Giovanni Codutti
Opera 1^ classificata Sezione Poesia
La Vita
La vita, uno spiraglio di luce
che attraversa il tempo,
una sfida continua
al destino che non si vede,
una prigione in un corpo
che non fa sconti,
un vortice di domande
senza risposte,
una storia che rincorre
il tempo che si consuma,
un rapporto complicato
con il mondo che va per conto suo.
Perle disperse
Trovo la notte
quando cerco il giorno,
trovo il buio
quando cerco la luce,
ogni colore muore
ogni musica si spegne.
Del presente,
verità di menzogne
indecifrabili dubbi
speranze diventate illusioni.
Del passato,
collane spezzate
perle disperse
sul pavimento degli anni migliori.
Maria Fucci Favoino
Opera 2^ classificata Sezione Poesia
Fontana muta
Insegnami l’arte di tacere
mia fontana muta.
La maschera di bronzo
libera l’afono tuo urlo
che si consegna
agli echi della valle
e ai passi di chi cerca un’ identità
che gioca a nascondino.
Per gratitudine una mano
ha posto un tocco di verde
nella tua pila smerlettata.
Non ci sono più i colombi
a dissetarsi.
Arsa tu sei come zolla di calanco.
A volte, però, tornano le ombre
di chi in coda aspettava il proprio turno
per riempire il barile o le fiasche di creta.
Eri discreta testimone di vita
nella catena di trasmissione del coraggio.
I bambini in girotondo
erano i tuoi pianeti
e tu il loro sole.
Per gioco di memoria,
si ricompone in dettaglio ogni immagine
mentre tu riprendi a raccontare.
Rumoroso è il tuo silenzio.
Emilia Fragomeni
Opera 3^ classificata Sezione Poesia
Dove vissi fanciulla…
Silenzio intorno ai gigli nelle azzurre
ore della sera. La scena è muta.
Parlano solo le antiche dimore
abbandonate, le vie, i campi, i prati.
Dei muri rimangono profumi d’incensi
bruciati. Ma le pietre non sanno.
Gli anni sono gli invisibili spettatori.
Colline incurvate da leggende antiche
accarezzano con rami di ginestra
dinanzi agli occhi a mandorla dell’ora.
E la ginestra cresce ancora, perché
qualcosa resti da abbracciare di ciò
che scorre via veloce tra le mani,
perché il fiore che cerca l’oscurità
possa non appassire in fretta, come
la libertà.
Dove vissi fanciulla nulla resta.
La mia gioia silenziosa è stata cancellata.
Le hanno messo i lucchetti, che non
conoscono i fiori azzurri, i gigli bianchi.
Dalle mie profondità d’incontenibile
speranza per largo tratto intorno girano
le ombre, al guinzaglio dei giorni brevi.
I campi sono venati di tristezza,
le spighe giovani promesse mancate.
Gli alberi, scolpiti dall’ascia degli addii,
rispecchiano nel verde delle argentee
foglie parole di una antica libertà.
Quando adagerò la mia vita tra i fiori,
vorrei s’alzasse un’allodola, solo una piccola
allodola a salutarmi. Mi ricorderà la dolcezza
dell’infanzia e volerà con la mia libertà…
Vittorio Di Ruocco
Opera 4^ classificata Sezione Poesia
Il vento silenzioso della morte
È un vento silenzioso quasi astratto
a trascinarci verso l’orizzonte
che appare come l’orlo dell’abisso
a noi viventi all’ombra della morte.
La piazza vuota al colmo del mattino
rende lo sguardo muto e sconsolato
di chi quasi a difendersi dal nulla
s’affaccia appena ai bordi della vita.
Il tempo sembra immobile, è un tormento
come una spada pronta a trapassare,
che fissa ad un centimetro dal cuore
non indietreggia né si lascia andare
al colpo che dilegua l’agonia.
Stammi vicina amica mia speranza
rinuncia ai tuoi propositi di fuga
da questa terra amara e maledetta,
rendimi almeno un palpito di luce.
