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Premio Letterario Internazionale Il Club dei Poeti 2018
XXII Edizione

Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio 2021
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

La scadenza prevista del 30-01-2018 è stata prorogata al 20-02-2018

  • Antologia spedita dal 12-12-2018 al 27-12-2018 – Inviata in data 26-09-2018 la bozza dell’antologia – inviata in data 19-03-2018 la lettera di ammissione all’antologia.
  • In data 08-05-2018 la Giuria rende nota la classifica finale.

È stata inviata agli Autori premiati comunicazione in merito.

Cliccando qui è possibile scaricare la Comunicazione sullo svolgimento dell’Open Day del Club degli autori:

Cliccando qui è possibile scaricare le indicazioni utili agli Autori per raggiungere la nostra sede



Risultati

Risultati XXII Edizione Premio Letterario Internazionale Il Club dei Poeti 2018


La Giuria della ventiduesima edizione del Premio Il Club dei Poeti 2018, presieduta da Massimo Barile, rende nota la seguente classifica finale:


  • 01° classificato “Il livore detrattore” di Salvatore Maria Mattia Giraldi, Castiglione Cosentino (CS). Vince: Targa Il Club dei Poeti – Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia del Premio Sezione Poesia e su Internet club.it
    Questa la motivazione della Giuria: «L’inevitabile mutazione nel percorso esistenziale conduce al lento dissolvimento delle emozioni e al desiderio che la vita stessa sia “l’ignoto” mentre il poeta scruta tra la corrosione del tempo e le “macerie” d’un incanto, cercando di domare la sua “angoscia”.
    Salvatore Maria Mattia Giraldi penetra l’inganno del destino e la sua essenza silente per conquistare una nuova condizione lirica: “Sono io l’arcano… Sono io l’artefice”.
    La sua Parola diventa un fendente alle certezze della vita e la decretazione finale innalza ad atto salvifico la chiusa della poesia: “riprendo a dipingere i miei sogni”». Massimo Barile
  • 02° classificato “Il campo dei vivi (Memoria 2018)” di Claudio Maria Zattera, Verona (VR). Vince: Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia della Sezione Poesia e su Internet club.it
    Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Claudio Maria Zattera è testimonianza tragica dell’orrore perpetrato dall’Uomo contro l’Uomo nei campi di concentramento.
    La sua Parola, penetrante e straziante, strappata dal profondo del cuore e dalle ragioni del Male, diventa implorazione lirica, preghiera salvifica innalzata al cielo “per non vedere/i brandelli dell’anima volata/contro il filo spinato”». Massimo Barile
  • 03° classificato “Eri luce di un’idea” di Dario Marelli, Seregno (MB). Vince: Pubblicazione di un Quaderno di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia della Sezione Poesia e su Internetclub.it
    Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Dario Marelli riconduce alle meraviglie dell’amore “lasciate per strada” da un “cuore incurante”, che avverte “la fatica di una semplice carezza”, percepisce il senso di vuoto e tende ad un ”riscatto” dalle proprie disattenzioni.
    Il poeta, tra tensione lirica e vibranti percezioni,, giunge all’amara consapevolezza che sopravvive soltanto la “solitudine di un bacio sognato”, disperso nella “vertigine del cielo/che schiude l’infinito”». Massimo Barile


