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Premio Letterario Internazionale Città di Melegnano 2020 XXV Edizione |
Ultimo aggiornamento: 24 Giugno 2021 |
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- La scadenza prevista del 30-09-2020 è stata prorogata al 15-10-2020
- Antologia spedita dal 07-04-2021 al 03-05-2021 – In data 29-01-2021 sono state spedite le bozze dell’antologia – la lettera di ammissione è stata inviata il 20-11-2020 a mezzo posta.
- La Giuria rende noti i risultati in data 11-01-2021, la valutazione è iniziata in data 05-11-2020.
- In merito alla cerimonia di premiazione che avrebbe dovuto tenersi nella città di Melegnano nel mese di febbraio 2021, data la situazione pandemica attuale abbiamo stabilito di sospenderla e di spedire a mezzo posta i premi ai vincitori. Abbiamo inviato comunicazione agli Autori premiati con tutti i dettagli.
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La giuria della XXV Edizione del Premio Città Di Melegnano 2020 presieduta nella Sezione Poesia da Massimo Barile ha così decretato:
Opera 1^ classificata: «Tu sei nella pioggia» di Elisabetta Liberatore, Pratola Peligna (Aquila).
Questa la motivazione della Giuria: «Elisabetta Liberatore propone una lirica che riconduce alla evidente condizione di sospensione nel tempo, un percorso lirico “senza più stagioni”, pervaso di atmosfere evanescenti, tra “echi sottili” e parvenze, catapultando in una vertigine nel cuore.
La figura lirica “vive” nella pioggia, si plasma alle evidenze liriche che si susseguono, tra silenzio e sorriso lieve, mentre lo sguardo rimane imprigionato nel ritmo graffiante d’un universo emozionale.
La visione poetica diventa “richiamo che trafigge”, che penetra con forza nell’anima, tra ombre e lacrime del passato, ed il sigillo lirico, che si tramuta in substantia esistenziale, conduce ad una nuova dimensione dove il “rito si consuma” nel sonno, avvolto dalle tenebre notturne». Massimo Barile
Vince: Trofeo Benedetto Di Pietro – Attestato – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia della Sezione Poesia e su Internet www.club.it
Opera 2^ classificata: «In una pioggia di luce» di Dario Marelli, Seregno (Monza e Brianza).
Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Dario Marelli rappresenta un autentico canto d’amore, ed i versi “ho scritto per te le parole più belle” ne sono un esempio, rappresentando i bagliori d’una visione poetica, costantemente alimentata dall’ardore e dalle magiche emozioni, quando il poeta ammira la luna in un cielo stellato, e si avverte un senso d’abbandono che comunque implicherà una rinascita.
L’invenzione lirica s’incarna in un abbraccio d’amore, come a voler creare “una pioggia di luce” che illumini il sogno e continui a renderlo “vivo”». Massimo Barile
Vince: Attestato – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’autore – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia della Sezione Poesia e su Internet www.club.it
Opera 3^ classificata: «Interpreti di un nuovo tempo» di Sergio Baldeschi, Montecerboli (Pisa).
Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Sergio Baldeschi riconduce ad una dimensione esistenziale dove dominano gli “interpreti di un nuovo tempo” che si trovano a fare i conti con un periodo contrassegnato da una pandemia.
“Sulla soglia dell’inferno” come a separare i “contagiati” dagli “assolti”, emergono le simboliche figure di agnelli sacrificali, vittime di un nefasto sortilegio.
In questo teatro dell’assurdo, l’ultimo grido nella “nemesi cognitiva” si accompagna all’illusione e al sogno di inaspettati “custodi del nulla”, come ad immaginare di “essere altrove”, “credendo di vivere” l’inevitabile destino: il poeta, ormai dissolto nel suo mondo lirico, conduce a scegliere tra la ricerca di un approdo salvifico o la custodia di un messaggio di speranza». Massimo Barile
Vince: Attestato – Pubblicazione di un Quaderno di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’autore – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia della Sezione Poesia e su Internet www.club.it
Opera 4^ classificata: «L’attesa» di Alessio Baroffio, Rescaldina (Milano).
Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Alessio Baroffio proietta “negli istanti infiniti dell’attesa”, quasi a diluire le emozioni, a voler espandere una dimensione lirica nella quale la paura catapulta dentro “intricati pensieri”, complesse rivisitazioni emozionali e labirinti d’incertezze.
Il cuore e la Parola del poeta pulsano all’unisono scandendo il tempo lirico che trascina in un “silente limbo”, oltre la battaglia quotidiana, tra speranze e brividi, con il coraggio di “cambiare il futuro”». Massimo Barile
Opera 5^ classificata: «4 Agosto 2020» di Vittorio Di Ruocco, Pontecagnano (Salerno).
Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Vittorio Di Ruocco si modula sullo spirare del “vento maledetto della sorte”, che avvolge il travaglio dell’Uomo ed il pianto dell’umanità, mentre la morte invade le banchine dei porti e tinge di rosso il mare violentemente scosso da tempeste notturne e, allo stesso modo, “il fuoco del deserto” che si accende per le strade devastate di Beirut.
La notte silenziosa soffoca le grida, il tormento e la pietà: non resta che guardare il cielo come atto di salvazione, ultimo appiglio prima di inabissarsi nell’orrido, prima di svanire nel terrore, nel “ventre della disumanità”». Massimo Barile
Opera 6^ classificata: «Iride» di Marian Ciprian Zisu, Roma.
Questa la motivazione della Giuria: «La visione lirica di Marian Ciprian Zisu penetra nel profondo di una dimensione che si genera nell’iride” della persona amata, dove il poeta intravede l’infinito, come a voler custodire i ricordi che hanno attraversato l’anima.
La Parola risulta vanificata dagli eventi, dalle evidenze liriche e dal riflesso nella simbolica iride, che ormai non “balugina” più.
Durante il processo si avverte la metamorfosi lirico esistenziale e il poeta pone, infine, il suo sigillo: “In quella tua iride/la mia esistenza si annulla”, che diventa decretazione d’un senso di dissolvimento e, al contempo, atto salvifico». Massimo Barile
Opera 7^ classificata: «Nell’odoroso silenzio» di Lucia Ingegneri, Monza (Monza e Brianza).
Questa la motivazione della Giuria: «Nel “silenzio dell’infinito” la poetessa afferra la “luce misteriosa della vita”, capace di eliminare i pensieri oscuri ed “accendere” la fiamma dell’anima in una costante esplorazione dell’universo emozionale.
La Parola di Lucia Ingegneri nasce dal cuore puro, sincera e limpida, sempre protesa a fissare la sostanza autentica del vivere.
L’evoluzione lirica conduce ad una “riserva d’amore”, ad un abbraccio alla stessa esistenza, come a rincorrere le gocce d’amore, meraviglioso e prezioso dono: la coscienza trasparente illumina il percorso e la rivelazione lambisce luoghi misteriosi dell’anima, che viene “cullata” nel “giardino dei pensieri” della poetessa». Massimo Barile
Opera 8^ classificata: «Canzone d’amore finito» di Cecilia Rossini, Parma.
Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Cecilia Rossini riconduce alla percezione del sentimento dell’amore perduto, proponendo una miscela di espressioni poetiche che alimentano tale processo: le emozioni non espresse, gli incanti svaniti, i sogni dissolti, tra il profumo di “rose e ciclamini”, quando, della persona amata, non resta che un “cuore inaridito”, un “libro abbandonato”, e la consapevolezza che anche le “impronte sul divano rosso” svaniranno presto.
Durante il processo lirico la figura della poetessa, come “navigatrice ardita”, come “Regina” indiscussa della sua nuova vita, emerge prepotente nella rivisitazione delle intenzioni e delle evidenze liriche, veleggiando con “ali di libertà”». Massimo Barile
Opera 9^ classificata: «Grazie Madre» di Maria Colombo Lge, Bovisio Masciago (Monza e Brianza).
Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Maria Colombo si ammanta meravigliosamente d’una atmosfera che riconduce ad un intenso e profondo canto d’amore dedicato all’amata madre.
Nel silenzio che avvolge, sotto la “coperta splendente del cielo”, il ricordo non muore, e la poetessa eleva una preghiera, ricordando il “lieve e dolcissimo sguardo” della madre.
Nel suo cuore la pena è forte, in attesa di un abbraccio come allora, tra le attese ed il silenzio: ogni sera il cuore “narra” la sua presenza, percezione sottile di un’ombra leggera, e la poetessa recita un “grazie” a sua madre per le “infinite ore d’amore” vissute con lei». Massimo Barile
Opera 10^ classificata: «La Piciangola» di Alessandro Vonella, Monza (Monza e Brianza).
Questa la motivazione della Giuria: «La giostra della vita oscilla come il tempo nel vivere quotidiano mentre il poeta offre uno stato d’animo che si erge a simbolo portante della lirica: “nuotiamo come cannucce/nel frizzio d’una granita” che diventa metafora del travaglio dell’esistenza.
Alessandro Vonella immerge la sua Parola nel “cuore tremante”, nei “pensieri bloccati” e nelle speranze che “affogano”, mentre sibila la simbolica “altalena”, la sua “piciangola”, come ad avvisare che “ciò da cui scappi/ti riprende”, e sempre nuovamente ti cattura». Massimo Barile
Dal 4° al 10° classificato vincono: Attestato – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia della Sezione Poesia con assegnazione di 2 copie gratuite a ciascun Autore e su Internet www.club.it
Opere Segnalate dalla Giuria con Attestato di merito:
«Mi siedo accanto» di Angelo Taioli, Voghera (Pavia).
Questa la motivazione della Giuria: «La dimensione lirica introduce ad un lento scorrere del tempo che diventa rivisitazione esistenziale, come a voler gustare ogni attimo ed assaporare ogni emozione.
La visione lirica di Angelo Taioli modula le cadenze interiori e conduce a spiragli di luce che aprono verso una nuova dimensione.
La parola del poeta tende ad una purificazione e, come sigillo poetico, giunge la confessione, che diventa presa d’atto esistenziale: “imparo la vita dalle stelle” e “imparo la speranza dalle lucciole”». Massimo Barile
«Inferno» di Franco Tagliati, Guastalla (Reggio Emilia).
Questa la motivazione della Giuria: «Nella poesia di Franco Tagliati la visione lirica d’un “inferno dell’ignoranza” fagocita i sogni ed invia messaggi di morte perché saranno vittime degli innocenti.
La “coltre scura” penetra la percezione lirica e pare “sbranare” le speranze, mentre il poeta “cerca disperatamente/di salvare i giorni”, ed offre la decretazione di tale intenzione con un simbolico sigillo lirico: “assaporerò l’invisibile/toccherò l’intangibile/per immergermi nell’impossibile”». Massimo Barile
La giuria della XXV Edizione del Premio Città Di Melegnano 2020 presieduta nella Sezione Narrativa da Monica Colombini ha così decretato:
Autrice 1^ classificata Marina Catalano-Mc Vey di Vercana (Como), con l’opera «Nena».
Questa la motivazione della Giuria: «È il dolore di tutti i bambini a cui un mondo di adulti malevoli e irrispettosi ha sottratto la gioia dell’infanzia, quello di Nena.
