo l’impianto muore, ma muoiono con esso tutti i ricordi e un passato di lavoro e di benessere. E senza passato non esiste neanche il futuro, quindi l’oblio». (Benedetto Di Pietro)
- Opera 5°^ classificata «In viaggio» di Anna Maria Di Brina, Ginevra (Svizzera).
Questa la motivazione della Giuria: «La brevità di questa lirica fa da contraltare alla lunghezza del suo significato: il viaggio interiore, un esame di coscienza; ripercorrendo la propria vita, verificando ciò che volevi essere e ciò che sei. Dopo tale viaggio, ritornerai maturo, con le rughe sulla pelle. Però potrà capitare di tornare con “le mani piene di fiori”, che avrai colti tutte le volte che non avrai contato il tempo speso in opere di bene “laddove il tempo dimentica / d’essersi speso” in favore degli altri. Poesia pedagogica all’insegna della solidarietà». (Benedetto Di Pietro)
- Opera 6°^ classificata «Tavolozza» di Maria Piera Pacione, Ofena (Aquila).
Questa la motivazione della Giuria: «La poetessa vorrebbe colorare di rosa le nuvole e ascoltare i battiti sincroni del suo cuore con quello dell’amato. Però in un mondo in cui regna l’illusione e il disinteresse, la realtà è diversa: “Noi due, vicini ma lontani / […] sconosciuti”. La felicità è un’utopia. L’autrice vorrebbe rifugiarsi in mondi sconosciuti, sola con la sua poesia che diventa consolatrice. Ma purtroppo bisogna indossare la maschera della falsità per soddisfare la società. Lo specchio che di solito è presentato come simbolo dell’inganno, qui è dissacratore, capace di mettere a nudo ogni turbamento dell’anima. Sarà colpa della maturità non si sa, ma una solitudine angosciante pervade l’autrice, a conferma che la serenità e la felicità sono categorie della mente, contingenti e soggettive. In modo circolare la poetessa conclude di sentirsi “come una tavolozza nuda, tristemente vuota”. Nonostante tutto, rimane il desiderio di volere “colorare le nuvole di rosa”, verso col quale si apre la lirica, un segno di speranza». (Benedetto Di Pietro)
- Opera 7°^ classificata «Il ragazzo che fui» di Lorenzo Franzoni, Reggio Emilia.
Questa la motivazione della Giuria: «Una situazione comune a tutti gli esseri umani è il ritorno da adulti nei luoghi dell’infanzia. Tutto sembra diverso, più piccolo, immobile, quasi che aspetti di essere interrogato. Sono gli stessi luoghi che ci hanno visto giocare. Il poeta in questa lirica riesce a fare “muti conciliaboli” con tutti, quasi che siano proprio gli oggetti a interrogare il ragazzo di allora. che ora si fa serio e pensoso. Non più il cammino attraverso gli oggetti dell’infanzia, bensì la stasi dell’anziano, “Aspetta l’autunno / e il suo declino di luce / nel medesimo punto / del cuore e del mondo”. Una lirica breve che mette in evidenza come la vecchiaia diventi non solo una fermata fisica, ma anche psicologica. Il ricordo del passato è un veicolo di qualche attimo di “sorriso”». (Benedetto Di Pietro)
- Opera 8°^ classificata «Il passato» di Francesca Fazio, Roma.
Questa la motivazione della Giuria: «Se, col senno di poi, si potesse aggiustare il passato “come fosse un letto mal fatto”, ci metteremmo con cura a sistemare tutte le cose che consideriamo “malfatte”. Invece il passato è “come un lago fermo e splendente”, ciò che cambia sei tu che ora vedi cose che prima non vedevi. Al giungere della vecchiaia è proprio quel passato che ti rende ancora vivo, in grado di apprezzare la vita e di capire le cose che prima ti sembravano misteriose. La saggezza della vecchiaia arriva proprio dall’esperienza della vita vissuta, che permette di rivalutare anche le cose perdute». (Benedetto Di Pietro)
- Opera 9°^ classificata ex aequo «Carnevale ambrosiano» di Elio Lunghi, Manerba del Garda (Brescia).
Questa la motivazione della Giuria: «Un’allegra filastrocca ispirata al carnevale ambrosiano. Una nutrita sfilata di carri allegorici in cui animali e oggetti della città di Milano si animano e in una ossimorica serie di opposti destano ilarità. Tutto sotto l’immancabile sguardo della Madonnina, unica figura immobile che dalla più alta guglia del duomo “sorride se nella / piazza e nella poesia qualche ruota stride.” Ci troviamo all’interno di una poesia surreale in cui l’immaginazione espositiva ci riporta ai quadri di Hieronymus Bosch». (Benedetto Di Pietro)
- Opera 9°^ classificata ex aequo «Il dolore» di Giuseppe La Rosa, Montecchio Maggiore (Vicenza).