  • 04° classificato “Noi alghe” di Maria Cecchinato, Fogliano redipuglia (GO).
    Questa la motivazione della Giuria: «Nella lirica di Maria Cecchinato il senso di abbandono, che nasce nel torpore dei sensi e nell’”inutile cianciare esistenziale”, si accompagna ad una sospensione nel tempo, tra il cielo e la terra.
    Nella visione poetica “svaporano” le immagini, tra dissolvenze e vago fluttuare nel presente, fino a compenetrare la dimensione naturale: “Noi alghe portate dalle onde/a spiaggiarsi su casuali rive”.
    La Parola di Maria Cecchinato risulta permeata di una raffinata evanescenza lirica». Massimo Barile
  • 05° classificato “Circumnavigando” di Sergio Baldeschi, Montecerboli (PI).
    Questa la motivazione della Giuria: «Sergio Baldeschi propone la sua visione lirica sempre capace di indagare le zone celate dell’animo.
    Circumnavigando una realtà seducente, in una dimensione temporale che “consuma dolcezze”, si percepisce il senso di smarrimento generato dal continuo scandaglio interiore, fortemente perseguito nella visione poetica di Sergio Baldeschi.
    Nel microcosmo virtuale, che inganna ed anestetizza, giunge infine la decretazione d’una volontà del poeta di fermare “se stesso” e lo sguardo si fa critico “mentre il mondo s’illude di girare”.
    La Poesia di Sergio Baldeschi, sempre rivelatrice d’una condizione esistenziale, risulta espressione fedele della sua intenzione lirica». Massimo Barile
  • 06° classificato “In memoria di E.O.” di Francesca Croci, Predazzo (TN).
    Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Francesca Croci è rivelazione che apre l’abisso lirico dal quale non è possibile “tornare indietro”.
    La sua Parola è ardore allo stato puro, carne e sangue, passione che si sprigiona violenta, fino alla deflagrazione dei sensi.
    Il divampare dell’amore è come un “incendio”, “senza controllo”, con l’anima “denudata”, che miscela baci prepotenti e “urgenza del sesso”.
    L’esaltazione sensuale diventa fuoco rigenerante che nasce dalla fiamma “celata in un sacrario” del cuore, talismano occulto, simbolo rivelatore che apre la dimensione spirituale». Massimo Barile
  • 07° classificato “Angoli” di Carmine Perlingieri, Benevento (BN).
    Questa la motivazione della Giuria: «Nella poesia di Carmine Perlingieri i pensieri deflagrano negli “angoli della notte” e l’anima fluttua sul filo della “dolce follia”.
    I desideri sono stati falciati dal vento e si avverte un rapimento estatico nel recupero della memoria che s’incarna in un simbolico messaggio in bottiglia, capace di illuminare i versi: “Mi fa prigioniero/un sorso di te”». Massimo Barile
  • 08° classificato “Il tuo corpo in approdo su di me…” di Andrea Lamoratta, Bagno a Ripoli (FI).
    Questa la motivazione della Giuria: «Nella lirica di Andrea Lamoratta le parole sono distillate da un alambicco che riporta ad un “tempo antico” e la materia, tra le stelle e la terra, pare esorcizzare l’anima.
    Il poeta nutre il suo canto con mistiche gocce liriche, che superano la dimensione terrena offrendo una visione poetica in continua evoluzione». Massimo Barile
  • 09° classificato “Veglia” di Lorenzo Cerofolini, Arezzo (AR).
    Questa la motivazione della Giuria: «Nella lirica di Lorenzo Cerofolini la simbolica onda della vita si frange sul canto liberato e s’infiltra, come bagliore poetico, fin dentro il cuore.
    La sua Parola, veleggiando nei sogni, si riversa nel “mare in tempesta” delle più struggenti emozioni». Massimo Barile
  • 10° classificato “Mi verrai incontro” di Biagio Barbero, Fossano (CN).
    Questa la motivazione della Giuria: «In un simbolico travaglio notturno si disperde il tempo e rigurgitano “versi/sfuggiti alla logica” che rappresentano la sostanza dell’intenzione lirica di Biagio Barbero.
    Le parole bruciano la vita stessa e oltrepassano la dimensione temporale, fino a scrutarne le zone più insondabili sul palco del proprio sacrificio: “Metterò in ordine questa casa/soltanto dopo/averne respirato/ogni angolo oscuro”». Massimo Barile




Dal quarto al decimo vincono: Attestato – Buono valido per avere 30 copie in omaggio in caso di pubblicazione di un proprio libro con la casa editrice Montedit – Pubblicazione della poesia sull’Antologia del Premio Sezione Poesia e su Internet club.it




La cerimonia di premiazione è avvenuta in occasione dell’Open Day del Club degli autori Sabato 23 febbraio 2019. Cliccando qui è possibile visionare le fotografie:
È stata inviata agli Autori premiati comunicazione in merito.

Cliccando qui è possibile scaricare la Comunicazione sullo svolgimento dell’Open Day del Club degli autori:

Cliccando qui è possibile scaricare le indicazioni utili agli Autori per raggiungere la nostra sede




Opere vincitrici




Salvatore Maria Mattia Giraldi


Opera 1^ classificata


Il livore detrattore


L’immorale coscienza di questo universo tradito
muta il mio cammino,
l’astratto incorporeo profana la mia essenza,
corrode il mio sentiero,
dilania i miei colori.


Come luce al buio inganna il mio destino.


Sono io l’arcano,
il tormento in questo infinito,
sono io la pietra angolare mira del disprezzo,
sono io l’artefice artefatto e l’immorale penitente.


L’intolleranza esorta,
istiga la furia,
fatalmente oppresso dall’aberrante,
indugio,
pozzo arso nel deserto
ma l’alma rifiata ancora.