Fa sì ch’io qui non resti a consumarmi
tra pile di ricordi e di rancori
ma possa ancora prendere per mano
la donna mia che attende sulla soglia
avvolta nel vestito dell’amore.
E se grida più forte la tempesta
e la paura annera ogni sorriso
perché il nemico occulto ci divora,
tu non abbandonarci alla deriva
ma guidaci nel tempio dell’aurora,
lontano, via da questa infausta notte.
Insegnaci ad usare le parole
raccolte lungo i viali del silenzio
per colorare di nuova bellezza
il volto sfigurato della vita.
Vedrai ritorneremo a camminare
con gli occhi accesi dalla meraviglia,
e finalmente ancora a respirare
il brivido innocente di un abbraccio.
Gaetana Covella
Opera 5^ classificata ex aequo Sezione Poesia
Paese mio
Ogni cosa vuole andarsene…
I giovani fuggono come naufraghi,
accarezzano vite cittadine
tra mucchi di ricordi
e infanzie dimenticate.
Tace in un ciclone di silenzio
il paese vuoto di frenetiche inquietudini.
La luce smarrita dei mattini
crea abbandono, disordine.
E sono cappotti e cappelli adagiati
su persone sfinite dagli anni,
sedute inerti su panchine
come una morte che vive nella vita.
Doveva essere il tempo del futuro,
la casa dei nostri figli,
il vento che si riconosce
come il proprio sangue,
invece è il luogo delle crepe,
dei tagli, delle lontananze,
dei legami recisi come piante inaridite,
secche fin nelle radici.
Qualcuno si commuove ancora
con lo sguardo al campanile,
ma il tempo ha il sapore del rimpianto
e il cuore è un lago
dove affoga la solitudine.
Antonio Zannino
Opera 5^ classificata ex aequo Sezione Poesia
Nostalgico tramonto
Se sol potessi tornerei indietro
per riprendere la mia gioventù
unica vera ricchezza.
Tornerei indietro per sorridere al vento
al sole alla pioggia
come ho potute dimenticarmene?
Ora tristi ricordi mi stanno accerchiando.
Tornerei indietro per tendere una mano
lasciata spesso in balia d’un appiglio
ad arrancare faticosamente nell’indifferenza.
Per ricadere e rialzarmi ancora e ancora.
Anche se potessi riprenderei il cammino
alla stessa maniera,
Non mi resta che sorridere
degli affanni d’un cuore ribelle
assetato d’amore e di libertà
d’una vita da zingaro
sospesa nel vuoto d’un’incoscienza latente.
Ho vagato da un’illusione all’altra.
Ora sorriderò al tempo che resta
con qualche rimpianto.
Sorriderò al vento
ogni volta che accarezzerà le rughe
della mia ormai inutile saggezza.
Alla pioggia ogni volta che
mi costringerà al riparo a riflettere.
Ora sorriderò al sole
mentre ancora riscalda
le mie povere vecchie ossa
così stanche, così stanche ora
da non volerne più sapere
di ricominciare da capo
Elisabetta Liberatore
Opera 7^ classificata ex aequo Sezione Poesia
Naufraghi
Nel pensiero rauco del mattino
sfogli la corona di spine
delle tue assenze
martellando le tempie
con l’ eco del suo nome.
Impalpabile come un alito
rarefatto in un’ aria di vetro
una tua idea fragile
come un arco teso
su un cielo che ancora trema
delle paure della notte
vibra un canto di sirena.
Accende lo sguardo
come un colpo di frusta
sulle reni indolenti
e il corpo che brama la resa
sul fondo di carta
di certi giorni sbiaditi.
L’afferri come un naufrago
in balia dell’oblio,
è fatta di suoni e parole
plasmate con fervore d’amante
su un corpo sacro
con mani esitanti…
Così decidi di provare
a calcare i tuoi noti sentieri,
di nuovo, come un racconto
clonato su cui vergare
un finale diverso.
