OPERA 1^ CLASSIFICATA SEZIONE ADULTI
ANNA CALOSSI
Guernica “ombra e sole” .
a Pablo Picasso
Ho visto volti appesi alla memoria
farsi polvere fugace,
il delirio dal cielo piomba sul mio pensiero
e verso laghi di colore nero avanza.
Le mie mani sulla tela chiuse a spine
sembrano boccioli impauriti prima di sbocciare;
il rosso forse l’ho dimenticato a Guernica
dove l’acqua del fiume scorre all’incontrario
per ripulire la morte dalle piazze.
Perché vedo solamente fiamme
che galoppano come cavalli impazziti?
Il vento oggi ha un sorriso ostile, urla, mi avvolge
scompone volti umani e di animali,
e mi affoga l’udire lontano delle voci scomparse.
Aveva diciotto anni appena
la musa nel tragico orrore…
perché la tua mano bianca da baciare
si posa ora sui tuoi seni come un coriandolo confuso?
Inumidito dai miei occhi gonfi
un coagulo di sangue
gocciola lento dal cuore del vecchio toro
mentre la sua bocca in terra schiuma.
Quando i capelli dei padri faranno da ragnatela ai ragni
cosa rimane ai figli se non ferite aperte
in un’estensione di porpora fine?
Mentre io carne pura dipingo,
nel grigio grido al martirio
e la mia angoscia in un quadro si firma.
OPERA 2^ CLASSIFICATA SEZIONE ADULTI
MARIA GABRIELLA MELONI
A Friederich Hölderlin
Komm und besänftige mir, die du einst Elemente versöhntest,/ Wonne der himmlischen Muse, das Chaos der Zeit…
Che placasse il caos del tempo
invocavi e inseguivi lei,
fantasma evanescente,
tra i colonnati
di una terra vagheggiata.
Ma Diotima fuggiva,
sulla scia del sole scivolava
e in glaciale notte
dove si azzuffano gli uragani
ti lasciava…
Dalla torre, nelle notti insonni,
assistevi allo snodarsi
dell’argenteo nastro del Neckar,
percepivi il murmure silenzioso
delle acque, cupo
come la tua solitudine.
E lo sguardo trasfigurato
da una mite follia
inseguiva trasognato l’Assoluto
che a lui si sottraeva
e la mente divina
creava l’accordo capace
di dischiudere
arcani mondi ai quali
non può attingere
il comune mortale.
OPERA 3^ CLASSIFICATA SEZIONE ADULTI
LUCIANO BONVENTO
È antica la mia terra
Respiravano mattini tra le foglie,
foglie che si rinnovano
con inciso il canto dei contadini.
Invecchiato germe,
il profumo legnoso dei pioppi
fulminati da anni.
Sudore e fatica,
sangue di cavalli e di buoi
hanno inzuppato la polvere
di strade sassose, da valle a mare,
sulla traccia antica di serpi in fuga.
Così il vento spazzò la mia terra,
dove gli uomini nascevano
sotto carri di nuvole malate
in mattini segreti, rapidi e arsi,
come polpa di vino acerbo.
Poi notti di furori con lame di parole,
in cigolii d’amore, di violenza e di ignoranza,
oltre il sonno delle donne,
invecchiate prima della giovinezza,
con il buio delle stelle
in fondo a gole aperte al pianto.
Poi vennero nuove albe,
spinte nel vuoto del mondo
e i fiumi fluirono verso il mare
sotto l’occhio attento della gente.
Quest’occhio ancora vivo nella luce rimasta,
che a volte appare fra il credo e le memorie,
a spargere di nuovo tra le foglie
il canto di mattini che rinascono nella mia terra
come manciate di profumo antico.
OPERA 4^ CLASSIFICATA SEZIONE ADULTI
FRANCO FIORINI
Stasera il tramonto accende fuochi
Stasera il tramonto accende fuochi
sulla linea di un cielo d’altri tempi:
rubini regala alle colline
un’anima di rosso tra gli ulivi
l’argento ridipinto delle foglie…
Sa di antico, mia cara,
questa brezza che ci fa leggeri
e al mare dei tuoi occhi mi conduce.
E rimanda l’inganno una memoria
(agli anni persi tenacemente appesa)
di mille stagioni vestite di poesie
inventate e lette soltanto per noi.
