Carmelo Consoli
Opera 1^ classificata Adulti
Il pianista di Yarmouk
Le note salgono, radici dolorose,
esalano dal sangue della terra
ora che tace la voce mortale
delle bombe; s’inerpicano
su quel che resta delle stanze
frantumate dai cannoni,
resuscitano fantasmi e anime atterrite
rintanate nel fondo dei cementi.
Suona, l’esile pianista
su tasti d’ebano e d’avorio
il suo Beethoven di nostalgie e desolazioni;
arie che sanno di fame e disperazioni,
di paure, corpi dilaniati lungo nere mura
e segnano confini d’odio e disprezzo
tra fratelli d’un tempo di pace.
E la musica aleggia leggera
nel pumbleo dei fumi
attirando fanciulli dai rifugi,
meraviglia di un attimo sereno,
promessa di un giorno di pace.
Suona la sua ballata di strade distrutte
solitario, ostinato cantore
di rinascite, giorni chiari
e favole di luce, allampanato mago,
ossute mani che s’inventano frescure antiche,
echi allegri di mercanti, ocra e oro
di piane di frumento.
Poi se ne va
riposte sopra un vecchio carretto
le ultime note di un sogno
e tornano le bombe.
Riprendono a bruciare le case, i vicoli
a crollare palazzi e i morti
non si contano più; tutto si sfarina
e si aggroviglia a perdita d’occhio.
Dedicata a Aeham Ahmad, il pianista di Yarmouk.
Clelia Brambilla
Opera 2^ classificata Adulti
Tempo riflesso
Fra i cieli dell’aurora
al soffio della vita che fugge
riconosco il mio lume
che aspetta il tramonto del respiro
per toccare sillabe vive
sulla via delle stelle.
Maria Grazia Franceschetti
Opera 3^ classificata Adulti
Nel rosa dei tramonti
Livia viene il tempo rosato dei tramonti
Ti sarebbe piaciuto, come quando
di settembre ci vestiva lungo i sentieri
che tagliavano le distese di granturco
e tu vedevi nei ricami delle nuvole
i bagliori della vita, la speranza del domani.
Così andavamo mano nella mano,
ombre d’oro i nostri passi, sfumature
dal celeste all’ambra i corpi, le parole,
i gesti persi nelle distese dei ciliegi.
Voglio pensarti dove sei ora
china sui campi ad ascoltare
Il fiato mattutino delle erbe, entrare
metro dopo metro nel solco arato
della terra ed io tua figlia a bocca aperta
nello stupore dorato della nebbia
ad ascoltare canti e preghiere,
la favola celeste di vita e cielo.
La verità Livia
è che mi sono mancati troppo presto
i tuoi sorrisi, le tua dita tra i capelli
le carezze, i baci, le risposte
ai perché dei dolori e della morte.
E poi non sai quante croci ho sopportato,
quante persone e cieli interrogato
per questo stare in un calvario di giorni
di città grigie, persi i tornanti del nostro
andare lieve e luminoso, il nitore
degli orizzonti tra i cementi, i progetti
finiti nel macero dei sogni.
Tutta un’altra vita amara madre mia sai.
Ma voglio immaginarti ancora tra gli orti
nelle rugiade delle piane, accanto al camino
nel gioco delle bambole, rivedere noi due
avvolti nel giallo dei covoni in quest’ora
dei tramonti rosata, dolcissima e inquietante.
Barbara Rabita
Opera 4^ classificata Adulti
Pangea
Brucia la colpa
dalla Siberia all’Amazzonia
siamo tessere
di un mosaico divino,
legati da fili invisibili
di sangue e lacrime.
Grida la terra
l’avvenire è ferito
cerchiamo cesure nel cosmo
attraverso le quali
riavvolgere il nastro
e tornare figli innocenti
di una verde madre.
Lucia Ingegneri
Opera 5^ classificata Adulti
Oltre i sogni
Non so se la mia anima è libera
o imbavagliata dai tormenti del mondo,
se i miei sentimenti recano nel profondo
il patimento di altri
come un vessillo di mute ferite
o di cocci insanguinati,
se tra il parlare e il sentire
trovo quello che voglio veramente trovare,
che cerco da sempre
ma che spesso manca nell’umanità, l’amore.