Fra le macerie del mio incanto,
prendo quel che resta.
Sospeso nell’era dell’avverso cavalco la follia,
e strisciando sui muri dell’ipocrisia domo la mia angoscia.


L’ abito è logoro ma in me dimora la ragione,
indegno è possederne un altro,
ometto con forza l’infranto grado e l’ infamia del perfido celato.


L’ignoto vorrei fosse la mia vita
al riparo dalla bile di chiunque.
Mesto, in silenzio, ricompongo il mio decoro
ed ombra nel giusto riprendo a dipingere i miei sogni.




Claudio Maria Zattera


Opera 2^ classificata


Il campo dei vivi (Memoria 2018)


Quando il treno arrivò, furono i visi
di ghiaccio che cercarono la luna.
La mano nella mano non bastò
a trattenere il figlio nella notte.
L’ordine rauco abbaiò la paura
e in fondo al cuore tu non fosti uomo
e ancora meno quello con la frusta.
Quanto male negli occhi atterriti
dei bambini, al cancello del giudizio
così presto le lacrime di madre.
La vita servì a morire lentamente
offrendo sangue e fumo al demonio
d’un mondo di patiboli e di forni.
Il vuoto nelle file era la prova
del compagno svanito senza corpo
e il suo pigiama attaccato alla pelle
non fu bruciato, come il lenzuolo.
Quant’era piccolo il campo dei vivi
marchiati come i morti che aspettano,
sei ettari di terra e senza spighe.
Sotto montagne di occhiaie e di denti
il sonno implorato per non vedere
i brandelli dell’anima volata
contro il filo spinato.




Dario Marelli


Opera 3^ classificata


Eri luce di un’idea


Non le mani, nè la pioggia
ma il vento, i capelli, il fuoco.
Così il tuo sguardo radente
a conficcarsi nel petto,
a chiedermi di tutte le meraviglie
lasciate per la strada,
dell’incuria del cuore,
del vuoto incolmato.
Leggevi la mia ombra
sdraiata per terra
come una pagina sgualcita
in attesa di resurrezione.
Ed eri piuma nel pensiero,
ricamo di un tramonto.


Traboccante di vita aspettavi
il gesto incompiuto fra i capelli,
uno sputo di carezza,
il riscatto dalle mie disattenzioni.


Ed eri luce astratta di un’idea,
l’eco soffiata
di una candela d’amore.


Sopravvive alla notte
la solitudine di un bacio sognato,
la vertigine del cielo
che schiude l’infinito.

Ad Alessandra




Maria Cecchinato


Opera 4^ classificata


Noi alghe


Nell’ora della canicola assolata
quando l’afa incolla giù alla terra
e l’abbaglio sprazza giallo nella mente,
i pensieri si appiccicano tra loro
col torpore che imbambola i sensi
e schiude percezioni alternative.


Se con un filo di respiro mi domando
perché e come sono adesso qui,
nelle orecchie fischiano risposte
che sanno di garbata presa in giro
di un inutile cianciare esistenziale
sospeso tra il profondo blu del cielo
ed il fresco sollievo della sera.
Alludono a sottili ipocrisie
filtrate dai rameggi degli ulivi
o in volo sulle ali di colombe,
svaporano con voci in lontananza
indistinte come figure in dissolvenza.


Perché anche il quesito è aleatorio
e vago come il fluttuare nel presente,
noi alghe portate dalle onde
a spiaggiarsi su casuali rive.




Sergio Baldeschi


Opera 5^ classificata


Circumnavigando


Circumnavigando
una bolla d’etere,
mi sono smarrito
dentro una realtà
che seduce
e calici trasforma.
In quel microcosmo virtuale
fatto da pixel a contagio,
non c’è inerzia né moto
che facciano girare
il congegno dell’esistenza.
C’è solo l’idea di un tempo
che consuma dolcezze,
incipria menti
e azzera fantasie.
Ma per fortuna,
l’anima nasce vaccinata
alla febbre ingannatrice
che anestetizza e rende felici.
E poi, lo scompiglio
di un’altra avventura,
dei suoi voraci piaceri
che bucano l’intimità altrui,
fa parte di un’improbabile gloria
che non m’appartiene.
No! Io faccio parte
della stirpe dei redenti,
ho un pudore antico
da proteggere, da tutelare.
E allora, quando il lupo
diventa pecora
e tutto sembra cambiare
perché nulla cambi,
io mi fermo qui,
mentre il mondo…
s’illude di girare.