Ormai potrei convivere con le nostalgie
dentro le nostalgie sopravvivere
io che ho visto vecchi rassegnati
costeggiare lenti altri tramonti
all’ombre lunghe dell’ultimo autunno.
Ma in questo incendio di fine estate
vibra nel mio cuore il desiderio
di un oggi ancora grande per noi due
arresi allo stupore di una storia
dove tutto deve ancora accadere.
Lasciati ricondurre alla mia terra:
al giallo di ginestre alle colline
all’oro delle spighe fatto pane
a quello delle vigne fatto vino.
Riprenditi le attese del mattino
per una vita ancora tutta tua
le bruceremo insieme le sue spine
insieme torneremo alle radici.
E quando amica scenderà la notte
a portare silenzi dentro al cuore
al cielo salirà una canzone
eterna e dolce come una preghiera.
OPERA 5^ CLASSIFICATA SEZIONE ADULTI
BENITO GALILEA
Mai sazio di schiodare il tempo
Orfano il cielo della sera, fummo
presenza al cuore che partiva:
i tuoi scatti bandiera di colori stretta
al cuore, più vera la notte mentre ancora
scrive lettere all’umanità in cammino.
I calendari alla parete disarmano le città
straniere che offrono gemme già all’arrivo,
il groviglio dei rottami a sbriciolare
l’anima in castigo che se ne va in silenzio
con in tasca le meraviglie del sogno frantumato.
Atleta di un borgo africano mai sazio
di schiodare il tempo, futuro arrotolato
nel sacco a pelo a fianco agli altri
quando le onde si stampavano sugli occhi
volando irriverenti al nuovo approdo.
Quattrocento tocchi senza fine e il diluvio
di sentirsi accolto al prato verde,
a piedi scalzi come un tempo.
Ecco le note del rap nel bolide sicuro,
il cuore del dubbio sull’acceleratore
proteso alla luminosità dei campanili.
Poi lo schianto e il vivere estremo
tra i fossati, un luccichio di sirene
quando tenera parlava la luce delle stelle.
Adesso un solo braccio appende nel vicolo
dei gatti l’ora fonda, un palpito di cielo
per un viaggio troncato prima dell’assolo.
Dovremmo dire troppe cose per sanarti
ma di noi ti basti questo amicale silenzio:
un muto sussurro in equilibrio di parole,
una stretta di mano ai confini dei diversi.
OPERA 6^ CLASSIFICATA SEZIONE ADULTI
FERNANDA MULIN DE ASSIS
Ritorno
Aprire le tende della vera faccia,
Spogliare le cicatrici dei miraggi.
Lasciar che questa tenerezza mi abbracci,
Ed interpretare il mio proprio ruolo.
Andare dove la fortuna mi manda,
Avanzare nei passi tutta la pusillanimità,
Delle pietre che mi gettano, produrre luce
E trasformare il dolor in poesia.
Far rinascere i sogni già disfatti,
Far uso del cuore più dell’acqua.
Aprire fonti di fede dentro il petto
E non credere mai che tutto finisce.
Lacerare la vena muta del silenzio,
Trarre il sentimento di questo lavoro,
Spezzare per la vita mio intenso desiderio,
E strappare dal cuore la parola.
Coltivare l’amore nell’utero della terra.
Essere grano a germinare una verità;
Sbocciare questi semi d’attese
E ingravidare il ventre delle città.
E quando fallisca la mia speranza,
Tacendo questa voglia che mi sveglia,
Ed io non possa seguire camminando,
Nella lirica missione d’esser poeta,
Esser capace di portare nelle mani un ricordo.
Piangere per quello che tace dentro di me,
Sentendo ancora un sapore della volontà.
Esser capace ancora, alla fine,
Di lasciar scorrere un’ultima preghiera,
Creando, ormai, un verso solo di pace!
OPERA 7^ CLASSIFICATA SEZIONE ADULTI
SERGIO BALESTRA
Basta talvolta lo stupore
Con imperfetta sonda,
illuso da incompiuta intelligenza,
agguato il tempo, a cogliere la sfida
di scandagliar la trama della vita.
Per cosa, poi, per cosa?
Per impastare un grumo di certezze
e subito vederlo sfilacciare,
un nulla che rapprende,
un tutto che dissolve.