Il trauma subito diventa silenzio ostinato che trova la sua via di resilienza nei colori e nell’arte. Dipingere diventa strumento di comunicazione e catarsi. Nena è l’esperienza totalizzante di una maternità inattesa… tra le belle parole del racconto sembra di sentirla tra le braccia, odorosa di mare e disperazione la piccola Nena, ed è infinita la tenerezza che sgorga… si vorrebbe tenerla tra le braccia per sempre per placare i singhiozzi, allontanare gli incubi e restituirla alla vita». Monica Colombini
Vince: Attestato – Targa Città di Melegnano – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Pubblicazione del racconto sull’Antologia della Sezione Narrativa
Autrice 2^ classificata Sabrina Tonin di Tombolo (Padova), con l’opera «Il caprifico della Giudecca».
Questa la motivazione della Giuria: «Attorno ad un vecchio caprifico, gira lenta e ripetitiva la vita all’interno della sezione femminile del carcere Veneziano. Le giornate, le settimane sono scandite dai soliti passi, la mensa, la richiesta di beni di prima necessità per il consumo quotidiano, la preghiera e la serale chiusura del blindo.
Ma in questo stato di vita sospesa in attesa di una decisione, di una sentenza, un tessuto di esistenze e relazioni si intreccia nelle celle tra le detenute. Un luogo in cui la privazione della libertà è il cardine dell’esistenza reclusa, nascono nuove semplici forme di solidarietà che alleviano l’attesa, la mancanza degli affetti…
L’ingiusta detenzione, la scarcerazione tanto attesa, la libertà ritrovata… qualcosa dell’esperienza resterà per sempre anche quando il volo riprende». Monica Colombini
Autrice 3^ classificata Silvia Marini di Tirrenia (Pisa), con l’opera «In direzione contraria».
Questa la motivazione della Giuria: «Nonna Maria è protagonista di una narrazione sintetica, veloce, senza orpelli e retorica, con lo sfondo drammatico della pandemia da Covid. Maria da sempre al timone della sua vita, che accetta la lontananza di una famiglia trasferita oltreoceano, decide di vivere gli ultimi anni in una residenza sanitaria coltivando le piccole passioni di sempre e ostinatamente tenendosi aggrappata a quel filo di contatto quotidiano con figlia e nipote lontane.
Il racconto procede a ritroso con il peggiorare della malattia, quasi alla ricerca di una via di salvezza nei ricordi e così la morte si compire nel tentativo di tornare con la mente a sperimentare l’emozione più grande… la magia di nascere». Monica Colombini
Autrice 4^ classificata Roberta Denti di Mulazzano (Lodi) con l’opera «Babbucce».
Questa la motivazione della Giuria: «Una piccola storia di quotidiano, quasi una favola, con lo sfondo del dopoguerra. C’è tutta l’Italia in questo racconto fatto di emigrazione e desiderio di riscatto, sacrificio, lavoro, amore e quel pizzico di genio creativo che la protagonista Serafina esprime nella creazione delle sue babbucce dando vita ad una narrazione fatta di piccoli passi leggeri». Monica Colombini
Autrice 5^ classificata Gigliola Magnetti di Lanzo (Torino), con l’opera «La vita di carta».
Questa la motivazione della Giuria: «È l’amore della maturità che trova respiro nella scrittura incalzante, dal ritmo a tratti poetico. Scrivere dopo un anno per raccontare la parabola di un sentimento giunto inatteso, vissuto pienamente e reso eterno da parole di carta». Monica Colombini
Autrice 6^ classificata Lucia Lo Bianco di Palermo, con l’opera «L’estate come un soffio vola via».
Questa la motivazione della Giuria: «Il racconto affronta con delicata profondità il tema della malattia incurabile. La pacata consapevolezza della protagonista Annarita invita a godere di ogni momento di vita cogliendo l’attimo senza riserve». Monica Colombini
Autrice 7^ classificata Tiziana Tomai di Taranto, con l’opera «Il lungo viaggio verso casa».