Francesca Croci


Opera 6^ classificata


In memoria di E.O.


Non c‘è ignominia né dolore
smemoratezza o inedia
che possa estinguere il falò
che per sfidare la banalità e la vita
accendemmo per noi dentro la notte.
Senza controllo quell’incendio divampò negli occhi
sciolse bavagli e lacci
incenerì ogni altra strada
– sobillando lingue all’urgenza del sesso
e svergognate anime a denudare lividi e ferite.
Fu Amore:
bevuto in fretta e poi pisciato in giro
prepotente di baci e silenziosi morsi
deriso e rinnegato
spada brandita
latitanza complice
viziosa esaltazione e capriccioso vizio.
Rigenerati nell’Intensità da un fuoco – amore mio –
che ancor felicemente vivi ci ricoprì di cenere bollente.


Una livida fiamma brucia ancora
celata in un sacrario del mio cuore
aliena a ogni possibile tua Morte – sebbene l’innocenza della tua tirannica beltà
madida di rabbia e sfrontatezza
con i tuoi giovani anni d’irriducibile menzogna
siano sepolti per sempre sotto una lapide grottesca.
Così che i sudiciumi e la slealtà
che dissimularono un tempo purezze imbarazzanti
sono ora la malattia della memoria
– un Talismano occulto
in questa vedovanza dello spirito
in cui Rivelazione aprì un abisso
che non mi lascia più tornare indietro.




Carmine Perlingieri


Opera 7^ classificata


Angoli


Rotolano i pensieri
negli angoli della notte,
tra briciole di pane,
sul filo di un rasoio.
L’anima in equilibrio,
su spiccioli lasciati
come resto,
dalla dolce follia di te.
Falcia il vento come grano
i desideri,
volano ruggenti gelosie
delle tue fresche stagioni,
del sole che ti ha bruciato,
messaggi in bottiglia
di incauti marinai.
È un regalo di natale
che nessuno acquista,
è la pioggia bramata
che l’estate avara
non concede,
è l’odore del mare
che il vento rapisce,
e nega ai velieri.
E resto a guardarti,
mentre spogli un sorriso,
magnifica essenza
di nettare e ambrosia.
Mi fa prigioniero
un sorso di te.




Andrea Lamoratta


Opera 8^ classificata


Il tuo corpo in approdo su di me


Il tuo corpo in approdo su di me
nutre un canto d’erba bagnata,
tra un sole affabile e l’ignoto
togli anche l’ultimo vestito.


Spiaggiate sul mio corpo esiliato
le tue labbra simili a balene,
come ciglia tratte dagli occhi
quasi mistiche gocce distillate.


Ritmo di stelle allineate al suolo
mi ricordano un tempo antico,
quiete note cascanti nel buio
indicibili, complici, discrete.




Lorenzo Cerofolini


Opera 9^ classificata


Veglia


Ci sono notti partorite
buttando il tempo.
Tiro frecce bendato,
un sorso al martini
e uno sguardo alla Tv.
Fuori l’orchestra suona
il conto alla rovescia.
Affondo fra i cuscini,
rigurgito versi
sfuggiti alla logica;
figli degni di questa notte.
Anche le parole sudano
a fine agosto.
Fumo tabacco freddo
al ritmo di note ipocrite.
Felice del niente.
Rimbalzo le ore
tra gli abiti
a cavallo del letto.
Sorrido senza vergogna
nel bruciare volti
onorati postumi.
Metterò in ordine questa casa
soltanto dopo
averne respirato
ogni angolo oscuro.




Biagio Barbero


Opera 10^ classificata


Mi verrai incontro


Mi verrai incontro
camminando senza fretta
quando il sole nascerà,
nuda di pensieri,
vestita solo del vento dei tuoi anni,
sensuale come le note di un violino,
trasparente come un velo di sposa.


I tuoi passi silenziosi
scolpiranno orme leggere
sulla sabbia fredda della battigia
dove l’onda perenne si frange e si ritira
liberando l’eterno canto che alletta i marinai
come il gorgheggiare dolce delle sirene.


La sera poi mi verrai incontro
scivolando lungo i muri scoloriti delle case,
e la luna che non c’era
con il suo raggio d’argento
ti accompagnerà fin dentro il mio cuore
ove, da sempre, custodisco la tua essenza.


E la notte veleggerai leggera come nuvola
disegnata da mano vellutata di pittore
nel cielo azzurro dei miei sogni,
nave senza nocchiero nel mare in tempesta
delle mie più struggenti emozioni.



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