Perché lo so, lo so
che io non m’appartengo,
anche se non c‘è terra o vasto cielo
a cui sia debitore.
È solo in questo vano
braccare le mie pene,
senza mai sciogliere l’arcano velo,
il solo territorio che m’attende.
Ma all’improvviso, vedi, mi sorprende – e questo solo basta alla salvezza – l’arpeggio incerto di dita bambine
tenaci nel cercar l’esatto ordito,
o quella mano cara che mi prende
talvolta, con premura, e m’accarezza.
E basta – sì, mi basta – lo stupore
per la marmotta ritta sul dirupo
che vigila nel vento,
timidamente segue le mie mosse,
strofina un po’ le zampe
e da sorella, sai, mi annusa il cuore.
OPERA 8^ CLASSIFICATA SEZIONE ADULTI
GIOVANNI CASO
Il salto del destino
Questa è l’ultima casa da abitare,
non ha porte o finestre, è aperta al vento
e ai bianchi pellegrini della sera.
In accordo di canti anche gli uccelli
fan nidi tra le foglie del soffitto,
vi passano farfalle e calabroni,
vi tubano le tortore che vengono
all’alba, come nuvole d’organza
accolte dal suo cielo.
Io vi dimoro
tra pagine di versi ed erbe bianche,
immaginate alle pareti un fuoco
che brucia il ceppo all’ara dell’inverno,
una lanterna fioca vi consuma
l’olio del suo dolore. Ai quattro canti
la ragnatela d’oro del silenzio.
Anche l’ora si ferma sul quadrante
del tempo per sorprendere la luna
e intrappolare in una rete d’aria
i suoi pensieri. Svetta e s’inabissa
l’ultimo airone, intrepido compagno
di questa solitudine.
Sospeso
dentro il suo volo, fingo il mio naufragio
in un altrove mai sognato, un Oltre
dove m’accoglie l’anima bambina
che abbandonai quel giorno, quando il cuore
volle tentare il salto del destino.
OPERA 9^ CLASSIFICATA SEZIONE ADULTI
MARIACRISTINA PIANTA
Alice
Gioca un cerchio di sole
con i tuoi lunghi capelli
nel caldo cortile.
Illumina il tuo sorriso
rare zone d’ombra,
nuova luce nelle brevi
stagioni, chiaro
cielo di maggio.
Più non pare
intenso l’azzurro
tra folti cespugli
nel silenzio
di lenti giorni.
Lontano da pensieri
e voci, il tuo libro,
eco di segrete parole.
Veloce passa la nube
nei tuoi occhi grandi,
fragile istante,
colore dell’estate.
Contempla il pensiero
un timido gabbiano
che rapido scompare
tra antiche mura.
OPERA 10^ CLASSIFICATA SEZIONE ADULTI
BARBARA PIAZZA
Al Zahiriya
Accatastati tra la polvere
Pensieri d’umane voci vanno
E tempi d’ascolti lenti
Attendono visioni parallele.
Silenzio e trame
D’odissee.
Sapiente è il lume
Che dalla terra
Prende il volo
Oltre la porta
Di una pagina.
lo smalto
di una giovane
arsura
Una risata,
nell’inerzia
sgombra
dell’assonnato
mezzogiorno.
E sulla sabbia,
spoglia delle tinte
scomposte
d’ospiti,
null’altro.
OPERA VINCITRICE DEL PREMIO IN MEMORIA DI AUGUSTO ROBIATI
PIERA GRIMOLDI
Tenerezze d’amore
Tenero è l’amore
che si riflette
nello specchio della vita.
È l’immagine di un tesoro
che ogni bimbo custodisce,
è la parola sussurrata
che fa tremare il cuore,
è il calore di un attimo
che rimane nel tempo.
Tenero è l’amore
che si riflette
nello specchio della vita.
Sincero è il suo sguardo
nelle coccole di un abbraccio,
trasparente è il sentimento
che nell’altalena dei ricordi,
apre ogni confine
alla tenerezza della vita.
Sezione giovani
OPERA 1^ CLASSIFICATA SEZIONE GIOVANI
CHIARA FRANZIL
Risata d’Estate
S’infranse,
come conchiglia,
nell’andante ritratto,
evadendo il fiato
dell’Ostro,
traghettatore
di un arare sordo
di campo.