Questa la motivazione della Giuria: «Un viaggio fisico da Londra alla Sicilia e un viaggio personale alla ricerca delle proprie radici confuse dalla scoperta della propria condizione di figlia adottiva. Due piani temporali, quello contemporaneo e quello della memoria ricercata, si incontrano e intrecciano restituendo uno spaccato di vita seicentesca, dove si rivela la figura della pittrice Sofonisba Anguissola, punto di arrivo e partenza alla scoperta delle proprie origini». Monica Colombini
Autore 8° classificato Vincenzo Forciniti di Milano, con l’opera «Sommersi».
Questa la motivazione della Giuria: «Il racconto evolve intrigante in questa novella Atlantide in cui ogni elemento di vita naturale è proscritto in nome di una esistenza in balia di una gerarchia militare. Ogni memoria del passato è negata in una atmosfera in bilico tra guerre stellari e scenari di un futuro orwelliano. Un segreto aleggia in questo mondo oscuro nelle mani del Gran Sacerdote sovrano di una non vita sommersa. Il nuovo ordine delle cose nasconde un segreto… nessuna arma segreta… nessuna scoperta scientifica… il segreto è la vita fatta di fiori, partita, natura… quella vera… l’unica possibile». Monica Colombini
Autrice 9^ classificata Maddalena Frangioni di Segrate (Milano), con l’opera «Appunti di viaggio».
Questa la motivazione della Giuria: «Chi avesse dimenticato il clima di festosa eccitazione piena di aspettative che caratterizzava la partenza per una gita scolastica, lo ritroverà nel vociare incontenibile, nell’allegria, che si leva dalle righe di questo racconto.
Ma il viaggio è esperienza di socialità, è complicità e occasione di crescita ancora prima di raggiungere la meta di Praga». Monica Colombini
Autrice 10^ classificata Francesca Sivori di Bogliasco (Genova) con l’opera «Scrittori si nasce, lettori si diventa».
Questa la motivazione della Giuria: «Una storia come tante, di vita e sacrifici, di rinunce e sogni traditi. Il mare è sullo sfondo di una esistenza semplice dedicata al mare e alla famiglia quella di Pierangelo. Ma la passione per la lettura, amica della fantasia lo accompagna da sempre popolando i rari momenti di riposo di avventure e compagni di viaggio speciali, che non tradiscono e arrivano fedeli portati dal vento». Monica Colombini
Dal 2° al 10° classificato vincono: Attestato – Pubblicazione del racconto in Volume Antologico dei racconti vincitori della sezione Narrativa, edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 3 copie gratuite a ciascun Autore – Pubblicazione del racconto su Internet www.club.it
In merito alla cerimonia di premiazione che avrebbe dovuto tenersi nella città di Melegnano nel mese di febbraio 2021, data la situazione pandemica attuale abbiamo stabilito di sospenderla e di spedire a mezzo posta i premi ai vincitori. Abbiamo inviato comunicazione agli Autori premiati con tutti i dettagli. |
Elisabetta Liberatore
Opera 1^ Classificata
Tu sei nella pioggia
Taci nel ritratto
che imprigiona il tuo sguardo
col sorriso lieve di un attimo
e il silenzio penetrato nella pietra,
là dove la tua ombra è la terra scura,
ancora intenta a scavare
la ferita eterna del nascere
e la muta febbre
di un richiamo che trafigge.
M’aggiro tra sentieri
senza più stagioni
con la vertigine quieta nel cuore,
sospesa nel vuoto
di un viaggio incompreso,
tra volti noti e parvenze in esilio eterno
e tu sei nella pioggia, nell’eco sottile
del suo ritmo opaco,
confitto a viva forza nell’anima
in questo cielo cupo d’autunni
passati e futuri carichi di lacrime
mai piante su questi marmi lucidi,
dove il rito si consuma fioco
come il lume che s’accende
nel sonno buio della notte.
Dario Marelli
Opera 2^ Classificata
In una pioggia di luce
Ho scritto per te le parole più belle,
quelle che non sapevo di possedere,
non pensavo di potere immaginare.
Le ho musicate su un rigo di cielo
e ne sono stato felice.