«Il poeta si rivolge ad un “tu” che probabilmente ha problemi di salute. L’accostamento del dolore al comportamento della stagione invernale lascia pensare che per questa persona non arriverà la primavera. Il discorso del poeta si trasferisce sui problemi esistenziali e in particolare sul senso della vita. Ora che l’autunno dell’esistenza è giunto e cadono tutte le aspirazioni “sento cadere le foglie dell’estate”, si presenta la porta dove non siamo mai entrati prima e di là della quale “il mio e il tuo bene periscono”, si annullano i sentimenti. La conclusione di questa poesia porterebbe a “Huis clos” di J.P. Sartre, ma lì varcata la soglia l’uomo diventa libero. In questa poesia resta solo il rimpianto». (Benedetto Di Pietro)
- Opera 10°^ classificata «Disincanto» di Paola Curagi, Bollate (Milano).
Questa la motivazione della Giuria: «La fine di un amore è sempre triste. Ognuno cerca di farsene una ragione. Tornano in mente le cose e i momenti vissuti insieme e il filtro della ragione ora fa da catalizzatore e tende a fare superare i momenti di tristezza. La chiusura della poesia vorrebbe un ultimo incontro in cui l’autrice potrebbe avere le scuse e lasciarsi “da buoni amici sinceri”, come voleva una nota canzone degli anni Cinquanta, un saluto fatto col sorriso che porterebbe “pace come cima di montagna”. Purtroppo, la cronaca di tutti i giorni riferisce di “ultimi saluti” divenuti tragedie. Ci troviamo di fronte ad una poesia giovane in cui l’esperienza di vita ancora non tiene conto di possibili riscontri negativi del comportamento umano». (Benedetto Di Pietro)
Dal 4° al 10° classificati vincono: Attestato – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia della Sezione Poesia con assegnazione di 2 copie gratuite a ciascun Autore e su Internet www.club.it
La Giuria della Sezione Narrativa presieduta dalla Dottoressa Monica Colombini, rende nota la seguente classifica:
- Opera 1^ classificata: «Il lato buio del cuore» di Federico Fabbri, Firenze.
Questa la motivazione della Giuria: «Non è facile parlare della morte che è paura, mistero, tabù… eppure nel racconto si legge “La morte è una lavoratrice instancabile” e impone una riflessione. L’autore descrive con lucida e cristallina consapevolezza il percorso psicologico che conduce la mente e il cuore a far fronte alla morte che verrà a prendere una anziana madre. Non importa di quale sia la malattia, le parole descrivono gli ultimi istanti, quelli che precedono il più terribile dei distacchi. L’apparente freddezza con cui il protagonista si pone trasfigura nella realtà un estremo tentativo di difesa dal dolore… rintanandosi nel silenzioso lato buio del cuore». (Monica Colombini)
Vince: Targa Città di Melegnano – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Pubblicazione del racconto sull’Antologia della Sezione Narrativa e su Internet www.club.it
- Opera 2^ classificata: «Una fetta di torta» di Giulio Michele Vignoni, Bagnolo Mella (Brescia).
Questa la motivazione della Giuria: «Un racconto che sa di dolcezza, proprio come quella piccola fetta di torta fatta con la solita tradizionale ricetta che l’anziano marito chiede con ostinazione ad un riottoso pasticcere nella speranza di sollecitare i ricordi sopiti, l’emozione, nella mente della anziana moglie ormai chiusa nella bolla di isolamento di una demenza. Attraverso le parole del racconto quella fetta di torta sprigiona il profumo di un amore profondo che non cede il passo allo scorrere del tempo, alla distanza fisica e alla malattia». (Monica Colombini)
- Opera 3^ classificata: «L’ultimo addio» di Tiziana Tomai, Taranto.
Questa la motivazione della Giuria: «La scrittura fa emergere poco per volta i ricordi di un anziano padre e del trasporto per una giovane donna ritratta su una tela polverosa ritrovata in soffitta. La fascinazione per quella figura femminile è stata totale e coinvolgente anche se mai corrisposta. Altri amori hanno attraversato il percorso della bellissima Regine, e ora il racconto della sua vita è l’occasione per l’uomo di darle un ultimo malinconico addio». (Monica Colombini)
- Opera 4^ classificata: «Per puro caso» di Maddalena Frangioni, Segrate (Milano).