Addosso,
non più che abbozzato,
lo smalto
di una giovane
arsura
Una risata,
nell’inerzia
sgombra
dell’assonnato
mezzogiorno.
E sulla sabbia,
spoglia delle tinte
scomposte
d’ospiti,
null’altro.
OPERA 2^ CLASSIFICATA SEZIONE GIOVANI
MARTA FUMI
Tappa
Sento un canto che sale dal profondo
cresce, mi invade, rincorre l’anima un po’ addormentata
e la stringe, la abbraccia e lei sorride.
È la gioia di un grazie, di un inno alla vita,
è un canto di pace, di ricordi, di vissuti…
perché ora la mia storia si arricchisce di memoria
di memoria passata
e memoria futura
mentre si tuffa, si immerge in pienezza
in questa sua memoria presente.
E siamo ancora qui, in due, davanti allo specchio
io e la libertà
cullate dal tempo, dai sogni, dal domani, dalle attese
e la strada si delinea, a tratti si fa chiara,
quando a volte rimane ancora
un labirinto intricato oscuro e inaccessibile.
Cerco la chiave che apra ai miei misteri
e la risposta
è forse soltanto vivere.
Ascoltarsi. Nel tempo…
Correre, ridere, sfidare il vento, guardare in alto, nel cielo,
nel sole
e tendere le mani, raccogliere spighe.
Nei campi di grano fiorisce la vita.
Anch’io non voglio più essere soltanto un fragile
germoglio.
Voglio essere spiga carica di frutti, scrigno di promesse, culla
di semi.
Scaldata dal sole, nutrita dalla terra, cresciuta nel vento,
proiettata verso l’alto.
Chissà se per dare la vita
è davvero così necessario
morire…
E intanto sono in attesa,
un’attesa ricca, viva, palpitante, irrequieta e inquieta.
Forse nell’aria già aleggia una domanda
e la risposta birichina si fa cercare, si fa attendere chissà
dove…
... e intanto, tra questo turbine di pensieri
vivaci, adulti, bambini
intanto vivo.
OPERA 3^ CLASSIFICATA SEZIONE GIOVANI
ALESSIA CIPITÌ
La danza della vita
Danzerò
con ai piedi involucri di foglie arse dal sole
che scricchiolino ad ogni mio volteggio
Danzerò
con il corpo velato dal mistero della notte
e la luna e le stelle saranno i riflettori
Danzerò
tenendo per mano il ramo di un salice piangente
e accarezzerò ogni filo verdeggiante della sua chioma
Danzerò
con le mani del vento tra i capelli
e con le idee scompigliate dalla magia dei suoni.
Danzerò
con la maschera della vita
Danzerò
con movimenti carnali.
Unica cosa umana quando attorno regna l’immenso.
OPERA 4^ CLASSIFICATA SEZIONE GIOVANI
LARA MICHIELETTO
Memorie di un’anziana viaggiatrice
Nel fuoco e nel ghiaccio
Indomita vissi la mia lunga vita,
l’orizzonte così grande, così invitante:
Viaggiatrice io fui, e nella pura libertà
si annidò la solitudine:
mesi ed anni e decadi, dimenticai il posto in cui tornare.
Ferma qui ad attendere che Caronte
attraversi lo Stige,
ironicamente ora
l’ultima immagine che vedo è la tua:
mia catena e mia forza
fosti il primo sacrificio sull’altare della mia libertà folle.
Il mio ricordo più forte è
il dolore dell’abbandono, quella mattina
in cui non mi voltai indietro.
Se non fosse tardi ormai,
Se ti potessi parlare adesso
forse riuscirei a convincerti
a cogliere le mille sfumature tra il bianco e il nero.
Riusciresti ora tu a convincermi
guardare in fondo al precipizio senza temere l’abisso;
Alla fine della corsa più lunga, mi ritrovo a pregarti,
tu che mai dicesti
“ti odio”
ridevi con me nelle sere d’estate:
quando tutti erano troppo lontani per ricordarsi di noi.
E sto infine morendo,
porto con me solo il ricordo
sbiadito ma saldo nella memoria
Davanti a me
porzione infinita di cielo.
di te ragazzo con gli occhi neri…
Giurasti di volermi bene per sempre,
Fratello mio.