Ho indugiato ad ammirare la luna
sotto una volta turchese di stelle
e mi sono lasciato andare.
Al sorriso sicuro, al sapore del sale,
ai fianchi di grano,
allo schiaffo del maestrale.
E tu eri là tra gli dei.
Sono tornato a riprendermi
con l’anima assente
su un bianco ciliegio
e in un momento di assurdo
ho creduto di averti.
Ti ho inventato stanotte,
mentre volavi nel buio
fra begonie e roseti
e ho sentito lo strappo,
la salvezza tremare.
Oh, se solo avessi saputo
che era il tempo perfetto
per abbracciare l’amore,
senza sentire ragione.
Avrei smesso di crearti nel sogno
in una pioggia di luce
e avrei in pugno la vita.
Non questo senso di addio.
Sergio Baldeschi
Opera 3^ Classificata
Interpreti di un nuovo tempo
Interpreti di un nuovo tempo
e dell’ennesimo grattacapo,
siamo rientrati in fabbrica
con il cuore attorcigliato
a un’esecrabile mascherina
e alle bollette di fine mese.
Sulla soglia dell’inferno,
una pallottola di mercurio
a separare i cloni infetti
da quelli assolti e stupefatti.
Deposti sull’altare sconsacrato
come agnelli pronti al sacrificio,
aneliamo l’incubo del dubbio
per entrare nell’emporio d’acciaio
con un polmone in meno
e un sortilegio in più.
Nell’assurdo gioco delle parti,
inascoltati sudari
seppelliscono l’ultimo grido
e dentro un grigiore di ciminiere,
lapidano l’operaio
al palindromo osso.
Evangelisti e demoni,
nella nemesi cognitiva
il burqa moderno
è un Dio senza volto
che non ha razza né fede.
In questo strano dormiveglia
il sangue si mescola ai sogni,
l’illusione alza la sua febbre,
la luna si crede una stella
e noi trepidi custodi del nulla,
immaginiamo di essere altrove…
credendo di vivere.
Alessio Baroffio
Opera 4^ Classificata
L’attesa
Livido il cuore trema
dietro la porta chiusa.
Negli istanti infiniti dell’attesa
l’acre paura capriola
dentro intricati pensieri
imbrattati di incertezza.
Il cuore palpita
scandendo un tempo eterno
che pare trascinarsi
dentro pigri rintocchi.
Annaspa in un silente limbo
la sagoma del sorriso,
ferve la dura battaglia
tra speranza e brividi,
mentre i pugni stretti
stringono quel coraggio
che servirà presto,
appena sarà il momento
di cambiare il futuro.
Vittorio Di Ruocco
Opera 5^ Classificata
4 agosto 2020
Ancora tu nel cerchio delle ombre
diamante puro che si fa carbone
nel vento maledetto della sorte.
Dei cedri profumati le radici
piantate nel profondo della terra
restano a colorare la memoria
come bandiere pregne di dolore.
La morte ha passeggiato inavvertita
tra le banchine anonime del porto
nascosta dal suo velo putrescente,
avida di travaglio, lutto e pianto,
di sangue vivo dove abbeverare
la sua infinita e perniciosa sete.
Il sole col suo immobile lucore
nulla ha potuto contro la tempesta
venuta dalla notte di ogni tempo
dagli angoli terreni dell’inferno.
È stato un colpo truce e inaspettato
un tuono come l’urlo primordiale
che diede inizio all’alba della vita.
S’è fatto ancora polvere il cemento
e in un istante il fuoco del deserto
s’è acceso per le strade di Beirut.
E scivola la notte silenziosa
a soffocare le pietose strida
su cumuli di pietre e di tormento.
Qualcuno guarda in alto verso il cielo
che appare come un padre premuroso
l’ultimo appiglio prima di sparire
nell’orrido scavato dal terrore
nel ventre della disumanità.
¥ q µ
Marian Ciprian Zisu
Opera 6^ Classificata
Iride
I miei passi poco convinti
verso la tua somma di eventi
di cui non faccio parte.