Questa la motivazione della Giuria: «Poche pagine di scrittura per descrivere in maniera semplice ma emozionante il successo di una bimba straniera che riesce ad entrare nella nuova scuola. Un dipinto quotidiano, domestico come in molte scuole italiane tutti i giorni succede. Un’altra faccia, la più delicata forse, del grande tema dell’emigrazione e dell’integrazione». (Monica Colombini)
- Opera 5^ classificata: «Le foglie rosse d’autunno» di Fabio Antonio Merendino, Bronte (Catania).
Questa la motivazione della Giuria: «A volte capita, ci sono incontri fortuiti che lasciano il segno, che forse potrebbero diventare amore e invece il destino decide diversamente. Ma ci sono fili che non si spezzano mai veramente, anche quando la morte inaspettatamente colpisce. Ci sono incontri che ineluttabilmente cambiano le persone, perché dopo nulla sarà più come prima… in questo orizzonte si muovono i protagonisti della storia dei quali resta solo l’immagine in un dipinto, l’ultimo saluto della bella Marion prima di lasciare la vita». (Monica Colombini)
- Opera 6^ classificata: «Ofelia» di Carlo Picchiotti, Roma.
Questa la motivazione della Giuria: «Bel racconto in cui il piano del racconto personale, i ricordi dell’infanzia, il profumo degli affetti familiari fanno da sfondo alla parabola professionale della protagonista. La musica, l’amore, e la magia di un vecchio violino offriranno ad Ofelia un nuovo senso del vivere, di una ritrovata armonia che è speranza per il futuro». (Monica Colombini)
- Opera 7^ classificata: «Notte da incubo» di Natale Vulcano, Rossano Calabro (Cosenza).
Questa la motivazione della Giuria: «La violenza sulle donne, sia essa fisica o psicologica è notizia ormai quotidiana. Il racconto tratteggia, scegliendo accuratamente ogni parola, il momento che immediatamente segue la violenza subita. Il racconto restituisce la tempesta emotiva di una giovane donna vittima di violenza nel momento in cui realizza cosa sia successo e si confronta la paura di quello che sarà dopo, del giudizio degli altri, dell’emarginazione, la repulsione naturale verso l’universo maschile». (Monica Colombini)
- Opera 8^ classificata: «Memoria volatile» di Silvia Marini, Tirrenia (Pisa).
Questa la motivazione della Giuria: «Quando una mente esprime un talento eccezionale come una memoria superiore alla media il rischio del vedersi trasformati in un fenomeno è in agguato. Quello che sembra essere un vantaggio diventa ragione di malessere e sofferenza. Il talento, la qualità, rischia di diventare malattia! La musica è la forza di dire NO e riprendersi in mano la vita sono costituiscono l’orizzonte di un riscatto possibile». (Monica Colombini)
- Opera 9^ classificata: «Il soldato e la sirena» di Salvatore Mascaro, Melzo (Milano).
Questa la motivazione della Giuria: «L’orrore della guerra, un giovane uomo rientrato dal fronte sfigurato e sullo sfondo il mare e gli echi della guerra che ancora non si spengono. In un mondo fatto di suoni innaturali che rimbombano nella testa del giovane uomo, si affaccia la figura di Sophie, la sirena immobilizzata sulla sua sedia a ruote, che dipinge in riva al mare. La guerra sparisce e si svela un futuro possibile nel segno dell’amore». (Monica Colombini)
- Opera 10^ classificata: «Bellissima perla di sensualità» di Gabriele Andreani, Pesaro (Pesaro-Urbino).
Questa la motivazione della Giuria: «Un racconto rabbioso che parla di una donna ferita dal tradimento che ridisegna un futuro possibile cercando di darsi nuove possibilità di sostentamento. L’epilogo è amaro, ma dolorosamente attuale». (Monica Colombini)
Dal 2° al 10° classificati vincono: Attestato – Pubblicazione del racconto in Volume Antologico dei racconti vincitori della sezione Narrativa, edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 5 copie gratuite a ciascun Autore – Pubblicazione del racconto su Internet www.club.it
La premiazione avverrà Sabato 17 febbraio 2018 con inizio alle ore 15,00 presso il Teatro Polifunzionale La Corte dei Miracoli – piazzale delle Associazioni, 19 – Melegnano (Milano).
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