OPERA 5^ CLASSIFICATA SEZIONE GIOVANI
GIOVANNI DE LUCA
Dietro la collina
Silenzio.
Ti sento
manifesto del mondo
prossimo a morire
dietro la secca collina.
Dei biondi riflessi dorati
rimane poco ormai;
ciò che ancora si vede
son solo sottili
tuoi capelli stinti
che vanno a sbiadire ogni cosa.
Silenzio.
Solitari, i tuoi lamenti
annegano lontani
all’orizzonte.
Così tu scendi
e lentamente
cala la sera.
Silenzio.
Davanti a me
porzione infinita di cielo.
OPERA 6^ CLASSIFICATA SEZIONE GIOVANI
VALENTINA GAIA PACHECO
I bambini che non avranno mai vissuto
I bambini che non avranno mai vissuto
sono quelli con il volto triste,
gli occhi spalancati sul mondo arido,
guardano senza vedere,
troppo deboli per camminare,
hanno le mani chiuse
non hanno nulla da afferrare.
I bambini che non avranno mai vissuto
sono quelli dal sorriso amaro,
per il loro affetto e amore
sono parole vuote
dentro ad una vuota realtà,
eppure il mondo intorno a loro è colorato e vivo,
ma la mente è alienata da un corpo
troppo spesso usato.
I bambini che non avranno mai vissuto
hanno un viso innocente,
mentre abbracciano
strumenti di morte,
sono quelli cresciuti così in fretta,
da non avere il tempo
per giocare.
I bambini che non avranno mai vissuto
portano i segni dell’indifferenza.
OPERA 7^ CLASSIFICATA SEZIONE GIOVANI
VALERIA CABRERA
Classico Deserto Urbano
Sono
fiori
di cemento,
nuvole
di ferro,
sagome
di sabbia,
al mio fianco, al tuo fianco.
Una rete che mi stringe,
mentre mi chiedo
se l’angelo che guardo
è
di pietra
OPERA 8^ CLASSIFICATA SEZIONE GIOVANI
GIANCARMINE ALFANO
Emigrante
Emigrante lontano dal tuo paese
e dai tuoi affetti,
è la struggente nostalgia
il prezzo da pagare
per un mediocre lavoro
ed un pezzo di pane.
Emigrante,
solo tu conosci
il freddo della solitudine
In una terra
ove non hai amici
e solo su te stesso
devi contare.
Emigrante,
un solo e semplice sogno hai;
ritornare tra le braccia della tua patria,
riscoprire la sua magia,
la serenità della tua casa
per dare un senso
più umano
alla tua travagliata vita.
OPERA 9^ CLASSIFICATA SEZIONE GIOVANI
MATTIA ABBALLE
Formula Occidente
Linfasma percuote
uno spasimo, fino
a giorno è ridarella
a crepare.
Nessun’evocazione, questa squittisce
concava avvita
l’occhio cereo di domenica
su nastro
riawolge la città del pifferaio,
maestro di arcani
ognuno posa lieve
ai tuoi piedi
lavanda, una testa
di medusa,
sperare in un comando.
Capno in elevazione
dallo stesso rigurgito,
che impiglia coglie
promesse neonati
interi, malta riflettente
gemi pesante dal di
dentro lamente giunture
rampicano
le mura : donne. Qui le ha poste
a tentare il salto
schiocca un paravento, gli dei
soli scandiscono la voragine, i denti
che mancano ad un sorriso.
OPERA 10^ CLASSIFICATA SEZIONE GIOVANI
CESARE DE GREGORIO
Il lume l’ho lasciato
Il lume l’ho lasciato
sul legno nell’oceano
alla ricerca di qualcosa.
Era la mia unica speranza
ora si allontana,
mi abbandona nel deserto
dove gli echi dei miei pensieri
si rincorrono da soli
come il mondo… se stesso.
Solo l’istinto mi sorregge e mi dà la spinta
nella notturna tempesta
So che l’abitudine è spietata,
mi governa come una creatura dell’uomo
ma è tutto ciò che ho…
L’infinita notte regna nel mio cuore
e la fredda luce del sole stenta a venire
nel mio giorno disperato…
La mia venuta solitaria in questa dimensione
non può che rendermi più solo.
Solo alla ricerca di qualcosa
che so di non trovare
perché nascosta con un abile trucco
da un abile prestigiatore.