Stefano Fissi
Opera 7^ classificata ex aequo Sezione Poesia
Alla mia Anima
Ho costruito una carrozza da una zucca
ci hai posato il tuo piede delicato
finché il cocchiere ha scoccato la frusta
per aizzare i topini all’infinito.
Ti ho raccolta nel palmo della mano
e con un soffio ti ho mandata in cielo
a sedere tra i corni della luna
contando quante punte hanno le stelle.
Poggiata su un balcone di fortuna
pulviscolo dorato e meteoriti
a ascoltare i gorgheggi d’usignolo
limpide note fino al firmamento.
Ti ho cucito dalla coda di comete
una veste di morbide effusioni
che ti potesse tenere al coperto
da sbalzi d’ intemperie siderali.
Per darti slancio a salire più in alto
tra le sfere d’esistenza dei pianeti
a scernere gl’influssi e le frequenze
che trascinano i nostri fati inquieti.
E potessi essere sciolta da catene
che in terra serrano a torri e prigioni
riprendere lo scettro del comando
signora delle pugne e delle rese.
Ora sei tra ghirlande di galassie
ti aggiri nelle strisce di frammenti
d’asteroidi e di stelle collassate
nuovi mondi che si creano e spaiono.
Ritornerai a vegliare sui miei passi
incerti nei sentieri dell’errore
ma depurata da scorze terrene
e distillata in purpurei vapori.
Sempre mi segui regina celeste
e mi sorreggi nel mio errabondare
caritatevole lume di notte
un giorno ci uniremo in un sol sole.
Rodolfo Zanardi
Opera 9^ classifica ex aequo Sezione Poesia
Lucciole
Come vorrei tornare bambino con te,
o nonna!
Quando, nelle sere del luglio odoroso,
mi portavi, al chiar di luna,
tenendomi per mano,
dietro la casa, a vedere
le lucciole nel fosso.
Ero felice e non sapevo…
Non sapevo che la vita è dura
e porta tanto dolore addosso.
Come vorrei, come allora,
non sapere… o nonna!
Ma non posso!
Sonia Fanuli
Opera 9^ classificata ex aequo Sezione Poesia
Padre mio
Musa che baci la fronte di notti informi,
campione di canti celesti nel volto di Maria,
tra sospese identità millenarie
puoi ascoltare ora la mia voce.
Mille volte avrei voluto chiamarti,
tra i veli di un canto vergine che apre i cieli,
mille volte avrei voluto stringerti,
tra braccia abbandonate ai sospiri di Dio,
laddove solo un pianto migrante
poteva scorgerti nei mille silenzi,
e vedere ancora una volta, il tuo volto
illuminarmi, candida di puro splendore.
Ti accarezzo nell’ ultima goccia di tempo,
nell’ ultimo granello di clessidra,
nell’ ultima pioggia di cieli ardenti,
estremo viaggio nell’ altrove di un mondo.
Padre mio, ora puoi sentirmi nel sìbilo di vento,
forgiante dita d’ inchiostrometallo
dal sole Josephino, lambìto
nel sogno di un bacio eterno.
Ana Maria Andrino Botelho
Opera 9^ classificata ex aequo Sezione Poesia
Cammino
cammino
stupita
nei prati
verdeggianti
del tuo sguardo
il mite canto
della tua voce
mi conduce
in dolcissima
supplica
mi addentro
in te
la luce
ti scopre
fanciullo
il volto
provocante
tramutato
in candore
sfamato
il giorno
e la notte
crudele
ripercorre
i prati
verdeggianti
del tuo sguardo
in agonia
di luce
Piera Caivano
Opera 1^ classificata Sezione Dialetto
‘A famigl
‘A famigl
è ‘na costruzion d cart
abbast na fiamm p l’appiccià
na man p la scazzà
na frovc p la taglià
e nu soffio d vient p la fa vulà.
La famiglia
La famiglia
è una costruzione di carta
basta una fiamma per accenderla
una mano per schiacciarla
una forbice per tagliarla
e un soffio di vento per farla volare.