Di certo so che la mia anima resiste
al peso di quest’isola infinita,
ai fendenti della sorte,
al sopraggiungere ossuto di una croce.
Una strada nell’avventura del proseguire,
dove l’amore che indosso aperto alla vita
involucra i crucci capricciosi
in un afflusso emotivo di quiete,
in un divenire che consente ogni confronto,
dove la vita è faticosa
ma intensa di emozioni,
silente e nebbiosa
ma gremita di voci e di luci.
Respiro oltre i sogni con l’alito del sole
per riscaldare ogni sintomo di vita,
per accogliere la luce di ogni cuore
ed emergere nel silenzio
come un bianco gabbiano
agguantato dall’amplesso del cielo.
Mirco Rotondo
Opera 6^ classificata Adulti
Sole buio
(ad un’amica non vedente)
Nel buio dei giorni
infinite variabili
a scansione del tempo,
ore e minuti, poi giorni e mesi,
poi anni, vegliati da sapori
e melodie infinite.
Quei colori pigri, mai nati,
abortiti all’alba
del tuo proscenio,
carichi e stantii
nel loro silenzio
siderale e asfittico.
Non vedrai mai l’odore
ma sentirai il colore,
nel crepitio d’organza… le tue mani
al tattile sentore dell’iride,
nella sentìna le tue speranze
rifratte… senza genesi.
Cuore e anima, un’ilare maschera
a tua sembianza… mai celata,
poi, sciabolate di pensieri
sibilati in aria a preludio,
ciò che non è… che mai sarà
orribile mantra a pronuncia altrui.
Chiromanti mai foriere,
sterili e taciturne
disarmate al cospetto.
Ma tu… solo tu, infinito esempio,
il tuo io senza Giuda
trasuda l’amaro calice,
gronda miasmi.
Senza appello la primavera
pregna… mai nata e madre,
un sole buio… a te fraterno.
Dario Marelli
Opera 7^ classificata Adulti
Hospice
Giaccio sospeso
sul cuore delle nuvole,
come una piuma fra i giganti,
rimbalzo contro il cielo
a tremare la vita che ho sognato,
che adesso fa spavento
e non concede assoluzione.
Ho desiderato accarezzarle la treccia
come una madre accarezza con gli occhi
la figlia che si sposa,
ma ora fra le dita mi mancano i capelli.
Mi arde, mi consuma, mi sfibra
quella linea interrotta tra le rughe
quel rossetto delicato di parola,
“hospice”,
calvario tatuato all’esistenza.
La promessa di un ritorno,
bugia pietosa della fine.
Fra le pareti bianche
di questa prigione
non mi acquieto al male
che sgretola certezze
e ali di farfalla.
Cerco
con la gola che mi brucia
la fiamma salvifica
di un altro sorso di vita,
il fremito di pace
per salutare un’ultima volta il mare.
Domenica Sammaritano
Opera 8^ classificata Adulti
Notturno
Sperduta fra le vie dell’innocenza
Strade che non conosco
E non raccolgo
Mi piove in testa la semplicità.
Si fa silenzio il divagare
E germoglia piano
Un tenero armistizio
Mi brucia tra le mani
Soffia sul cuore
Un palpito indifeso
E non conosco il senso
Di questo smarrimento
E giocano i ricordi
E le memorie
Del tempo che difende la sua età
Sfumando piano la sua tenerezza.
Nebbia sottile
Svapora la certezza del passato
Ma resta saldo l’amore generato
Dove sfumi leggeri
Si mostrano indifesi
Per accostarsi ai battiti taciuti
Tristi, sfiniti
Tra pagine di vita incustodita.
E appresso meraviglia che risplende
nel fremito
Che induce nei tuoi occhi
L’albore della notte che scintilla.