Un suono, una parola
nel dialetto che il mondo sa
per ingannarsi.
Ma nella tua iride io intravedo l’infinito
con i nostri incontri mai avvenuti
nella nostra casa mai abitata
per custodire gelosamente
ricordi mai nati
di teneri eventi mai presenti.
In quella tua iride
la mia esistenza si annulla.
I venti non hanno mai smesso di spiare
dietro le panchine dove non ci siamo mai seduti
e, in fondo,
tutto è rimasto uguale.
Quel mio riflesso nella tua iride
sta finendo di baluginare.
Lucia Ingegneri
Opera 7^ Classificata
Nell’odoroso silenzio
Nell’odoroso silenzio dell’infinito
tendo la mano per afferrare
la luce misteriosa della vita
che scaccia i pensieri ombrosi
e accende la fiamma dell’anima.
Nell’odoroso silenzio dell’infinito
tendo le braccia
per stringere chi piange
pur senza lacrime,
con gli occhi che rincorrono
gocce d’amore
anche dove la luce non arriva.
Riserva d’amore,
parole olenti
sussurrate come abbraccio
alla precaria esistenza,
coscienza trasparente
di un dono prezioso,
con l’anima cullata
di radice sempiterna
nel giardino dei miei pensieri.
Cecilia Rossini
Opera 8^ Classificata
Canzone d’Amore Finito
Resterà di te un’ombra mai dissolta,
una ciabatta scalza,
un’aura di assurdità.
Resterà di te un bene non espresso,
un canto un po’ maldestro
sopra i tegami sporchi.
Ma io tornerò navigatrice ardita,
stringendo tra le dita
l’Africa intorno a me.
Regina io sarò
della mia nuova vita
e il sogno sfumerà
tra le rose e i ciclamini,
svaniti ormai gli incanti.
Le impronte del tuo corpo
sopra il divano rosso
svaniranno presto
e ci sarà il silenzio.
Resterà di te
qualche CD sfregiato,
un libro abbandonato,
un cuore inaridito,
ma uno spirito leggero
per veleggiare ancora
con ali di libertà.
Maria Colombo LGE
Opera 9^ Classificata
Grazie, madre
Non violate il silenzio,
sono in attesa di un suo segno,
di una sosta nella bianca steppa,
sotto la coperta splendente del cielo,
sotto il bianco infinito di neve che la ricopre.
Non può morire il ricordo.
Si levasse, ancora una volta,
alzerei in preghiera il suo nome – e pur tuttavia risuona già –
riconoscerei il suo lieve e dolcissimo sguardo,
in acuta osservazione.
Dentro mi punge una pena,
mi scoppia una pena che non conosco
e me la ritrovo a fianco.
Mi aspetto, come allora, un abbraccio
che è calato nel profondo
e che non mi lascia mai.
Ogni sera il mio cuore
narra questa presenza viva,
quest’ombra leggera di mia madre nel tempo.
Ogni sera il mio cuore
recita un grazie per le infinite ore d’amore,
i giorni di attesa e di silenzio.
Ogni sera il mio cuore recita
un grazie, madre.
Alessandro Vonella
Opera 10^ Classificata
La piciangola
Nuotiamo come cannucce
nel frizzio d’una granita,
mentre robusti cappotti
dormono, appesi e sfiniti,
su attaccapanni di spalle
gelate e cuori tremanti.
Troppi i pensieri bloccati
negli ascensori a chiamata,
poche le risposte ricevute,
mentre sottili speranze
affogano come polvere
sotto i secchi aghispini.
Vivaci giostre d’umore
oscillano come il tempo
nel frastagliame dei giorni.
E sibila la piciangola
come una fionda tesa
sulle ore da cui fuggi.
Rimbalza come un elastico
l’altalena sull’immobile
perno: ciò da cui scappi
ti riprende,
e ti cattura in eterno.
¥ q µ |
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