Paola Curagi
Opera 9^ classificata Adulti
Ti cerco ancora
Non so dove cercarti
forse in una terraferma,
in una voce di libertà
oppure in una giusta religione.
Mia felicità
qui non c’è niente che ti
somiglia,
nemmeno un albero in fiore.
Eppure ho avuto i tuoi passi
che venivano a me,
il tuo profumo di vita
il tuo abbraccio che era
l’universo tutto.
Serena Sverzellati
Opera 10^ classificata Adulti
La vita senza
Non c’è stato il tempo
Per un addio sensato
Il fiato dei tuoi giorni
È rimasto appeso
Ma il filo tra noi non si è spezzato
L’ultima carezza
Sulla tua guancia di marmo
E scivolasti nel letargo dell’oblio
Non dai miei pensieri
Lì sei rimasta scolpita
Fragile come la memoria
La vita non si disperde
E oggi tra i tuoi ricordi
Ciò che ti è sopravvissuto
La tua calligrafia sgranata
Il bianco e nero di una foto
Perché in ogni mio pensiero
C’è il soffio del tuo sguardo
La tacita approvazione
Sul mio sentiero vuoto
E sei in ogni cosa
Dopo il guado di dolore
Esplode il tuo profumo
inebria le mie ore
disperde le incertezze…
non sono le carezze
ciò di cui ho bisogno,
mi basterebbe una parola
la vita senza
riprende ma non consola.
Melissa Storchi
Opera 1^ classificata Giovani
Il tempo che sfugge
Ti levigherò il viso,
segnato dalla vecchiaia,
con le mie dolci carezze.
In ogni istante vedrò
il tuo volto,
ma gli occhi,
ormai chiusi
considereranno
insignificante anche
la giovinezza.
Tra lacrime e sguardi
fuggitivi
ti sentirò ancora vivo;
ogni secondo trascorso
sarà come un soffio
di vento
che scompiglierà
i miei capelli.
Come vorrei che mi
sfiorassi così leggermente,
con un gesto impercettibile,
in una notte buia,
lassù, in alto…
al di là delle stelle…
fino a toccarmi l’anima.
Matteo Angelo Lauria
Opera 2^ classificata Giovani
La verità del silenzio
Come piacevole brezza diveniamo fuggenti,
dissetandoci dell’essenza dell’ignoto
e perseguendo una realtà che,
confusa ed indefinita,
si riflette nella ricerca della perfezione.
Avvolto e celato dall’immagine
di una felicità ormai perduta,
il destino ci conduce,
insidioso ed inesorabile,
verso le arcane tenebre di un’epoca
lacerata e dilaniata
dal disprezzo della nostra esistenza,
nella quale la speranza,
fragile ed indifesa,
si affievolisce,
accompagnata da un ultimo,
tormentato chiarore
di lontani e lieti ricordi.
Giada Pasquinucci
Opera 3^ classificata Giovani
Sæva mundi
Camminare a testa alta fa paura
Sguardo sicuro, esterno
Pensieri dispersi senza senso senza un verso ti senti perso, interno
Non chini il capo
Mai.
Non osare non lo fare… oppure sì:
Dai, FIDATI mostrami le tue debolezze e falle camminare a testa alta con te
Sono solo in attesa
Applaudirò quando crollerete insieme.
Continua a camminare. A testa alta. Non ti fermare.
Hai paura di cadere?
Correrai il rischio o controllerai il percorso, chinando la testa?
Non c’è tempo. Cammina. CORRI. E a testa alta.
Non tentennare. Non la abbassare.
Ti schiacceranno, sanno precisamente come fare.
Non volevi insegnarmi ad aver paura del Mondo
Ma questo Mondo è buio
L’oscurità mi terrorizza.
Continua a camminare. Testa alta. Non ti PUOI fermare.
Vita, veloce ed egoista non aspetta, osserva
Inesorabile mi guarderà soccombere sotto il peso di Mondo
Che mi farà chinare il capo, cinghiate dopo cinghiate
Eppure non interrompe il mio percorso
Riprendi a camminare, ora a testa bassa
Ma non ti arrestare